Il romanzo di Rigo e Rosa è una intensa storia di amicizia in 28 episodi piccoli piccoli, piccoli come Rosa, una vulcanica topolina che un bel giorno entra nella gabbia di Rigo un gigantesco leopardo perché cerca qualcuno che la difenda dagli «animali cattivi». Nasce così una improbabile quanto mai felice amicizia.
Rosa è una piccina sempre su di giri e sempre entusiasticamente impegnata in qualche cosa e bisogna farci l’abitudine, ma lei è perfetta, è perfetta per Rigo, il placidissimo e un po’ malinconico Rigo!
I brevi racconti si svolgono tutti tra le quattro parete della gabbia di Rigo allo zoo: sembrerebbe uno spazio angusto e non manca la consapevolezza della tristezza della situazione («“Piccola, sciocca, cara topolina. Allora non lo sai? Tutte queste cose sono solo un modo per chiederci scusa. Sai perché mi hanno fatto questo bel recinto? Per dirmi: ci dispiace non puoi vivere in libertà. In cambio, però, ti diamo un posticino coi fiocchi […] Con te, invece, nessuno deve scusarsi. Perché tu sei libera. Tu hai la più grande libertà e la vita più avventurosa che si possa immaginare”»), ma nello stesso tempo la dinamicità carica simpatia di Rosa spazza via ogni tristezza.
I dialoghi sono il perno delle vicende, tutte autoconclusive, e toccano temi a volte molto profondi come il destino, la morte, la libertà… ma non mancano momenti avventurosi, risate, giochi e divertimento.
Rosa usa della sua libertà, appunto, per stare con Rigo e il legame tra questi due amici è commovente ed esaltante e anche i confini limitati di una gabbia vengono abbattuti dall'immaginazione e dal calore di due che si vogliono bene. Come nel celeberrimo dialogo della volpe e del Piccolo Principe, questi due esseri così lontani, diversi, anzi per certi versi nemici (preda e predatore) si “addomesticano” a vicenda con il loro affetto spiritoso («“Il tuo alito fa parte di te. Se fosse da solo, magari, lo troverei fastidioso. Ma insieme… siete perfetti”»), con la loro intimità capace di valorizzare l’altro («“…nessuno fa le capriole più buffe delle tue. Nessuno come te, riesce a sentire con tanto anticipo l’odore della pioggia che si avvicina. E ricordi come hai spaventato i corvi? Geniale! […] Ecco Rosa sapeva quale campionato aveva vinto Rigo: quello di chi riusciva a renderla più felice») e la loro libertà di andare a fondo di ogni pensiero dell’altro («“Sai cosa penso del fatto che c’intendiamo così bene?” gli sussurrò. Rigo fece di nuovo le fusa e disse: “Che sia supercolossaroso?” Rosa scosse la testa e scivolò di nuovo sul collo del leopardo. “No”, disse. “Che sia… semplicemente bello”»).
Si è edificati, commossi - non riesco a dirlo con un sinonimo! - da questi due amici, ci si perde nei discorsi filosofici sul nulla e anche sulla morte e poi si viene presi dalla ridarella quando ci si prepara per la Gran Festa del Chiasso e Trambusto: Rigo e Rosa si divertono come sciocchini insieme e ridono come pazzi anche di fronte alle grandi domande della vita.
Il dialogo e la relazione che si instaura all’interno del topos narrativo grandi vs piccoli, adulti vs bambini (Rigo è un leopardo anziano) non si risolve mai con la presa in giro di una delle due posizioni, anzi la preoccupazione dei due amici è sempre quella di cercare di capirsi e, insomma, di volersi bene.
Un libro davvero accogliente, gentile, compito e irresistibile, grazie anche alle splendide illustrazioni di Kathrin Schärer senza le quali - posso dirlo con certezza - molto del fascino del testo si sarebbe perso o sarebbe rimasto celato.
Una proposta ideale per chi vuole leggere storie “lunghe” a capitoli, ma anche per i primi lettori che vogliano cimentarsi con le loro forze, pur avendo bisogno di pause per recuperare le forze.
Insomma viva Rigo e viva Rosa!