Gino Bartali è famoso soprattutto per le sue imprese ciclistiche che hanno infiammato il primo dopo guerra italiano, donando agli italiani una speranza su due ruote e tenendo banco, come solo in Italia accade, con una sfida infinita a due con Fausto Coppi.

Tre Giri d’Italia, due Tour de France e innumerevoli vittorie, il nome di Gino Bartali è noto a tutti.

Assolutamente sconosciuto o comunque meno noto è invece il ruolo che questo sportivo ebbe durante la Seconda guerra mondiale come attivo difensore della libertà.

A riguardo, qualche anno fa, uscì un breve romanzo di Simone Dini Gandini che a partire dalla testimonianza del figlio ricostruì e raccontò la vicenda, che Bartali tenne nascosta per molti anni:

«“Il bene si fa ma non si dice” ripeteva»

Eppure la storia è così importante che, giunta alle orecchie di un’autrice americana, Megan Hoyt, è diventata un albo, illustrato magnificamente da Iacopo Bruno: La bici di Bartali.

A partire dalle vittorie in pista, il racconto arriva a narrare gli anni della dittatura, mantenendo un tono generico e comprensibile anche ai lettori più piccoli:

«Dopo la vittoria di Gino al Tour de France il mondo cominciò a cambiare. Strane idee presero a diffondersi per l’Italia. Gli eserciti marciavano. I generali strillavano i loro ordini. Presto l’Europa intera si ritrovò in guerra».

Le illustrazioni sono molto cinematografiche, con inquadrature, luci, ombre e sfondi costruiti meticolosamente con un forte impatto visivo. Marcati e netti i gesti e le mani così come gli sguardi. Curatissimi i dettagli architettonici, spaziali, ma anche le fisionomie e i costumi che testimoniano una precisa ricostruzione storica da parte dell'illustratore. Anche la scelta del lettering e la stessa impaginazione amplifica la sensazione di trovarsi di fronte a fotogrammi animati. 

Mentre la guerra, le retate, i bombardamenti e la persecuzione degli ebrei impazzano per Firenze, Gino sente su di sé la responsabilità di fare qualcosa.

«Non è giusto, pensò Gino. Devo fare qualcosa per aiutarli»

Profondamente cattolico, lo sportivo si mette a disposizione dell’arcivescovo di Firenze Elia Dalla Costa che - come molti prelati per il mondo - lottavano, nascondevano e difendevano gli ebrei perseguitati. Insieme a lui e a tanti altri, nasce in poco tempo una rete organizzata per permettere la fuga dei loro concittadini: l’idea era di nascondere, sotto l’apparenza dei duri allenamenti in bici di Gino (era capace di coprire fino a 400 km al giorno!), una quotidiana staffetta di documenti falsi per permettere l’espatrio di famiglie ebree.

«Gino aveva paura. Ma sapeva che era una missione importante, più importante di qualsiasi gara a cui avesse mai partecipato. Decisa di agire. “Certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca”, disse».

Le imprese messe in campo furono diverse e il testo, con semplicità, ne racconta alcune che, nella traduzione visiva e impattante delle illustrazioni, mostrano tutta la loro temerarietà e audacia: come quando con la scusa di firmare autografi Gino distolse l’attenzione dei soldati permettendo ad alcuni membri della Resistenza di far salire di nascosto famiglie ebree sui treni o come quando, con la divisa dell’esercito, fece fuggire alcuni militari inglesi prigionieri…

Le imprese nella Resistenza lasciano velocemente il posto alla fine della guerra e a un gioia ritrovata per la libertà.

Il libro racconta ai ragazzi e ai bambini come in mezzo alle ingiustizie tutti possano dare il proprio contributo, assecondando l’evidenza del cuore che riconosce le ingiustizie, quando vengono perpetrate.

Le illustrazioni affascinanti fanno sì che questa storia si imprima nell’immaginario.

[shareaholic app="share_buttons" id="15118398"]
La bici di Bartali Megan Hoyt - Iacopo Bruno 32 pagine Anno 2022 Prezzo 17,00€ ISBN 9788869059506 Editore HarperCollins
Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *