Tu come fai questa cosa? This is how we do it è un libro a cui faccio la corte da almeno 2 anni: vidi l’anteprima a Bologna quasi 2 anni fa, curai l’uscita che mese dopo mese slittava e veniva rimandata, avevo quasi perso le speranze e invece…eccolo!
Il libro si basa su un’idea tanto semplice quanto ingegnosa: 7 bambini, 7 famiglie sparse per il mondo e una carrellata di immagini accostate che ci mostrano le stesse cose (dove abitano, cosa mangiano, come vanno a scuola, come dormono…), le stesse situazioni declinate in 7 culture diverse. Naturalmente dietro un’operazione di questo tipo il rischio dello stereotipo rappresenta un tranello davvero insidioso, Matt Lamothe tuttavia evita il problema con una scelta inoppugnabile quanto naturale: sceglie 7 famiglie reali e racconta attraverso le sue illustrazioni niente più che la realtà che i bambini protagonisti vivono.
L’autore in calce alla narrazione ci regala le fotografie di tutti e spiega anche il criterio che lo ha guidato nella scelta: famiglie che vivessero nello stesso stato da generazioni, affinché il lato culturale fosse più evidente.
Romeo, italiano, Kei, giapponese, Abwooli, ugandese, Olezhka, russo, Anu, indiana, Kian, iraniano e Pirineo, peruviano sono i protagonisti, quasi coetanei (tra i 7 e gi 11 anni), che pagina dopo pagina ci regalano istantanee della loro vita.
Si parte con le diverse case, poi conosciamo le famiglie, l’abbigliamento per andare a scuola, la colazione, la strada che ognuno percorre per arrivare a scuola, gli insegnanti e la classe, la scrittura nei diversi caratteri, il pranzo, i giochi, i piccoli lavoretti a casa, la cena, il dopocena, il letto.
È un libro semplicissimo nella sua ideazione, eppure a mio avviso molto ricco di spunti e riflessioni: tutti i bambini vivono una giornata molto simile, eppure la declinazione della stessa nelle diverse parti del mondo appare a tratti diversissima.
I diversi riquadri affiancati, sono sinteticamente commentati in prima persona da ciascuno dei protagonisti: «PERU. I live in a house my father built, in Los Naranjos, a village in the Amazon rainforest»; «JAPAN. I have rice with furikake, miso soup, grilled cod, and an orange wedge». Pagina dopo pagina la posizione dei diversi Paesi cambia e solo l’intestazione ci rivela l'origine. Le tavole si compongono in modo originale: accanto al toast con la Nutella e il tè (indovinate di che Paese è la colazione? :)) ci sono piatti con formaggi, zuppe, noci, uova, carne, riso, verdure… le strade che i ragazzi attraversano sono così diverse, le firme sembrano appartenere ad universi tra loro incomunicabili eppure i giochi, i maestri, i pasti insieme in famiglia potrebbero mischiarsi senza che ci sarebbe alcuna differenza. I bambini condividono una nazionalità che è quella dell’infanzia che in fondo li rende familiari tra loro in molti aspetti della loro giornata, poi ci sono le differenze culturali che colpiscono e incuriosiscono i lettori («guarda cosa mangiano, mamma mia!», «Guarda in Iran sono solo maschi in classe!») e infine ci sono dettagli che indicano una differenza storica ed economica: in Perù Pirineo deve aiutare nei campi e dorme sopra quattro assi di legno, in Uganda le pentole si asciugano all’aperto fuori dalla casa di fango. Non ci sono giudizi e i paragono non vogliono esprimere una preferenza: siamo di fronte a 7 bambini felici e sorridenti che vivono felici con la loro famiglia. È questo aspetto di collettività e umanità condivisa che chiude il libro con una tavola notturna con un cielo stellato con la scritta, questa volta non intestata ad alcun Paese: «This is my night sky», come a dire bambini sotto il medesimo cielo.
Un libro davvero unico e interessante per parlare di differenze culturali in modo curioso ed empatico. Le immagine dell’autore statunitense sono realistiche pur mantenendo un piacevole tono illustrativo.
Mio figlio Saverio se lo è studiato in silenzio per giorni, adesso speriamo di poterlo vedere in Italia!
This is how we do it
Matt Lamothe
52 pagine
Anno: 2017
Prezzo: 17,99 $
ISBN: 9781452150185
Chronicle editore