Oltre le orecchie da coniglio, c’è molto di più.
Quella di Beatrix Potter è infatti la storia di una donna che, come qualche volta (o forse più) accade, è stata per lungo tempo considerata, raccontata e celebrata solo per un dettaglio, solo per quelle orecchie e quel codino adorabile di Peter Coniglio.
Ancora oggi, purtroppo, tradendo il piglio imprenditoriale e la sua passione per la salvaguardia dell’habitat inglese, Beatrix Potter è immaginata come un’adorabile signora appassionata di conigli e tenere creature della campagna e nulla più.
Linda Elovitz Marshall invece dà voce alla vera storia di una donna talentuosa e appassionata, nata nella Londra del 1866. L’autrice inglese ripercorre la storia di Beatrix, ponendo attenzione alle sue passioni, alla sua cultura e al suo piglio curioso, che la famiglia (benestante) assecondò, per quanto era permesso dalle regole sociali del tempo. I testi brevi ma efficaci della narrazione, sottolineano gli interessi di Beatrix Potter, l’affetto per il suo coniglio Benjamin Bouncer, la gioia e l’euforia che la campagna donava alle sue estati…
«Poi arrivava l’estate e… la libertà! […] Beatrix amava gli orti - le lattughe, i fagioli, i cavoli»
Beatrix deve aver vissuto un’infanzia certa di poter realizzare qualsiasi cosa: percepiamo l’euforia di chi vede un futuro ricco di promesse. Invece, con la partenza del fratello Bertram per il college, intuiamo che in Beatrix qualcosa si incrina: si va avanti una consapevolezza sgradevole.
«Beatrix voleva fare qualcosa di importante, qualcosa che avesse valore»
Questa frase appare in questo momento del racconto e tornerà più volte tra le pagine, come un pensiero ricorrente, privo di recriminazioni, ma vigoroso e prepotente.
Beatrix mostra infatti di non abbattersi e cerca di far fruttare al meglio ogni occasione che le viene offerta, piuttosto che disperarsi per quelle che le vengono negate, semplicemente perché femmina.
«assisteva il padre nel suo hobby, la fotografia. Insieme, visitavano gli studi degli artisti, le mostre d’0arte e i musei. […] Notava i dettagli minuti e le piccole differenze nelle espressioni dei ritratti. Ispirata, Beatrix riprese a disegnare»
Peter coniglio nasce così, mentre Beatrix ritrae e immagina una vita per il suo adorato Benjamin Bouncer. In una società maschilista, come lo erano tutte nell’Europa ottocentesca, il lavoro di Beatrix viene inizialmente accolto, perché scambiato per quello di un uomo (!), ma poi invece ideologicamente osteggiato, quando si scopre che il talentuoso autore è invece una donna… Ma Beatrix non è tipo da scoraggiarsi:
«con il denaro guadagnato disegnando Benjamin Bouncer sui biglietti d’auguri, Beatrix fece stampare 250 copie della Storia di Peter Coniglio. È un successo, “nonostante” sia una donna!.
È la passione che guida Beatrix nei suoi lavori: gli schizzi, il disegno tassonomico, l’osservazione e lo studio della natura, e poi la scrittura creativa, le storie che fluiscono generose dalla gioia che la campagna le dona, ma anche per l’affetto dei ragazzi e dei bambini che abitano vicino ai Potter. Ed è così che, ancora giovane e nubile ma molto ricca, si inventa proprietaria terriera e poi allevatrice di pecore (le rare e inglesissime Herdwick) … oggi Lake District mantiene il fascino antico della campagna inglese, solo grazie a lei e alla campagna che ha comprato e amministrato con sapienza e determinazione.
Ilaria Urbinati regala alle immagini la levità che doveva caratterizzare l’animo di Beatrix. Gli acquerelli rievocano le atmosfere umide e terse, verdi e colorate dei prati della campagna inglese. La femminilità della protagonista e il suo sguardo intelligente sembrano specchiarsi nei disegni della Potter, solo leggermente accennati dall’illustratrice.
Una storia intrigante di tenacia, gentilezza e determinazione, proponibile dai 7 anni!
«Continuava a voler fare qualcosa di importante, qualcosa che avesse valore», valore per lei.
P.S. qualche link se volete curiosare: