Margaret Wise Brown - Steve Johnson - Lou Fancher, Una camera tutta per me, Mondadori
Questo libro è un racconto del 1944 di Margaret Wise Brown, pubblicato postumo e proposto per la prima volta al pubblico italiano nel 2003 da Mondadori, nella traduzione di Maria Vago e con le illustrazioni della coppia creativa Steve Johnson e Lou Fancher.
Questa storia è stata scritta da Margaret Wise Brown come conforto alla depressione dell’amica, Michael Strange, in seguito alla morte di suo figlio, Robin Thomas.
In realtà questo racconto non tocca mai il tema della morte, neanche tangenzialmente, è invece un inno ai bambini, alla loro creatività e ai loro spazi personali (anche di tempo!).
Sebbene scritta decenni fa, questa storia è ancora moderna: i genitori di Robin sfiancati dal disordine e dalla confusione causati dall’incontenibile piccolo Robin, vogliono relegarlo in una stanza nuova tutta per sé.
Robin prende in mano la situazione e come un novello architetto progetta e costruisce la sua stanza, con strisce di sughero per appendere i disegni, scale nascoste e porte che scorrono, alberi e cantucci per riposare… una camera a misura di bambino.
Ciò che Robin mostra è la gioia dei bambini che possono esprimere il loro lato creativo, ma anche e soprattutto il desiderio di rivendicare la propria indipendenza e personalità: «aveva costruito un enorme orologio […] Tagliò via una fetta che andava dalle quattro alle sei del pomeriggio. In quel tempo poteva fare tutto quello che voleva, da solo, nella sua camera».
Tema, questo del tempo, attualissimo: la necessità di un po’ di tempo non strutturato, un tempo di libertà, per lasciare che l’immaginazione vaghi libera e fiorisca è ciò che spesso manca ai pomeriggi dei bambini moderni.
P.S. le copie in circolazione sono poche: se avete un bambino di cui volete celebrare l’indipendenza e la creatività non fatevelo scappare!
Dai 3 anni.
