Il primo novembre si celebra la festa di tutti santi che è legata a doppio filo ad Halloween, ma il cui legame si è ormai perso nella coscienza collettiva.
I libri illustrati sui santi rivolti ai bambini, a parte qualche rara ed eccellente eccezione, non mostrano particolari doti di fascino né originalità narrative.
Tra le proposte arrivate per questa occasione vorrei, però, segnalarvene una che coglie un aspetto interessante della rappresentazione della santità ovvero l’iconografia.
Come per ogni personaggio famoso, come per ogni eroe, anche nel caso dei santi ci sono degli epiteti e degli attributi visivi che permettono il riconoscimento e che sintetizzano le caratteristiche del protagonista, riferendosi ad alcuni episodi chiave della sua storia.
L’editore Paoline confeziona un gioco+libro, Amici con l’aureola, che contiene un doppio memory con carte che rappresentano i santi e i loro attributi iconografici e allega alle carte un libro in brossura che contiene 32 profili di santi, organizzati in ordine cronologico da Gioacchino e Anna fino a recentissimi esempi di santità come Gianna Beretta Molla e Madre Teresa di Calcutta.
Una selezione apprezzabile che si allontana un po’ dai soliti famosissimi campioni della fede per presentare personaggi interessanti nella prospettiva della contemporaneità: penso a Luigi Gonzaga, a Bakhita, a Giuseppe Moscati a Teresa Benedetta della Croce …
Luigi Gonzaga era il primogenito del duca di Mantova, rampollo destinato ai bagordi e al potere e invece… Edith Stein filosofa certa dell’inesistenza di Dio compie un percorso di conoscenza che la porterà a morire in un campo di concentramento certa del contrario. Le suorine della Carità di Madre Teresa di Calcutta hanno come indicazione del loro ordine quello di portare il sorriso di Dio a tutti i più disperati. Patrizio aveva così paura dei serpenti che li buttò tutti in mare, ragione per cui in Irlanda non ce ne sono. Giuseppe Moscati era semplicemente un medico di famiglia: non fece altro che curare come poteva i suoi pazienti.
Ad ogni santo sono dedicate due pagine e l’autrice, Maria Vago, nella brevità concessa a ciascun protagonista, sceglie un episodio significativo da raccontare.
La scrittura è semplice ma non sciatta e gli aneddoti riescono a offrire un’idea della varietà delle ragioni che hanno determinato il riconoscimento dell’attributo di “santo” a queste persone.
I testi sono accompagnati da un’illustrazione di Franca Trabacchi che mostra chiaramente il riferimento all’iconografia che permetterà di riconoscere i santi non solo all’interno del gioco, quanto in generale in ogni rappresentazione artistica.
Quest’ultimo aspetto, infatti, non mi sembra trascurabile: la possibilità di educarsi ad una alfabetizzazione artistica che riguardi anche questo aspetto credo sia molto interessante, data la ricchezza del nostro patrimonio artistico e religioso.
Un volumetto semplice, ma dignitoso e curato.
