Il Natale è un momento importante nella vita di tutte le famiglie e intreccia tradizioni che riguardano il credo di ciascuno e tanti piccoli riti familiari che rendono quei giorni unici nell’anno.
Ne panorama di proposte che appaiono sugli scaffali, in questo periodo, ci sono storie che raccontano la nascita di Gesù o la tradizione di Babbo Natale, ma anche libri che offrono suggestioni relative proprio a questo clima che si crea puntuale, anno dopo anno, ogni anno.
Non credo che queste siano narrazioni necessariamente meno interessanti, soprattutto perché i bambini piccoli colgono soprattutto questo aspetto della preparazione del Natale, che non è necessariamente formale, ma racconta di una cura che è il riflesso di una ragione più profonda che potrà essere narrata a seconda dell’età in modo diverso.
Mi è dunque piaciuta la nuovissima uscita Il Natale della famiglia Gatti di Lucy Brownridge e Eunyoung Seo, un libro cartonato pensato per accompagnare i bambini piccoli alla scoperta del Natale, un percorso guidato in 12 tappe: dal 13 dicembre fino alla vigilia.
Il libro è prevalentemente una sorta di wimmelbuch (ma non così affollato), corredato da 12 brevi testi, che ci accompagna dentro le stanze della casa della famiglia Gatti e poco fuori, alla scoperta di 12 momenti e 12 rituali familiari che accompagnano la famiglia fino al Natale.
I momenti sono molto semplici: dalla preparazione della frutta speziata, alla scrittura dei biglietti di Natale, dalle canzoni in giro per il paese, all’attesa dei nonni alla stazione dei treni, dalla preparazione dei regali reciproci, alla pulizia della casa, dagli ultimi acquisti all’addobbo dell’albero. Tutto è imperniato di attesa e di lavorìo.
Non c’è nessun accenno esplicito né alla Natività né a Babbo Natale (i gatti si preparano i regali vicendevolmente), ma un cammino che ci accompagna a far spazio a un tempo familiare, unico e intimo.
«Mancano 11 giorni a Natale. Il primo compito dei gattini addobbare la casa. I più piccoli, Pip e Bobo, seduti al tavolo in cucina, decorano le arance con i chiodi di garofano. Lupin si occupa della ghirlanda e Sorrel di appendere i gingilli sull’albero»
Il testo è asciutto e descrittivo ma la bellezza di queste pagine e sta nella ricchezza illustrativa e delle alette che creano una sorta di seconda storia parallela, nascosta tra barattoli e cassetti, ceste e coperte.
Più di 140 animazioni che i bambini anche piccoli, a cavallo tra i 2-3 anni (la prima apertura può essere forse difficoltosa ma dalla seconda i bambini anche piccoli riusciranno facilmente), potranno sollevare per vedere animarsi la casa di piccoli topini natalizi, ma anche di tanti piccoli dettagli realistici inattesi.
Nella sala, di ritorno dall’ultimo giorno di scuola, scopriamo la casa del topino, nascosta dietro il quadro oppure possiamo sbirciare il contenuto della cartella dei gattini, il pranzo consumato, i pacchetti ricevuti a scuola, i libri tenuti insieme con una cintura. Dentro lo sportello della libreria, tra le tovaglie colorate e accuratamente piegate, altri topini riposano, mentre altri trascinano carriole piene di bon bon... insomma ogni doppia pagina cartonata è una scoperta di tanti piccoli dettagli che portano a Natale o che sorprendono, semplicemente (come scoprire tutte le varietà di biscotti contenute nei diversi contenitori in ceramica decorata della cucina!).
È interessante che le animazioni siano, per la maggior parte legate, all’apertura funzionale di alcuni oggetti: per esempio si solleva il quadro, si apre lo sportello della cucina, si apre l’anta della libreria o il cassetto o la finestra, si solleva lo strofinaccio... anche il dialogo con ciò che si scopre è sempre correlato all’oggetto “svelato” con coerenza: nell’orologio ci sono i meccanismi, nel cassetto della scrivani i calamai, nella borsa di tela un topino che raccoglie le lettere... Il gesto richiesto al lettore, dunque, non è avulso dall’illustrazione generale, ma la anima - appunto - intrecciando una piccola storia parallela e magica.
L’immaginario entro cui si muove l’illustratrice sud coreana sicuramente abbrivio da Beatrix Potter e dal mondo di Jill Barklem, ma lo anima con una sensibilità orientale, una sensibilità spiccata nella descrizione dei tessuti, delle tappezzerie e delle piastrelle, ma anche delle scatole bordate di tessuto e dei cestini di vimini.
Lo sfondo è certamente invernale e il tepore familiare e della casa è comunicato da colori caldi e tenui, ma anche da tutti i vestiti i tessuti con cui sono vestiti personaggi: maglioni, cappotti, cardigan, lunghe braghe, camicie a sbuffo...
Il mondo descritto si ispira al Nord Europa: le case che vediamo descritte ricordano le case a graticcio del nord della Francia, o di qualche villaggio bretone.
Il treno che porta i nonni è un treno a vapore e e questo certamente ci fa fare un balzo nel passato, anche se alcuni dettagli della famiglia, come ad esempio le uniformi scolastiche, accennano a una modernità. Il mix è comunque molto armonico e ne risulta un libro piacevole, un libro-scoperta che chiede ai bambini- lettori di soffermarsi sulla pagina, godersela, animarla con il loro senso.
L’alta frequenza di animazioni chiede, infatti, al bambino del tempo, un tempo da dedicare alla scoperta di ciascun ambiente con divertimento, ma anche con calma e attenzione.