Nel clima sperimentale che caratterizzò (forse un po’ in ritardo) gli anni ‘70 e ’80 del mercato editoriale infantile italiano, molte erano le raccolte corpose di racconti che apparivano sugli scaffali. Richard Scarry e il suo indimenticabile 365 storie sono forse il caso più noto, ma questo formato ebbe molto successo. Sul versante italiano, impegnate in una proposta di qualità furono Laura Magni e Giulia Orecchia, entrambe riconosciute più volte come protagoniste del panorama letterario infantile, che scrissero, proprio in quegli anni, Le storie della buonanotte del Grande Albero, una raccolta di racconti che per anni è mancata dagli scaffali e che oggi torna alla ribalta fresca e gioiosa come il primo giorno.

Forte di una affascinante tradizione mai esauritasi (pensate a Bosco di Rovo!) il libro fa propria l’idea di un grande condominio-albero entro cui si intrecciano, in diversi episodi, le storie dei suoi abitanti. Il mondo illustrativo è pensato finemente e una mappa, nelle prime pagine, descrive appartamenti, inquilini e botteghe dislocate sull’albero e nello spazio poco lontano. L’idea è quella di offrire un cast di personaggi che, di volta in volta, da protagonisti o da coprotagonisti, raccontino come in un “romanzo” corale la storia del Grande Albero.

I racconti sono brevissimi, 2-3 pagine di media (anche se c’è qualche eccezione che osa un poco di più!), e sono improntati all’ascolto. A differenza dei più recenti albi illustrati, queste storie rispolverano il piacere di una lettura condivisa, di certo animata dalle belle illustrazioni di Giulia Orecchia, che potranno essere scrutate ed esplorate dai bambini anche in un secondo momento, ma che soprattutto propongono un godimento della parola e invitano a immaginare.

La raccolta spinge il lettore ad entrare nella storia sin dal primo racconto: è il vento che soffia (idealmente alle spalle del lettore) e arriva fin sopra al balcone dello Scoiattolo Giulio, dove lascia, ormai stanco del suo gioco un seme inaspettato in un vaso abbandonato:

«Il Grande Albero fu l’unico del bosco ad avere fiori di un seme arrivato da tanto lontano, coi petali che all'alba erano rosa, a mezzogiorno gialli e la sera rosso fuoco. E tutti nella foresta dissero che erano i fiori del vento»

La creazione di un universo ben caratterizzato passa, innanzitutto, da una precisa nominazione dei protagonisti tramite nome e cognome: Gufo Gufolacci, Orbina Talponi, Lucia Lucertola, Gazza Gazzelloni, Topetta Topinik...non passerà  molto e i lettori impareranno a riconoscere ognuno per il proprio talento e il proprio carattere!

I personaggi tornano e ritornano, si intrecciano nelle storie, ognuno col suo piglio, non per forza semplicemente positivo, ma neanche pretestuosamente negativo. Per ognuno l’autrice tenta una sbozzatura caratteriale sfaccettata e non per forza funzionale alla proposizione di un modello: Gazza è prepotente e capricciosa eppure non ci pensa due volte ad offrire due preziosi cassetti del suo mobile per la nascita dei gemelli panda, gli altri inquilini non ci pensano due volte ad accusarla di furto, ma con la stessa velocità le fanno una festa per chiederle perdono. Gatto Permalino rimane permaloso esattamente come l’inizio della storia a lui dedicata senza nessun ripensamento e Tarluccio Tarli è costretta ad andarsene dopo per tenuto svegli tutti i condomini con la sua verve creativa notturna. I personaggi sono, dunque, adorabili a loro modo, per le loro manie e le loro passioni e collaborano, per come sono fatti, all’armonia imperfetta ma vera del Grande Albero.

La cifra di queste narrazioni, pur brevi e semplici, è la solida struttura narrativa sempre ben sviluppata (esordio-sviluppo-conclusione), eppure mai prevedibile o banalmente didascalica. Ci sono storie d’amore naufragate, scherzi finiti male, litigi e scenate, corse alla scuola dell’infanzia, traslochi, paure notturne, zii dall’America, visite degli ufo, vacanze, furti...

Lieve e indimenticabile l’episodio dedicato alla nonna Gin, volpe che ha fatto da nonna a tantissimi cuccioli del Grande Albero, che dopo un esilarante serata passata al cinema è talmente stanca da addormentarsi per sempre.

Il realismo è quasi totale, areato da piccole concessioni immaginifiche, come quando, alla fine dell’anno scolastico, i piccoli della scuola materna preparano una gara di triciclo a vela e Fomiciccio Formichini prende il volo («Arrivò ultimo, ma fu l’unico a sentirsi, per un pomeriggio, un aquilone») o quando Faina Fainoni ruba tutti i profumi e i sapori «che uscivano dalle pentole del Grande Albero».

La lingua è precisa, dotata di un rigore gentile che asseconda i giochi di parole (Permalino Gattacci fraintende sempre in peggio quello che gli dicono gli amici) e sorprende con un ritmo brioso.

Una bellissima raccolta per piccoli, per riscoprire il piacere di ascoltare una storia.

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Storie della buonanotte al Grande Albero Laura Magni - Giulia Orecchia 204 pagine Anno 2024 Prezzo 28,00€ ISBN 9791280837547 Editore AnimaMundi
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