Un atteso e felice ritorno di questo autunno è anche quello di Pina, la celeberrima topolina nata nell’immaginario dell’autrice inglese Lucy Cousins negli anni Novanta. Dopo infatti quasi 5 anni di assenza dagli scaffali italiani, la topolina ritorna protagonista di un paio di libri cartonati dedicati, come è nel suo spirito, ad entusiasmanti avventure quotidiane, accompagnate - a differenza delle edizioni precedenti - da un testo bilingue italiano-inglese. Pina è davvero una superstar nel mondo inglese e anche in Italia ha conquistato numerosi lettori, grazie alla sua allegria e alla serialità delle sue storie che, naturalmente, dà la possibilità ai più piccoli di affezionarsi ad un personaggio unico.
Più semplice del complesso mondo creato intorno al corrispettivo italiano di questo personaggio, Giulio coniglio, quello di Pina è uno spazio in cui la piccola protagonista fa incursioni esplorative che raccontano una realtà nei suoi tratti essenziali. Pina è una bambina-topolina che si accompagna sempre al suo peluches a forma di panda e che scopre gli ambienti insieme ai suoi amici. Un personaggio schietto, molto semplice e per questo di grande fascino, perché capace di proporsi ai più piccoli per la sua mossa nel mondo e la sua curiosità, piuttosto che per il suo carattere.
La prima avventura, La fattoria di Pina, accompagna i bambini a scoprire la fattoria appunto e lo fa attraverso 5 momenti slegati fra loro (l’arrivo panoramico, il campo, il pollaio, l’orto, la stalla) che tendono quindi a mostrare i diversi aspetti di uno stesso luogo, organizzandoli in una ideale giornata: non c’è, dunque, una storia precisa e le diverse scene sono autonome (e quindi leggibili anche in sequenza sparsa, situazione meno inusuale di quanto si pensi con i bambini piccoli, posso testimoniarlo).
Il testo, d’altro canto, è molto coinvolgente e alterna brevi frasi descrittive delle immagini («Pina e i suoi amici vanno alla fattoria», «Pina guida il trattore nei campi») ad esclamazioni che invitano i più piccoli a soffermarsi sulle immagini o ad interagire con la narrazione («Guarda, lo spaventapasseri!», «Ciao pecore! Ciao maiali!», «Muuu!»). Il testo inglese sottostante permette uno doppia lettura (versi onomatopeici compresi: «cheep! cluck!»)
Le tavole sono dense di colore e il volto bianco di Pina funge da faro tra gli sfondi vitaminici e le grosse linee nere sbozzate che disegnano i personaggi.
Conclude il volumetto una pagina apribile che si trasforma nello sfondo di una stalla e si presta al gioco (con i pupazzetti di carta allegati o con i propri giochi), ideale come intrattenimento portatile!
Il libro nel suo complesso è ben pensato nel suo orizzonte di quotidianità e nel suo relazionarsi al lettore, la frammentazione della narrazione permette una lettura anche a bambini molto piccoli (dall’anno, ma godibile al meglio dai 2), e i disegni, seppur non perfettamente realistici sono ben stereotipati e riconoscibili. Io preferisco i protagonisti umani, ma questo non scalfisce le potenzialità di Pina, una topina in salopette davvero adorabile!
Qui la presentazione della topina e qui una bella intervista all'autrice.
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