Non sapevo niente di Mary Shelley, nulla oltre al fatto che avesse scritto Frankenstein, romanzo che non avevo mai letto integralmente fino a qualche mese fa. Invece sia la biografia di Mary che Frankenstein sono stati per me una scoperta incredibile.
Di Frankenstein vi dirò che parlare di romanzo gotico od horror è semplicemente riduttivo e sminuente: la vastità di temi contenuti in questo romanzo è inquantificabile, ma a parte le suggestioni inquietanti date dall’idea che si possa riportare la vita nella materia morta, l’epopea di Frankestein (che è il creatore e non la creatura!) tocca ben altri temi. La ricerca scientifica come soddisfazione intellettuale, la realizzazione umana e i suoi limiti, il sottile confine tra ossessione e dedizione, il profondissimo bisogno di compagnia e degli amici, il tema del rifiuto e dell’errore, la possibilità della redenzione o la sua negazione, un viaggio dentro l’identità e la conoscenza, portate oltre limiti che valicati scatenano la ribellione della realtà e degli elementi stessi… Un romanzo coinvolgente e terrorizzante, nel suo palese mostrare il caos e la violenza che si scatenano nel prevaricare i confini della natura e della mente.Una riflessione modernissima sull’essere e sulla propria realizzazione. Un romanzo per adulti o per ragazzi quasi adulti!
Ciò di cui invece vorrei parlarvi un po’ più diffusamente è la biografia di Mary Shelley, scritta da Linda Bailey e illustrata magnificamente da Júlia Sardà: Mary la ragazza che creò Frankenstein. Si stenta a credere che ciò che l’autrice canadese racconta di Mary Shelley sia vero eppure… Se come me rimarrete sbalorditi, l’appendice a fine racconto riprende in modo più esteso ed accurato i dettagli della biografia, chiarendo alcuni particolari che sono solo accennati nel testo illustrato, ma che possono essere ben compresi da un lettore più adulto che si fosse interrogato rispetto alla veridicità di molti passaggi che risultano davvero incredibili a credersi. L’autrice racconta e documenta le sue fonti (molte sono dirette testimonianze di Mary Shelley), proprio perché non ci sia margine di dubbio.
Ma veniamo a Mary.
La storia che questo albo ci racconta è la storia di una ragazza dall’infanzia complicata, ma con un mondo di storie, pensieri e «castelli in aria» ricchissimo a farle compagnia. Mary è una sognatrice, orfana di una madre intellettuale e impegnata per l’emancipazione femminile. Mary legge, ascolta, incontra intellettuali, poeti… e anche se nella sua infanzia tanta tristezza e incomprensione spargono semi di cupezza, il mondo immaginario del suo pensiero cresce rigoglioso. Non è ragazza da stare in casa e sospirare alla finestra. Ancora giovinetta scappa con un poeta giovane e brillante (scopriamo nelle note a fine libro e nelle letture, che vorrete assolutamente fare dopo aver letto questo albo, che il poeta, Shelley, è sposato e anche fervido sostenitore dell’amore libero e non vincolato!), con lui e la sua sorellastra girano l’Europa «in sella a cavalli e muli, e a piedi». Una compagnia di letterati, sognatori e ribelli a cui si unirà il poeta più famoso al mondo, Lord Byron. Tra barche, viaggi, ritiri in lussuose case in riva al lago, questi giovani si cimentano in scritture e letture, pensieri e opinioni, assistono e contribuiscono alla nascita di idee e progetti, poesie e romanzi: siamo nella prima metà dell’Ottocento e le scienze sembrano conquistare rapidamente il mondo, una modernità che significa cambiamento, ribellione, novità... questi giovani vogliono essere protagonisti indiscussi di questo movimento elettrizzante grazie alla voce della letteratura. È però in una sera precisa, una notte di temporale ben definita, che nasce l’idea di Frankenstein, o meglio il richiamo di una storia immortale che Mary sentirà tra la pioggia scrosciante e che la porterà a scrivere, ininterrottamente per nove mesi, la storia di uno studioso tormentato.
«Dentro la casa, cinque persone si stringono davanti al camino. Due giovani donne. Due poeti. Un medico. […] E che cosa possono fare cinque tipi cosi in una notte del genere! Soltanto una cosa. È la notte perfetta per … le storie di fantasmi».
Respiriamo questa atmosfera di cenacolo letterario dove le anime degli scrittori si equivalgono le une di fronte alle altre, non ci sono maestri e dilettanti, non ci sono maschi e femmine… ci sono le storie. Mary ha 18 anni. È da questo sodalizio che nasce in Mary, l’idea complessa e profonda dell’ossessione di Frankenstein. Sono le suggestioni, le letture scientifiche, i fogli quotidiani, la corrispondenza, le poesie, la letteratura, i viaggi, gli scorci, i paesaggi, la vita, gli amici… tutto converge in Mary e nei suoi “castelli per aria” avverandosi - rendendosi reale - in una storia «entusiasmante e spaventosa allo stesso tempo».
«Fu in una tetra notte di novembre…» questo è il passaggio che segna la nascita di una creatura mostruosa, che badate, non vede la luce alla fine di un percorso di sgomento, alla fine del romanzo. No, è appena dopo l’inizio della storia di Mary che la creatura, strappata alla corruzione della morte, ritorna in vita, quello che segue è un viaggio tortuoso e tormentato perché creatura e creatore ritornino a quell’attimo e a quei progetti che a quell’attimo fatale hanno dato vita.
Il percorso di stesura dell’opera trova in questo racconto una chiara documentazione: chi conosce già la vicenda di Frankenstein può ritrovare, le suggestioni, le ragioni, le provocazioni che animano questo capolavoro. Chi non lo conoscesse, rimarrà incantato dalla quantità di fili che Mary seppe imbrigliare nell’ordito della sua storia in modo sbalorditivo e nascerà nel lettore certamene la curiosità di incontrare questo Frankenstein e la sua autrice.
Il processo creativo di una storia immortale si realizza in una vita vissuta intensamente e resa chiaramente leggibile anche ai lettori più piccoli (dai 7 anni comunque!).. Mary brilla fulgida nelle scelte decise della sua vita, scelte controcorrente, dolorose, esaltanti, condivisibili, incomprensibili... ma comunque scelte fatte.
Júlia Sardà brilla con i suoi scorci dall’alto, i suoi volumi geometrici così naturali e una palette di colori avvolgenti. Le tavole in cui Mary appare piccolissima, quasi inghiottita dai colori del cielo e della città, ci trasmettono esattamente le sensazioni che sopraffecero probabilmente Mary stessa. L’illustratrice spagnola ha un senso della composizione delle illustrazioni pazzesco: richiami, equilibri, disequilibri, bianchi... tutto è al proprio posto in modo elegante e bellissimo. Un libro che chiede di essere guardato e riguardato, goduto in ogni dettaglio.