Avete paura del buio? E soprattutto andreste mai a fare una gita da soli nel bosco di notte? Lizi Boyd, autrice e illustratrice americana, ci accompagna nel mondo del nero e del bosco con una poeticità capace di rendere fiducioso anche il più restio dei bambini. Flashlight è un silent book che nasce, evidentemente, dalla grande passione di Lizi per la natura, ma anche da una sua innata capacità di sintonizzarsi con essa che emerge con chiarezza dalle sue pagine e di cui potete trovare documentazione nel suo blog.
Ciò che mi ha colpito inizialmente dell’autrice americana era stato il suo tratto piatto, i suoi disegni infantili, delicati, discreti ed espressivi. All’ultima fiera di Bologna ero rimasta incantata dai giochi delle fustellature e dalle linee inaspettate di Inside outside, ma ancor di più dai colori di Flashlight, appunto. I tre re Magi, indubbiamente al corrente dei miei desideri, me l’hanno fatto trovare nella calza. :)
Il libro è nero, è bianco, è grigio e poi c’è la luce che è bianca ed è forte ed è piena di colori. È forse proprio questa esplosione di colori che attrae il piccolo protagonista delle nostra storia silenziosa: ipnotizzato dal mondo che la luce rivela, il piccolo bambino decide di lasciare il suo libro e la sua tenda per andare nel bosco.
Come un piccolo mago, grazie alla sua torcia-bacchetta il piccolo Tim (noi lo abbiamo chiamato così) si diverte a dare vita a particolari del bosco. Nel prato nero pece ecco che fanno capolino sorridenti fiorellini rossi, il cielo impenetrabile rivela di essere popolato da spauriti pipistrelli, poi c’è lo stivale giallo e i topini rosicchianti, il gufo allampanato, le puzzole, il castoro, i ramoscelli, i pesci, lo stagno, la volpe, i funghi, le mele… un mondo. Il tempo, ritmato dal sorgere della luna, scandisce un ritmo narrativo fatto certamente dai lampi di luce della torcia, ma anche da una storia che si svolge intorno.
La luce, protagonista indiscussa, reclama attenzione con molta determinazione, investe gli oggetti di colore e dona loro anche calore: infatti gli oggetti illuminati sembrano immagazzinare energia e rilasciarla gradualmente come debole eco anche nelle pagine successive (confrontate anche i risguardi!), anche attraverso le fustellature. Tuttavia la gran parte delle pagine è al buio, un buio fatto solo di contorni grigi, eppure vivo: intorno al piccolo Tim infatti il bosco si muove curioso e forse un po’ infastidito. Ci sono gli abitanti più timidi che scappano, ci sono i più temerari che impassibili continuano le loro faccende e quelli curiosi che seguono e studiano l’intruso (cercate il procione!). La parte in ombra è tratteggiata solo grazie ai contorni e solo gli alberi smuovono la piattezza dell’ambientazione, alternando pieni e vuoti, grigi e bianchi e ricreando la profondità. Il movimento è torcia-centrico, ma è anche progressivo e circolare: gli animali gravitano intorno alla luce e nel frattempo Tim si addentra nel bosco per poi tornare alla tenda. Le fustellature svolgono una funzione narrativa, muovendo gli elementi da una tavola all’altra. A metà del percorso si colloca il colpo di scena: un sasso non visto fa rotolare a terra la torcia: è l’occasione per un ribaltamento di ruoli, sarà Tim allora a prendere vita fino al ritorno nella tenda.
L’impressione finale che questo viaggio nel bosco lascia ai suoi lettori è di una gran serenità e l’opzione “senza-parole” permette di addentrarsi tra gli alberi quasi in punta di piedi. A Saverio è piaciuto, gli ha ricordato il lavoro che abbiamo fatto con i pastelli a cera e la tempera nera e ci siamo ripromessi di rifarlo. Un libro incantato per giocare con il nero, non aver paura del bosco e per guardare davvero la luce: voi vi siete mai resi conto di che potere abbia?
Non ho mai fatto uscite con i bimbi di notte nel bosco, ma noi nostri parchi vengono proposte e mi piacerebbe portarci Edo. Da sola mi è capitato invece, ma io sono affascinata proprio dai suoni notturni e dal mistero che avvolge il bosco di notte (nei nostri boschi non ci sono pericoli, e i lupi se ne stanno alla larga. Certo in Canada non lo farei da sola…). Quello che mi piace di Flashlight è che esplora una possibilità nuova, e magari può essere una sfida stimolante e avventurosa. E se siamo tranquilli noi, lo sono anche i bimbi.
Dai che questa estate di attende un bel bosco altoatesino. Di notte…
Francesca, scusa il ritardo. Mi piacerebbe parlarne con te: tu ci porti i bambini? Io ho un terrore quasi atavico del bosco di notte. Mi capitava di andare al limitare del bosco per vedere le stelle: e i rumori che provenivano dal buio mi terrorizzavano. Io non entrerei mai in un bosco nel buio da solo. Certo Flashlight rincuora e diverte per i colori, ma non so se ci entrerei mai nella realtà.
Un gran potere Maria! Amo questo libro e credo sia anche coraggioso. Perché racconta un esperienza notturna nel bosco con grande semplicità e serenità, e con ricchezza di spunti da approfondire. Del resto perché non poter vivere il bosco anche di notte? In fondo, basta una torcia…
Grazie per la bellissima recensione.