Saverio è di dicembre e tuttora mi sembra più vicino ai 5 anni piuttosto che ai 6, eppure a settembre andrà alla scuola primaria. Io non ho ricordi di feste dei remigini e in generale di feste per celebrare la fine della scuola materna, tuttavia qui in Brianza l’evento è molto sentito: i bambini vengono festeggiati con cappelli da laurea, attestati, medaglie etc.
È un momento di passaggio che sancisce un passaggio ben più profondo: non è solo la fine delle mattine a giocare, è un momento di crescita profondo, di consapevolezza di sé e del mondo intorno.
Mio figlio è già proiettato al futuro, senza preoccupazioni apparenti: «Mamma, quando ci saranno i fratellini e io dovrò fare i compiti? Dovrò chiuderli fuori dalla stanza altrimenti mi distraggono!». Così ho pensato che fosse il momento di prendere un bel libro a tema, per riderci su attendendo fiduciosi e curiosi questo nuovo inizio: Non ho fatto i compiti perché… di Davide Calì e Benjamin Chaud.
Il libro è esilarante! Al posto delle foto per questo articolo avrei voluto fare un filmino di Saverio che lo sfoglia, in autonomia, pagina dopo pagina, scoppiando a ridere sistematicamente a ogni cambio di scena. L’occhiello e il frontespizio introducono bene la situazione: c’è un bimbetto dalla capigliatura ottocentesca un po’ scarmigliata, vestito con un completo dei primi del Novecento, con cravatta e scarpe bel allacciate, una scrivania con una sedia imbottita rivestita con tessuti cangianti, un bassotto e fogli di compiti o di scuse? Chi lo sa.
«Allora perché non hai fatto i compiti?» chiede una moderna maestra un po’ accigliata al nostro eroe protagonista. «Non ho fatto i compiti perché…». Da questo momento in avanti Davide Calì ci regala una serie di scuse di cui vorremmo essere gli autori, una serie di scuse frutto una fervidissima immaginazione, ma anche di un piglio ironico dei più sottili. Ogni tavola di Benjamin Chaud, che già ci aveva estasiato con i suoi sfondi alla belle epoque ne Una canzone da orsi, propone scorci di un mondo elaborato e riconoscibile come appartenente al protagonista, ma declinato via via nelle gustosissime situazioni citate di volta in volta. Riconosciamo la casa, con i suoi interni, la famiglia (ci sono un papà, una mamma, un fratello e una sorella) e il cane ma di volta in volta appaiono elfi, robot impazziti, ufo, vichinghi, lucertole giganti (“mamma in realtà ci sono anche una tartaruga e un coccodrillo”), zii, conigli etc. etc. Ma non pensiate che siano solo incursioni esterne ad impedire l’effettiva applicazioni ai compiti: non c’è scusa uguale a se stessa. Molto interessante l’idea della prima persona plurale ricorrente, dove il bambino per scusarsi si fa forte della presenza della sua famiglia coinvolta nelle situazioni più assurde. Tra le più esilaranti:
«Abbiamo trovato un pinguino che si era smarrito, e così l’abbiamo riportato al Polo Nord “Ma i pinguini vivono al Polo Sud!” [intervento della maestra ndr.] Ecco appunto! Quando abbiamo capito l’errore siamo dovuti tornare indietro e riportarlo all’altro Polo…».
«Abbiamo avuto dei problemi con le piante carnivore».
«Il coniglio di mia sorella si è mangiato tutte le mie matite e i quaderni».
«Mio fratello ha avuto di nuovo il suo problemino».
La collaborazione tra autore e illustratore è stretta: le tavole amplificano il testo (il coniglio si è mangiato anche pareti e divani nelle manovre di avvicinamento alle matite e ai quaderni!), lo esplicano (il problemino del fratello si chiama licantropia) e lo interpretano liberamente (lo zio è sfidato a duello dal vicino a suon di rastrelli e attrezzi da giardinaggio), tuttavia le immagini caratterizzate da un’ambientazione storicistica, fatta di carte da parati, mobili vecchio stile, cilindri, velette e co. mostrano una propria autonomia stilistica che rende il testo meno prevedibile, più caratterizzato e godibile. La linea morbida di Benjamin Chaud non lesina particolari e l’immedesimazione nelle surreali vicissitudini dell’eroe è totale: per ogni tavola gli sfondi e anche i particolari secondari sono ben curati, delineati e posizionati. Bellissima anche la scelta della palette dei colori.
«Ecco… perché non mi crede?»
Vi lascio il brivido di scoprire il finale.
Un libretto formato tascabile che si dovrebbe regalare ad ogni remigino… successo assicurato: oggi in auto abbiamo giocato a chi si ricordava più scuse. Ha vinto Saverio, siamo sulla buona strada.
Non ho fatto i compiti perché…
Davide Calì - Benjamin Chaud - Sarita Segre (traduttore)
36 pagine
Anno: 2014
Prezzo: 13,00 €
ISBN: 9788817069472
Rizzoli editore
Anobii
Brava è l’altro! Vorrei vederlo per capire se è una replica o è originale anche lui… prenotato in biblioteca 😀
Conoscevo “Sono arrivato tardi perché…” Non so quale dei due sia il sequel dell’altro.
Le illustrazioni sono praticamente perfette!