Quando siamo al buio, cosa vediamo? Quali luci fendono il nero della notte, ma anche la profondità del mare e la vastità dello spazio?
Lena Sjöberg, l’autrice svedese che abbiamo conosciuto grazie al suo viaggio nel mondo delle uova, torna in Italia con un viaggio attravaerso le Luci della notte.
Il taglio trasversale scelto per questo libro divulgativo tocca volutamente argomenti e temi molti differenti, offrendo una moltitudine di spunti incuriosenti.
Si parte dal cielo e dalle luci che percepiamo nello spazio: le stelle, ma anche pianeti, scie luminose, aloni. Scendiamo poi sulla terra e osserviamo le aurore boreali, fenomeno attorno al quale si intrecciano leggende, studi scientifici e riflessioni fotografiche, sì perché quando si parla di luce si deve considerare anche la capacità di percepirla, di documentarla, di catturarla.
Le luci notturne e l’intero mondo luminescente possono essere frutto di bioluminescenza (ovvero la capacità di creare «luce chimicamente»), ma anche di biofluorescenza (ovvero la capacità di assorbire «i raggi ultravioletti e trasformarli in luce).
Questo implica che, ad esempio, quello che percepiamo come luminoso, quando inondato da raggi luminosi, non lo sia nella realtà del buio: è il caso degli occhi di molti animali notturni che posseggono il tapetum lucidum e che si illuminano solo quando riflettono una fonte luminosa. Molti uccelli, poi, hanno «parti [del loro piumaggio] che riflettono i raggi ultravioletti» che agli occhi dei loro simili, che vedono la luce ultravioletta, brillano sfolgoranti.
«Al buio, i ricercatori hanno puntato una luce UV contro dei pappagalli e all’improvviso sui loro corpi sono apparse nuove zone colorate».
In altri casi la difficoltà di documentazione è legata al contesto: molti pesci utilizzano la bioluminescenza per sopravvivere nel buio perenne del fondo oceanico, ancora ignoto agli uomini per le condizioni di vita proibitive.
La panoramica tocca temi tra i più vari: dagli animali alle luci misteriose (fulmini globulari, fuochi fatui, tradizioni orrorifiche…), dai minerali (sapete che l’ambra risplende azzurra?) ai funghi (i chiodini del miele sono presenti anche in Italia!), dagli insetti al muschio, dal fuoco di sant’Anselmo prodotto dalla tensione elettrica durante le tempeste ai fuochi d’artificio.
Spesso le leggende si intrecciano ai fenomeni fisici e chimici proprio perché agli occhi dei primi uomini queste manifestazioni risultavano spesso inquietanti e misteriose:
«Un tempo si credeva che il muschio luminoso venisse piantato dalle streghe sopra i tesori nascosti. Il muschio luminoso era chiamato anche oro dei draghi».
Il viaggio non vuole essere particolarmente approfondito, ma si accontenta di porre l’attenzione su un argomento tra i più sconosciuti nel mondo scientifico. Piccoli box introduttivi e didascalie semplici si accostano alle illustrazioni (se l’inchiostro fosse stato luminescente, sarebbe stato un capolavoro!), spiegando e incuriosendo; non mancano poi i soggetti esclusivamente ritratti, in ogni caso nel lettore nascerà inevitabile il desiderio di approfondire!
«Nessuno sa perché gli zooidi emettano luce se vengono illuminati o toccati. Forse si illuminano per comunicare o spaventare i nemici? […] Il pyrosoma più grande di cui si conosce l’esistenza era lungo 18 metri. Dentro un altro pyrosoma, lungo due metri, è stato ritrovato un pinguino morto!»
La luce prodotto nel buio assume significati tra i più vari: è comunicazione, è attrazione per indurre alla riproduzione, è caccia che avvicina le prede, è segnalazione…un viaggio davvero originale e interessante!