Il Natale porta con sé un’atmosfera unica, come non accade in nessun altro periodo dell’anno. Il freddo poi forse amplifica il desiderio di rintanarsi al caldo e ascoltare delle storie, è stato così fin dall’inizio dei tempi, quando nei fienili alle tenui luci delle lanterne le comunità contadine lavoravano in attesa che terra si risvegliasse. Gli anziani raccontavano, dal momento che gli occhi stanchi non permettevano loro di dedicarsi a grandi lavori nella penombra, e i bambini ascoltavano e ascoltavano, lasciandosi cullare dalle parole. I racconti spesso si adattavano al trascorrere del tempo e non stupisce che le storie dedicate al tempo natalizio siano varie e comuni a moltissime tradizioni culturali europee. Mary Joslin in Racconti di Natale ne raccoglie e riscrive 12 che arrivano dalla tradizione cattolica, da quella russa, da quella americana, da quella inglese, da quella irlandese e da quella danese. Racconti orali che si intrecciano a riscritture di testi d’autore più volte maneggiati nel tempo e che offrono ai propri lettori scorci e riflessioni su questo momento prezioso dell’anno. Si parte con i due racconti evangelici della Natività di Luca e Matteo, poi ci si addentra tra racconti apocrifi e le leggende sui Magi, si fa un balzo fin nel Medioevo per ascoltare la storia di San Nicola, per poi virare nettamente verso la letteratura: l’armonia con la natura, le tradizioni del gelo e del freddo e degli spiriti che animano l’inverno, il valore del dono e le leggende legate alla Befana (Babushka nel mondo russo), la magia dei regali, delle luci, degli alberi di Natale, della compagnia della famiglia. Le storie sono mediamente brevi (una decina di pagine ciascuna), ben scritte nella loro semplicità, con attenzione alla lingua, ai dettagli e alle descrizioni. I dialoghi sono intimi, teatrali e rendono vivaci le narrazioni che si sviluppano con coerenza e limpidezza.
Oltre ad un contesto condiviso di inverno, freddo, luce… i racconti condividono un filo rosso rappresentato dalla riflessione sul significato di questo tempo sia del punto di vista cristiano (l’incarnazione di Dio in un bambino), sia dal punto di vista più laico dove il dono, la gratitudine e la gioia che donano i legami di amicizia e di amore sono celebrati. Io non amo molto le riscritture, preferendo di gran lunga gli originali ma le poche che troviamo nel volume (4 per l’esattezza: Il cuculo di Natale di Frances Browne, Papà Panov di Lev Tolstoj, Il piccolo abete di Hans Cristian Andersen e Lo schiaccianoci di E.T.A. Hoffman) sono giustificate dalla loro stessa natura, sono infatti testi con una lunga storia orale che affonda le sue radici in racconti folkloristici e tradizionali. Le illustrazioni di Jane Ray appaiono in questo senso perfette per i testi che accompagnano: naïf, affascinanti e sgraziate, volti animali dal piglio umano e volti umani dallo sguardo eterno, tessuti dalle trame minute, cornici intagliate dal colore e gesti platealmente verosimili.
I racconti catapultano nel Natale e ognuno apporta un tassello di consapevolezza e significato a questo tempo.
Se suddividete ogni racconto in due sere, il testo potrà accompagnarvi dal 1 dicembre alle vigilia di Natale.
Una raccolta forse poco appariscente eppure interessante. Ideale dai 4 anni.