La coppia Barnett-Klassen ci ha stupito l’inverno scorso con un albo esilarante dedicato a Babbo Natale, ma Barnett ha dimostrato di essere scrittore capace di misurarsi con diverse forme di scrittura e diversi toni (potete rileggervi l’intervista che mi concesse sul suo lavoro).
In questi giorni che precedono il Natale, Mac Barnett torna sugli scaffali insieme a quello che è - a mio avviso - uno degli illustratori più talentuosi del momento, Sydney Smith, con una storia dedicata ancora una volta a Babbo Natale.
Illuminato dalla luce gelida e abbacinante del sole polare il villaggio degli elfi di Babbo Natale è tutto un fervore e il narratore esterno apre il suo racconto, offrendoci a voce alta, una constatazione:
«Un tempo, Babbo Natale non festeggiava il Natale. Per tutto l’anno, al Polo Nord, costruiva giocattoli, che poi caricava sulla slitta la vigilia di Natale, per volare in tutto il mondo e metterli sotto gli alberi. Quando tornava a casa, andava a dormire. E quando si svegliava, la mattina di Natale, si rimetteva al lavoro. Tutto qui»
Il rischio insomma è che il “fare”, la routine, faccia scordare di godersi la magia del momento che è sotto gli occhi di tutti, ma che può diventare meccanicamente scontato. Gli elfi e l’amico orso bianco, resisi conto della situazione, si domandano perplessi: «“Ma come, tutto qui?”»
È paradossale ma sembra che chi rappresenta l’anima stessa del Natale potrebbe, tutto sommato, rischiare di perdersi la calore affascinante di questo momento: bisogna correre ai ripari!
La mortificazione, che segue la coscienza di aver (forse) dato per scontato la gratitudine a una persona a tutti così cara, mette in moto un piano con i fiocchi!
Così quando Babbo Natale, archiviata la consegna dei regali natalizi, si appresta a ricominciare un anno di preparazione di giocattoli … gli elfi intervengono con un diversivo.
Il testo, che si è aperto con la constatazione esterna di un dato di fatto, lascia adesso il posto ai dialoghi che trasformano le illustrazioni in uno spazio quasi teatrale, animato dalle voci dei lettori.
«“Aspetta!” dissero gli elfi. Dobbiamo andare a scegliere un albero! “Per chi?” chiese Babbo Natale. “Per te!” dissero gli elfi. “Perché?” “Perché è Natale!”. Babbo Natale posò il martello. “Be’, sembra un’idea carina”»
Il ritmo narrativo è gestito magistralmente con un rimpallo tra immagini e testo che lascia che ogni linguaggio abbia il suo ruolo nella storia.
Come accade quando l’entusiasmo di Babbo Natale per un grande abete rosso viene smorzato dalle voci dubbiose degli elfi e viene, poi, seguito da una doppia pagina senza parole che lascia spazio alle risate dei lettori, di fronte all’evidenza di un albero mezzo incastrato nella porta d’ingresso.
Quello che si apre con la scelta dell’albero diventa immediatamente un tour de force di preparativi, perché l’albero va decorato con festoni, bastoncini di zucchero, palline di vetro … poi vanno appese le calze al camino, vanno accese le lucine in tutto il villaggio del Polo Nord… e poi ancora vanno preparati i biscotti per le renne e per Babbo Natale!
In questo passaggio emerge scanzonata l’ironia di Mac Barnett che racconta come gli elfi, scocciati, impediscano a Babbo Natale di mangiare i biscotti destinati ... a lui?!
«Ma quando tirarono fuori le cose dal forno, Babbo Natale potè prenderne solo uno. “Dobbiamo tenerli da parte”, dissero gli elfi. “Per lasciarli pronti con un po’ di latte. Per chi sai tu” “Ma…” disse Babbo Natale. Gli elfi lo guardarono severi»
Intuiamo quindi che oltre alle attività organizzate per Babbo Natale scorre parallelo un piano ultra segreto… come farà Babbo Natale a ricevere i regali da Babbo Natale?!
La preparazione attenta di tutti i riti, i gesti e le tradizioni che contribuiscono a creare la magia del giorno di Natale devono essere rispettati alla lettera, perché l’incanto possa avvolgere e abitare quel giorno.
Non mancano, dunque, le storie su Babbo Natale raccontate da Babbo Natale agli elfi di fronte al fuoco scoppiettante del camino e nemmeno l’entrata trionfale di un “urside” Babbo Natale che arriva perfettamente abbigliato a consegnare i regali. (Esilarante il pollice in alto che Babbo Natale fa al Babbo Natale improvvisato!).
La giornata si chiude con un banchetto perfettamente illustrato che fa venire l’acquolina in bocca e che chiude una giornata indimenticabile tra gli occhi commossi di Babbo Natale e i sorrisi stampati di tutti gli elfi intorno al tavolo.
Le illustrazioni di Sydney Smith rendono quest’albo indimenticabile: la luce abbagliante su la barba ancora sfatta di Babbo Natale il mattino presto del 25, i bordi riflettenti della tazza di latta, i riflessi sulle palle di vetro… si dovrebbe passare una giornata solo a godersi tutti i dettagli. L’artista modula la sua capacità di imbrigliare la luce in una gamma di situazioni capaci di comunicare le sensazioni ai lettori: la luce calante del sole sul villaggio stanco, l’energetica e fredda luce del mattino, il calore dei fuochi accesi nei camini…
Una bella storia di Natale che diventa eccezionale grazie alle illustrazioni di Smith che ci ricorda come la magia vada cercata, conquistata, ricreata con volontà e tenacia tutti gli anni e come la gratitudine e la gioia siano parte di questo lavoro.
Una splendidissima storie di Natale per tutti.
«"Dovremmo proprio farlo tutti gli anni”. E così fecero.»