Il racconto custodito nel bel volume di Raum Italic Casa Musica (come un papero innamorato) si ispira liberamente a Casa Verdi, una casa di riposo ben presente all’affetto dei milanesi che proprio Giuseppe Verdi fondò e finanziò come luogo dove i musicisti in pensione (magari poco previdenti in fatto di risparmi) potessero essere accolti.
L’istituzione ha fatto la storia di Milano e ancora oggi si occupa di accogliere i musicisti, lasciando che la musica possa nutrire la vita e la passione anche ad età avanzata.
Prendendo spunto da questa istituzione, unica nel suo genere, Maddalena Vaglio Tanet racconta la storia di Renata una bimbetta che ogni martedì va a trovare il suo nonno in una casa di riposo che tanto assomiglia a Casa Verdi e che accoglie, per l’appunto, musicisti. Il nonno di Renata è tra questi: un ex oboista con la passione per le carte.
I brevi capitoli che costituiscono questa storia seguono le visite settimanali di Renata e si intrecciano alle vicende dei vari ospiti con le loro storie e la loro musica.
L’oboe del nonno ha un suono magico che, ampliato dall’improvvisa passione per la vicina di camera, suona in un modo che tanto ricorda un papero innamorato, ma tra le varie stanze, le sale e i giardini, le storie non mancano: incontriamo soprani dal passato brillante con la passione per le parrucche, appassionate arpiste coreane, suonatori di ottavino e di tuba, violinisti e violisti, imponenti suonatori di ukulele e sbadati jazzisti russi con il contrabbasso…
Ognuno, nell’incontro con Renata, offre uno scorcio sulla sua passione e la bellezza del proprio strumento musicale, ma anche un piccolo contributo narrativo che si armonizza, come in uno spartito, alle storie degli altri musicisti.
Molto bello il breve capitolo dedicato ad Ester, pianista, che racconta della sua infanzia e di come non sapesse «spiegare che la musica le entrava dentro attraverso le orecchie e la sentiva dappertutto, nella gola, per esempio, nello stomaco, come una zuppa bollente». Ester accoglie i bambini che vogliono venire a trovare gli ospiti e insegna loro a suonare il pianoforte, permettendo loro di vestirsi da supereroi, perché - dice - schiacciare i tasti del pianoforte con le dita ed essere in grado di causare una magia come quella del suono è qualcosa che sanno fare solo i supereroi.
Martedì dopo martedì Renata incontra vecchi ospiti, un gatto scalcagnato (ma che ama le custodie dei violini!), ma anche giovani musicisti venuti per studiare insieme alle vecchie glorie o artisti che desiderano contaminare la loro musica, incontra persino un bambino amusico (che non sente la differenza tra melodia e rumore), ma che partecipa alle lezioni di pianoforte perché la passione di Ester è contagiosa.
Di ogni strumento e di ogni musicista che incontriamo vengono offerte alcune piccole riflessioni o racconti che ci offrono uno scorcio della passione per la musica e della particolarità di ciascuno strumento, ma anche del valore che la musica rappresenta nella vita degli artisti, come per Ben, batterista con il Parkinson, che, ascoltando le percussioni, riesce a muovere il suo corpo senza incepparsi (ho visto un video di una anziana ballerina che proprio nella musica trova sollievo dall’Alzheimer).
Il nascere di piccole semplici relazioni di amicizia e di stima all’interno di questo luogo impregnato di musica, lascia un’impressione chiara di come la musica sia composta di passione e di condivisione.
Il romanzo è ben scritto, in modo ordinato e compito, e organizzato in capitoli brevi che un bambino di seconda primaria gestirà tranquillamente, ma soprattutto è reso vivacissimo dalle illustrazioni coloratissime di Giovanni Colaneri che riempie queste pagine di energia e allegria.
Le immagini non si pongono solo come corollari o descrizioni di piccole scene, ma le intere doppie pagine e le cornici (dove ance curiose si organizzano in decori inaspettati), narrano altri spazi, altri luoghi, altre melodie, rivendicando la loro voce.
Un piccolo libro energetico sulla bellezza della musica (che ha vinto il premio Orbil 2023).