Petits riens, edito da una piccolissima casa editrice belga, è stato menzionato tra le opere prime del premio BRAW, come particolarmente significativo. A firmarlo è Marion Pédebernade, artista belga che si descrive come impegnata a lavorare su immagini ed esperienze che diventano quasi ossessioni e che cerca, attraverso la pratica artistica e laboratoriale, di trattenere su carte e nelle immagini.

In effetti, Petits riens (piccole cose) cattura un attimo infinitesimale, come una mano che sente la granulosità della sabbia tra le dita e ne sprigiona una storia sensoriale che collega quel momento all’universo in un viaggio di andata e ritorno intenso e cosmico. 

Le prime immagini che accolgono il lettore parlano da subito di questo paradosso che “confonde” e collega l’infinitamente vasto e l’infinitamente piccolo: due mani che si toccano con sullo sfondo cime di montagne violette.

«J’ai fait une découverte incroyable» [Ho fatto una scoperta incredibile]

Sorprendentemente, però, nella pagina successiva le cime innevate si trasformano (sono loro? ci si interroga) nel cumulo di sabbia della sabbiera del parco giochi.

Sappiamo tutti quali grandi avventure anche emotive nascono e si sviluppano all’interno dei confini del parco giochi, ce lo hanno ricordato Sara Stridsberg, Beatrice Alemagna e Jutta Teckentrup e questa storia sembra inserirsi in questo filone narrativo e immaginario.

I colori, le forme e le diverse tecniche utilizzate (acquarello e pastelli colorati) si sovrappongono creando richiami ed echi tra le forme e le sfumature cromatiche: le montagne diventano cumuli di sabbia, la confusione delle gambe dei bambini al parco slittano ad animare piccoli granelli-gocce di colore nei pensieri e forse nelle mani della protagonista.

Il parco giochi è affollato, ma pare che nessuno si accorga di quello che la protagonista adulta o bambina ha scorto: nella cascata finissima di sabbia che scorre tra le dita delle mani, alcuni granelli rimangono appiccicati tra le mani che forse sonnacchiosamente esploravano senza nessuna pretesa.

Il minuscolo diventa l’occasione per un’esplorazione estremamente grande: le illustrazioni guidano il lettore vicinissimo, i granelli di sabbia diventano grandi, enormi, giganti… fino a quando...

«Sous mes yeux, de minuscules mondes: planètes infimes, trésors de fourmi, pépites insignifiantes, paillettes étincelantes» [Davanti ai miei occhi, minuscoli mondi: minuscoli pianeti, formiche tesori, insignificanti pepite, scintillanti paillettes]

La vicinanza agli occhi, in una doppia pagina che si apre, mostra l’unicità e la storia di ogni granello: colore, forma, tracce di esseri viventi… l’immaginazione vede un mondo dietro ciascuno.

Ma non è solo una questione di immaginare la storia di ciascun minuscolo granello, perché la sensazione che la sabbia lascia nelle mani suggerisce un collegamento corporeo: anche il corpo può perdersi, infinitamente piccolo, in un cosmo grande e infinito, il violetto che era delle montagne in apertura torna in un acquarello che sommerge tutto.

Piccolo, grande, grande, piccolo si scambiano di posto, lasciando che ciascuno immagini di essere parte di qualcosa di infinito.

Il libro è denso, pur nella descrizione di un’esperienza semplice, come esplicita la motivazione della giuria del premio BRAW «il gesto della collezione infantile è un modo di guardare il mondo, con attenzione al molto piccolo e alla sua relazione col cosmo… l’essenzialità poetica della proposta e l’atmosfera di una suggestione narrativa e figurativa memore della migliore tradizione editoriale per l’infanzia».

La collezione infantile, citata esplicitamente nella motivazione della giuria, richiama quel costante gesto che l’infanzia fa nel rimirare la varietà e nel ridistribuire valori alle grandezze con un metro unico. La consapevolezza di quest’atto, tuttavia, è molto adulta e credo che quest’albo abbia un fascino soprattutto su di loro.

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Petits riens Marion Pédebernade (Waii-Waii) 32 pagine Anno 2023 Prezzo 16,50€ ISBN 9782930941615 Editore CotCotCot éditions
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