Nel periodo di grande favore che il fumetto sta vivendo, diventa molto importante riflettere sulle peculiarità di questo linguaggio e sulle modalità con cui può rivolgersi ai bambini i più piccoli, essendo un codice stratificato e composito, non di così immediata lettura come possa immaginarsi.
Mi hanno colpito, in questo senso, i due primi volumetti della nuova collana Arka, le nuvolette, che si rivolgono esplicitamente ad un pubblico prescolare.
Le due storie presenti oggi a catalogo, Scatola con sorpresa di Édouard Manceau e Coco e la mosca di Mathis, infatti definiscono il lettore come un bambino di età ridotta perché si ispirano ad esperienze di quella fascia d’età.
I fumetti, di chiara impostazione europea, mostrano una gabbia di vignette regolare e rigorosa e sono privi di testo (silentbook).
Il fatto di essere senza parole dà la possibilità ai bambini di poter godere e giocare con questo medium senza dover gestire la complessità del livello di narrazione racchiuso dai balloon e dalle didascalie.
Questa struttura aiuta i bambini a prendere familiarità con il linguaggio sequenziale che non è di immediata comprensione e lascia loro la possibilità di gestire autonomamente i tempi di lettura e anche di scegliere i dettagli su cui soffermarsi.
Le vicende raccontate nei due volumi sono semplici ma non banali. In Scatola con sorpresa c’è raccontata una piccola storia incatenata grazie ad una serie di scatole: replicando una modalità narrativa che affonda nell’oralità e che i bambini sentono molto affine, la storia si organizza in un climax ascendente e discendente con scatole che, aperte una dopo l’altra, creano e scatenano una serie di azioni/reazioni. Dalla prima scatola esce un amico, poi un’orchestra, poi un mostrino da cui i protagonisti scappano, rifugiandosi in una grossa scatola che contiene un bosco, dove trovano una scatola che contiene una moto… La fine chiude il cerchio!
La lettura dell’immagine è chiara, perché gli sfondi sono per lo più neutri, i gesti e le espressioni sono semplici ed eloquenti ed esprimono le emozioni da cui sono percorsi i personaggi e questo permette di ricostruire i nessi di senso che legano le diverse vignette, concentrandosi su ciò che è significativo.
Coco e la mosca vede al centro un lupo e basa la sua trama sul meccanismo della risoluzione di un problema e i tentativi che si immaginano per risolverlo.
Anche in questo caso è una scatola ad “aprire i giochi”: il lupo sta giocando con le costruzioni, ma l’architettonica torre diventa sempre più alta, tanto che lupo non riesce più a raggiungerne la sommità. Come risolvere il problema?
I piani vengono espressi da balloon (pochissimi!) che esplicitano le varie idee del protagonista: trovare un alto uccello? Utilizzare una lunga pinza? A questo punto interviene una mosca che sembra rendere vani tutti i tentativi… ma sarà proprio così? Le idee che il piccolo lupo si fa venire sono spassose ed esilaranti e il raggiungimento dell’obiettivo sarà un traguardo soddisfacente, quanto inaspettato.
Un fumetto dunque non semplificato, ma semplice che si rivolge timidamente ma con personalità ai bambini dai 4 anni.
P.S. Avrei evitato completamente le doppie pagine iniziali che pretendono di insegnare e spiegare agli adulti perché e come proporre questi libri. È triste pensare che i libri senza parole richiedano delle introduzioni per farsi capire.