Agrifoglio di Matthew Cordell è un libro illustrato corposo (52 pagine) che racconta l’avventura di una piccola scoiattolina, Agrifoglio, che deve attraversare la foresta di Pungitopo per portare una zuppa calda alla nonna malata.
La storia segue sulla falsariga la fiaba di Cappuccetto Rosso, ma la innerva di un’ironia che non mi aspettavo nello scrittore statunitense.
Il libro è strutturato elegantemente in capitoli, scanditi da greche legnose che ricorrono anche lungo la narrazione, incorniciando scene e ritratti.
Agrifoglio è una scoiattola paurosa:
«Agrifoglio ha paura. Paura dei rumori forti. Paura di incontrare qualcuno di nuovo. Paura dell'altezza, di nuotare, dei germi. E dei temporali: sì, la sua paura più grande sono i temporali! Ci sono molte altre cose di cui Agrifoglio ha paura, ma ci vorrebbe davvero troppo per elencarle tutte»
Sua madre invece sembra molto serafica e disinvolta e non ci pensa due volte a mandare Agrifoglio nella foresta da sola. Agrifoglio fa tanto d’occhi, ma non può opporsi e parte.
Incominciano da questo momento - come è prevedibile che sia in un bosco - incontri di ogni tipo che danno il nome ai capitoli: Groviglio è il titolo del secondo capitolo e anche il nome di un coniglio bianco dalla sciarpa gialla che è rimasto incastrato tra due rocce.
In bilico tra la paura di Agrifoglio e le situazioni assurde in cui ci catapulta l’autore, grazie anche a illustrazioni inaspettate che strappano un sorriso, il lettore si immedesima nella protagonista:
«Un soffice coniglio bianco intrappolato tra due grandi pietre. “Sono incastrato” Sono incastrato! Ed è pieno di rapaci in questi boschi!” Non ce la posso fare… Pensa Agrifoglio»
Eppure la piccola Agrifoglio si mette ad aiutare il coniglio e dopo uno sforzo enorme riesce a liberarlo, se non che il coniglio invece di essere grato alla scoiattola, le ruba la zuppa e fugge.
Straniati da questa violazione delle regole di comportamento prevedibili nelle storie per bambini (il coniglio bianco poi sembrava così innocuo e carino!), ai lettori non potrà non scappare un sorriso… se non fosse che proprio mentre il bianconiglio scappa con la zuppa, una poiana piomba in picchiata e agguanta Agrifoglio che è riuscita e riprendere il termos-nocciola pieno di zuppa.
L’alternanza di grandi e intensi primi piani ravvicinati che occupano le doppie pagine si alternano a riquadri narrativi che fanno scorrere la storia.
Il terzo capitolo è dedicato a Bragia, la poiana.
Anche questo capitolo si apre con un «Non ce la posso fare» per chiudersi con un inaspettato esito che forse non ha smentito la dichiarazione iniziale della protagonista, ma certamente ha catapultato la protagonista in una diversa situazione con emozioni diverse.
«Agrifoglio ha paura, eppure… è felice»
Accade lo stesso allo stagno con Rametto e Spruzzo e in altri incontri appena accennati, ma certamente molto avventurosi e paurosi… ma poi si apre il capitolo 5: L’orso.
La sproporzione tra i volumi dell'orso e della piccola Agrifoglio e il ruggito imperioso con cui si apre il capitolo non ci danno molta speranza.
«GRRRROOOOAAAARRRR!!!! Il tappo della ghianda volra via! La zuppa ondeggia, e per un pelo non trabocca. “Oh, no!” urla Agrifoglio. “Nonna Quercia”».
Il “sottotesto” di Cappuccetto Rosso ci fa immaginare che l’orso si sia pappato la nonna… e invece… la nonna è l’orso!
Rifocillata la nonna con la zuppa, Agrifoglio è pronta a tornare a casa, con molta meno paura (quanto l'avrà rifocillata una ghianda piena di zuppa rimane un ironico dubio!)
Il testo affronta temi non banali, eppure lo fa con una ironia e uno straniamento continuo che fa sorridere i lettori. La scrittura è brillante e piacevole e si presta a lettura condivise lunghe, ma anche a prime letture autonome densamente illustrate.
La capacità di Cordell di gestire la pagina, i riquadri e i tempi narrativi sono noti, quindi non perdetevi questa avventura!