Linne Bie, Leon è stanco - Leon si veste, Erickson
La serie Leon di Linne Bie è uscita recentemente, destando pareri positivi, invece io vorrei brevemente esprimere alcune perplessità che mi sono balzate agli occhi nel paragone con una collana che amo molto, i Bohemini mini. Il contesto è la quotidianità, i gesti consueti e le routine legate alle azioni più semplici come il vestirsi o l’andare a letto e questa è certamente una scelta apprezzabile, dal momento che questi automatismi sono in realtà, per i bambini più piccoli, grandi avventure (e conquiste).
Tuttavia il narratore della collana di Leon è esterno e la terza persona utilizzata nel descrivere le azioni del bambino mi sembra allontani il lettore (nei Bohemini mini il narratore è interno e coinvolge il bambino-lettore che parla, nomina, saluta…). Inoltre la focalizzazione esclusiva su Leon, il protagonista, fa sì che l’impressione di fondo sia di asettica solitudine (mentre nei Bohemini mini lo spazio e la famiglia si relazionano costantemente con il bambino!). Questi due aspetti correlati danno vita a stonature che lasciano un po' pensierosi: «Il piccolo Leon mette il pannolino» (da solo?), «e poi il body» (da solo?), «Leon accende la lampada per la notte» (da solo?), «Legge il suo libro» (ma questo bimbo va a letto da solo?).
Una collana interessante, ma con qualche limite. Dall’anno, ma meglio dai 2 anni (età presunta del protagonista).