All’ultimo incontro di Scoprirsi Bambini, dedicato alla noia, uno dei libri più interessanti che ho portato è stato Caro Giraffa, Caro Pinguino di Megumi Iwasa e Jun Takabatake.
Caro Giraffa, Caro Pinguino è infatti un romanzo quasi epistolare molto interessante che innesca la sua storia proprio a partire dalla noia, ce lo racconta l’autrice in una sorta di introduzione, poco prima dell’apertura del romanzo.
«Iniziamo! Come trascorri le tue giornate? Hai buoni amici? Oppure sei sempre solo? Sei molto impegnato? O invece ti annoi perché non hai niente da fare? Voglio parlarti di una giraffa. “Scrivi la mia storia!” mi ha detto Giraffa. “Vorrei la leggessero le persone sole e quelle che si annoiano. Anche quelle sempre impegnate potrebbero leggerla, per distrarsi un po’”».
Il primo capitolo infatti si intitola Giraffa si annoia e scrive la prima lettera ed in effetti è proprio così che va. Giraffa vive nella savana, ma si annoia terribilmente e continua a farlo finché un giorno non si imbatte in un annuncio di un altro animale annoiato: il pellicano si offre come servizio postale. Così Giraffa decide di scrivere una lettera, ma a chi? A chiunque abiti oltre l’orizzonte, ovvero molto lontano, il più lontano possibile. Coinvolti in questa eccitante avventura, Giraffa e Pellicano sono percorsi da una palpitante sferzata di vita: chi conosceranno? La vicenda è avventurosa, inaspettata, curiosa, divertente… Pellicano arriverà al mare delle balene e conoscerà un collega postino (Foca) il quale a sua volta consegnerà la lettera a Pinguino. Da quel momento il dialogo è aperto Giraffa e Pinguino accetteranno la sfida di conoscersi, scrivendosi deliziose, quanto interessanti missive.
«Raccontami di te, per favore».
La chiave è proprio questa, la cortese e fiduciosa domanda di chi chiede e racconta di sé. L’amicizia che sboccia piano piano fa sorridere di gioia e alla fine il desiderio di incontrarsi sarà inevitabile, e cosa succederà?
Su un’ossatura narrativa tradizionale si innestano alcune parentesi rappresentare dalle vere e proprie lettere scritte da Pinguino e da Giraffa, brevissimi testi compìti e gentili.
A differenza dei testi tipici del genere epistolare spesso - paradossalmente - retorici e autoreferenziali, le letterine dei due protagonisti sprizzano spontaneità e candore.
In una società immediata come la nostra, i tempi di attesa di un dialogo epistolare sono forse inconcepibili, tuttavia molto affascinanti. Con quanta cura si scelgono le parole per una lettera? Con quanta attenzione si discernono pensieri e domande da affidare alla lettera? E come vengono trasfigurate le giornate nell’attesa del postino? E con quanta presenza ed estasi si gustano le parole dell’interlocutore? Certo Giraffa se avesse avuto uno smartphone avrebbe potuto chiedere all’amico di farsi un selfie e certo avrebbe avuto una più precisa idea del suo aspetto e della sua casa, ma si sarebbe fatto ugualmente incuriosire da quell’amico? Senza iniziare un sermone sulle nuove tecnologie che avvicinano ma poi allontanano, vi propongo però la bellezza dei tempi lenti e impacciati delle amicizie che nascono lente e lontane e che si disvelano parola dopo parola, pensiero dopo pensiero. Caro Giraffa, Caro Pinguino è proprio questo: un romanzo dolce e gentile sulla lentezza, l’attesa, il rispetto e la curiosità e anche un trampolino ideale, magari proprio per prendere una penna in mano e scrivere ad un amico una lettera vera di quelle che si affidano al postino.
Lo stile di Megumi Iwasa è scorrevole e perfetto per i primi lettori (dai 7 anni), Jun Takabatake correda il testo con schizzi allegri e freschi.
Insomma, un romanzo bellissimo.