Una premessa a questo articolo è necessaria. Non sono una logopedista, le riflessioni che riguardano le prassi di apprendimento della lingua sono frutto però di anni di studi sulla lingua italiana (dottorato e anni di ricerca universitaria su grammatica e linguistica, l’insegnamento di grammatica e lingua italiana che ho condotto per anni in università e il master che ho frequentato per l’apprendimento della lingua italiana come lingua secondaria). Inoltre faccio consulenze per l’uso dell’albo illustrato come strumento inclusivo presso le scuole e scrivo mensilmente una rubrica su una rivista di settore, Gulliver, cercando di sviscerare proprio la relazione dell’apprendimento della lingua e della grammatica grazie alla letteratura illustrata.

Il punto di partenza di ogni mia considerazione parte dalla convinzione che leggere appassionatamente storie ai propri figli è il contributo di maggior impatto sull’apprendimento linguistico. Qualsiasi storia bella desterà l’interesse per le parole, il loro significato e la loro organizzazione e, nello stesso tempo – se le storie sono scelte e curate – esporrà il bambino alla lingua in tutte la sua complessità, abituandone l’orecchio.

I libri che vi consiglierò nascono dalla ricerca personale che ho attuato, provocata dai materiali che alcuni logopedisti avevano fornito a mio figlio come supporto per l’ampliamento del lessico e della sintassi (ne parlerò in un prossimo articolo). Volontariamente non mi spingo a suggerirvi libri specifici per l’apprendimento della fonetica perché i vincoli di partenza di ciascun caso determinano in modo unico la strategia logopedica, cosa che invece non avviene per lessico e sintassi.

Quando si parla di apprendimento del lessico, i materiali che vengono offerti al bambino sono spesso schede molto succinte che elencano in modo puntuale i diversi nomi che si vogliono insegnare; le immagini si rivolgono direttamente al bambino (anche se il bambino può non conoscere l’oggetto nominato!) e l’adulto introduce e nomina le parole. In questo modo l’apprendimento prevede un abbinamento binario mnemonico: ti faccio vedere una cosa e ti dico la parola a cui associarla. Al bambino è chiesto uno sforzo notevole esclusivamente affidato alla memoria, che viene ulteriormente complicato se l’immagine al suo interno mostra diverse parole (ad esempio tutti i nomi delle parti del corpo indicate in un’unica immagine del corpo). Il coinvolgimento dell’apprendente è pari a zero: poco importa se al bambino non interessa nulla dell’argomento proposto o se non ha mai visto le immagini di cui deve imparare i nomi, se non sa a cosa servono, che rumore fanno…

Per ovviare a questo tipo di apprendimento frontale, di volta in volta ho cercato albi che raccogliessero lessico appartenente alla stessa famiglia semantica, ma che prevedessero una storia, un gioco, un coinvolgimento fisico che potesse divertire mio figlio.

Le famiglie di parole si incontrano negli albi più facilmente di quanto si possa pensare. Il primo livello da considerare è quello degli albi enciclopedici che illustrano famiglie di parole: in questo caso la strategia di apprendimento non sarà diversa da quella tradizionale, ma la cura delle immagini (colorate, ricche di dettagli…) certamente coinvolgerà maggiormente i bambini, rispetto al disegno generalmente stilizzato in bianco e nero di una scheda didattica.

Ci sono poi libri che inseriscono la vicinanza lessicale in storie, filastrocche e giochi coerenti, capaci di divertire e coinvolgere.

Con Lupo scopre lupo l’insegnamento delle parti del corpo, ad esempio, fa parte di un gioco di tocchi e sguardi, carezze e coccole. Le immagini singole aiutano a focalizzarsi sul dettaglio, il bambino è distratto dal gioco e l’apprendimento è rafforzato quasi inconsapevolmente dal gesto che il testo richiede/descrive.

In Pronti, via! di Julie Morstad le scelte che il bambino compie durante lo svolgersi di tutta una giornata corrispondono in realtà a diversi e numerosi campi semantici: quale vestito mi metto? Cosa mangio la mattina? Come mi sposto? Nell’intepellare il bambino nella scelta, di fatto noi lo mettiamo di fronte ad una serie di opzioni conosciute e sconosciute che vorrà conoscere, per poter scegliere.

Sono ottimi supporti anche i wimmelbuch che, proprio nell’assenza di parole, interloquiscono con il bambino e lo interrogano. Gli spazi descritti dalle immagini si lasciano descrivere, senza però pretenderlo. Ad esempio, il lessico dell’ambiente urbano imparato in schede singole, senza il supporto della visione d’insieme, è stato per mio figlio inizialmente uno scoglio arduo: il lampione assomigliava ad un palo, il cestino non si capiva a cosa servisse… Nel leggere insieme Primavera tutto l’arredo urbano si è mostrato dinamicamente per l’uso che i personaggi ne facevano e quindi la comprensione è stata facilitata. Lo stesso si potrebbe dire per gli spazi domestici, la campagna… Evitate però di snaturare questi libri in eserciziari, belli ma sempre eserciziari. Raccontate le storie che si intrecciano tra le pagine: le parole nasceranno, di necessità!

Non sottovaluterei, inoltre, la possibilità di approfondire lessicalmente un argomento amato dal bambino: l’ampliamento del lessico non deve per forza essere un’azione d tipo orizzontale, mirata ad acquisire solo termini appartenenti al lessico di base, ma può scegliere la verticalità, a patto che però si rispettino le passioni dell’apprendente. A mio figlio, ad esempio, sottoposero per settimane schede su schede relative agli strumenti musicali (ambito non particolarmente amato) e nessuno si premurò invece di coinvolgerlo in un medesimo lavoro sui mezzi di trasporto che, grazie ad Alain Grée, imparò invece in poche ore. In entrambi i casi parliamo di un lessico specifico, perché preferire la musica ai mezzi di trasporto? Perché non preferire un Inventario dei fiori o dei dinosauri, degli uccelli o degli alberi?

Non mancano neppure gli albi illustrati che giocano con le relazioni lessicali. In questo gruppo vi segnalo Tutti insieme, un libro che mette in sequenza i nomi secondo il criterio della quantità o della somiglianza: relazioni spesso dimenticate o ignorate, in favore dei contrari o dei sinonimi (sui quali ci sono albi splendidi!), ma che offrono squarci interessanti e relazionano nomi non scontati. 

Il lessico insomma non deve per forza essere appreso in un unico modo, il lessico non è solo una nomenclatura.

Nominare le cose è un’esigenza legata al desiderio di conoscere, destiamo la curiosità dei bambini, non limitiamoci ad addestrarli.

 

P.S. rimango a disposizione per consulenze personalizzate sul tema: scrivetemi!

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Commenti
7 Maggio 2020
Laura

Davvero? e’ piccolo il mondo 😊 Grazie mille per i suggerimenti, sono azzeccatissimi. Ho letto anche l’articolo ‘100 e piu’ libri da leggere 0-5 anni’ e ho trovato altri due librii che penso mio figlio vorra’ leggere piu’ e piu’ volte.
Sono veramente felice di aver scoperto il tuo sito, keep up the good work!

6 Maggio 2020
Maria

Ma dai! Sai Laura che ho dei parenti in Australia e tra l’altro il mio zio insegna italiano 😀
C’è Parole Bambine che è pensato per più piccini ma potrebbe fare al caso tuo: non è incentrato su un tema particolare ma su molte parole della realtà dei più piccoli https://www.scaffalebasso.it/david-pintor-parole-bambine-lapis/
Molto belli e in parte più complessi sono poi gli Immaginari di Blexbolex https://www.scaffalebasso.it/unebbrezza-e-uninfanzia/

6 Maggio 2020
Laura

Ciao Maria,
Sono mamma di un bimbo di due anni, viviamo in una zona rurale dell’Australia e sono l’unica a parlare italiano in famiglia.
Mio figlio adora i libri illustrati per cui sono sempre alla ricerca di materiale che lo aiuti a imparare l’italiano ma trovo molto difficile valutare se un libro mi sia utile o meno senza poterlo prima sfogliare come farei in libreria.
Grazie mille per questo articolo! Comprero’ sicuramente ‘la mia prima enciclopedia’ e ‘lupo scopre lupo’. Avresti altri libri da raccomandare per l’ampliamento del lessico?

5 Maggio 2020
Maria

Ciao! Io non sono logopedista e non posso aiutarti in modo specifico. Se non ci sono problematiche emerse esplicitamente, a volte basta un po’ di pazienza. Il rapporto tra pari spesso aiuta: se non ti capiscono tu rallenti! Passando ai libri, leggile lentamente e con calma, falle godere la bellezza della lentezza anche nel pronunciare le frasi.

5 Maggio 2020
Maria

Io ho seguito alcune classi di apprendenti sinofoni adulti e, se penso a loro, non so se questi libri siano proprio perfetti, dipende da alcuni fattori. Bisognerebbe valutare. Rischiano di non coinvolgerli.

5 Maggio 2020
Sticchi tonia

Ciao io ho mia figlia di 4 anni ke non parla molto bene si mangia le parole e molte volte non la capisci quando parla velocemente mi pitreste aiutare

5 Maggio 2020
Anna Simonotto

Molto interessante. Potrebbe essere utile per i corsi di prima alfabetizzazione per adulti. In biblioteca ne teniamo uno con varie modalità da diversi anni.

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