Scaffale Basso dedicherà il mese di marzo a scoprire la letteratura infantile cinese, in occasione della Bologna Children’s Book Fair che ha invitato la Cina come Paese ospite d’onore.
La Cina è un Paese vastissimo e comprende al suo interno numerose minoranze etniche (56) con le proprie usanze, le proprie storie, le proprie credenze e già questa prima considerazione fa capire come sia difficile poter parlare con semplicità di letteratura per l’infanzia cinese.
Si aggiunga che per ragioni storiche, politiche e culturali la Cina non ha favorito, nella modernità, gli scambi culturali con il resto del mondo e questo ha fatto sì che il lavoro di autori e illustratori cinesi rimanesse in parte celato ai più, perché non importato nell’editoria occidentale.
Questa situazione ha in qualche modo favorito una chiusura tematica: gli autori e gli illustratori cinesi spesso raccontano storie e illustrano mondi sino-centrici e, dunque, di ostica comprensione occidentale.
Scoprire il mondo cinese attraverso i libri per bambini spesso significa ascoltare le voci e osservare l’arte di autori e illustratori non cinesi che dalla Cina sono rimasti stregati e affascinati e che riecheggiano i loro ricordi e i loro pensieri in albi incantevoli, ma che in fondo sono sempre voci esterne.
Contrariamente a quanto si possa ipotizzare, anche trovarsi in Cina e cercare in librerie specializzate non assicura un vero contatto con la letteratura autoctona, perché la Cina è molto attenta alle importazioni straniere di libri e gli scaffali pullulano di traduzioni dal tedesco, francese, inglese e anche dall’italiano ed è facile pensare di essersi accaparrati uno splendido libro 100% cinese (i caratteri cinesi poi inducono all’errore!), per poi scoprire di aver acquistato semplicemente un libro inglese tradotto. Gli e-commerce non aiutano perché spesso i libri non entrano nel circuito internazionale e gli e-commerce locali (Amazon Cina per intenderci) non spediscono in Europa.
A questo quadro, tratteggiato sommariamente, si aggiunga che lo scoglio linguistico non permette una circolazione così ampia delle opere e delle informazioni: gli stessi autori e illustratori spesso hanno siti personali scritti solo in cinese, comprendono solo il cinese… Per non parlare di quando i nomi cinesi degli artisti vengono traslitterati in caratteri latini e non si riesce nemmeno a risalire al nome autentico…
Come fare dunque?
La strada che ho deciso di imboccare è stata questa. Chiedere ad un’amica cinese di recuperarmi libri che avevo adocchiato nelle diverse edizioni della Fiera di Bologna e che non ero mai riuscita a recuperare: la consegna a mano rimane il metodo più sicuro!
Secondariamente ho pensato che sarebbe stato bello chiedere ad alcuni miei amici cinesi cosa significasse nella loro infanzia la lettura: quali storie gli raccontavano? Quali echi delle storie custodiscono nel cuore?
Questi piccoli frammenti di esperienze diverse spero che a fine mese compongano un quadro suggestivo di un Paese meraviglioso che io, anche e soprattutto per motivi personali che potremmo sintetizzare nel nome Hutai (mio figlio), amo molto.
Dando un occhio al calendario di Scaffale Basso per marzo:
Vi aspetto!