Aprendo Duello al sole di Manuel Marsol potete esser certi di iniziare a sentire in sottofondo le musiche di Ennio Morricone in Per un pugno di dollari.
Ed in effetti la narrazione per immagini sceglie un andamento spiccatamente cinematografico: dal primo piano del sole di mezzogiorno, al campo stretto su un rotolacampo che fruscia al bordo di un canyon americano, che poi si allarga sul teschio di un bisonte con un serpente a sonagli e poi si stringe su un paio di piedi di un indiamo americano e poi sugli stivali di un cowboy.
Non ci si aspettano parole, le immagini sono largamente eloquenti grazie ad un uso sapiente degli stereotipi che sembrano raccontarci l’intensità e il calore di quegli attimi. Sentiamo il rumore inquietante del legno dell’arco che si tende e si piega all’incoccare della freccia. Il climax ascendente è inesorabile. Ecco il clic metallico della pistola caricata.
Gli sguardi carichi di ostilità si sfidano: immaginiamo il sudore sul volto del cowboy, la tensione concentrata nelle rughe dell’indiano. L’illustratore sceglie sapientemente di farceli osservare uno ad uno, in modo che l’attesa si protragga, come in un film, appunto. Li osserviamo, muti, a sinistra e poi a destra. Siamo ormai all’apice, sappiamo che è questione di secondi e che il suono della chitarra di Ennio Morricone sfumerà per lasciare spazio al vento impetuoso, al colpo di pistola o al sibilo mortale della freccia.
Eccolo sembra di sentirlo.
Una papera?!?!
È questione di un attimo e la serietà epica del momento viene spazzata via da un primo piano che sembra del tutto fuori contesto.
È a questo punto che il campo cinematografico si apre mostrandosi nella sua interezza: riconosciamo lo sfondo, riconosciamo le pose da duello e i duellanti, ma la papera posata sulla pistola, no, quella ci fa solo ridere. L’incantesimo è rotto, a questo punto appare anche la parola dei protagonisti: «“Aspetta!” “Sei pronto?” “Quando vuoi!”».
Uno spaccato narrativo che rompe l’illusione letteraria, ma forse è un’eccezione.
Riprende la musica, la storia cerca di ridarsi un tono: i primi piani dei duellanti sono tesi a recuperare la concentrazione e la mira. Eccoci tra poco sarà tutto finito. Il respiro si sospende in attesa del frastuono: chi colpirà chi?
«“Oh! Guarda quel cactus gigante che attraversa il cielo” “Si direbbe piuttosto una forchetta”»
Di nuovo il pathos è sbriciolato, eppure non possiamo fare a meno di fidarci e risentire montare in noi la tensione del duello, quando le illustrazioni rimettono al centro i primi piani dei due protagonisti. Seguiamo gli sguardi che si spostano, le seguiamo perché si muovono solo quelli, ci siamo. È il momento. Siete sicuri?
Il continuo e discontinuo alternarsi di situazioni, scatena il riso, perché ciò che spezza e interrompe il climax ha una sua coerenza con il contesto e ci si ritrova a pensare che forse le scene più irreali sono quelle dei film in cui nulla interviene a disturbare l’ineluttabile sfida tra i due contendenti, mentre invece qui le nuvole, i treni, i bisonti, i serpenti, i cavalli… hanno un ruolo - sì calcato -, ma perfettamente integrato nel realismo della situazione.
Insomma riusciranno i due a sparare/lanciare la freccia? Sì, ma non come potreste immaginare.
Un libro tutto da ridere sui cowboy, un libro ricchissimo di luoghi comuni che però si muovono all’interno delle pagine con un realismo che scardina la retorica un po’ scontata dei western. Un libro che potrebbe essere un film o un silentbook e che invece è un libro illustrato con testi e parole che farà ridere grandi e piccini (anche dai 5 anni) amanti del genere.
Esilarante il colophon che si trasforma in veri e propri titoli di coda con i nomi degli interpreti (l’anatra si chiama Sam Peckinduck!) e con l’indicazione «nessun animale è stato maltrattato durante la realizzazione di questo libro».
Manuel Marsol, premiato nel 2017 a Bologna, per il suo stile pittorico e irregolare, offre in questa prova ai suoi lettori un saggio della sua capacità di raccontare tramite le immagini e i punti di vista, con uno stile piatto e asciutto, ma non per questo meno vivido e comunicativo.
Un imperdibile film - ops - libro western.