Sono stata una mamma portatrice abbastanza inesperta con il mio primogenito. Le letture di cui mi ero nutrita avevano radicato in me la certezza dell’importanza del contatto costante e prolungato e portai Saverio per anni dentro un Mei Tai (che con il senno di poi non fu certo il supporto migliore, certamente per me), ma che fortunatamente si rivelo un supporto giusto per lui che ronfò beatamente e scrutò il mondo con serenità attaccato al genitore di turno. Con il mio secondogenito, arrivato con l’adozione a 2 anni, il contatto ha costituito un importantissimo passo di conoscenza reciproca e di riappropriazione di certezze e sensazioni mai vissute: è stato un Tula toddler a farci compagnia, in casa, in vacanze, in giro… ogni qualvolta che la tensione e la stanchezza avesse bisogno di sciogliersi nel contatto con la mamma o con il papà. Con la piccola terzogenita in arrivo ho voluto però appropriarmi con più consapevolezza di un mondo, quello del portare, sfaccettato e dalle mille voci, accomunate dal rispetto del neonato e dei suoi bisogni, addentrandomi nel vasto mondo delle fasce (grazie ad una consulente, eh!).
Con gioia quindi ho accettato di guardare un libro che proprio all’interno dell’esperienza del babywearing nasce: Sogno. Laura e Corinna hanno ideato a 4 mani un inno all’alto contatto, proprio mentre aspettavano le loro bambine: ne è nata prima una fascia, Sogno, design de La Luna in Fascia con tessitura Babymonkey e solo dopo, pochi mesi mesi fa, un piccolo libretto cartonato che potesse concretizzare questo augurio poetico anche nel momento condiviso della lettura
«Sogno per te una vita dolce come la prima volta che assaggiano le fragole e gustosa come un piatto di spaghetti».
Attraverso un degradare cromatico leggero che sembra far eco alla tessitura di una fascia, il libro racconta i desideri che nascono con la nascita dei figlii e di cui si vorrebbe far loro dono.
«Sogno per te una vita avventurosa come i primi passi senza stringere la mia mano e suggestiva com un tramonto sul mare».
«Sogno per te una vita colorata come manine sporche di vernice e sorprendente come sentirsi chiamare mamma».
Il testo è molto semplice e le immagini narrative scelte sono quotidiane e intuibili, ma non per questo l’effetto finale è banale, anzi trovo che l’effetto emotivo che un testo di questo tipo necessariamente ricerca, declinato nella genuina “banalità” degli eventi di tutti i giorni, medi il rischio di effetto altisonante un po’ artificiale.
Le immagini di Sonia Castillo Galván (Platonia) si sposano esattamente con un universo intimo e rispettoso del bambino e della sua relazione simbiotica con la mamma e la sua famiglia. La delicatezza dei colori, gli acquerelli stesi trasversalmente tra le figure, il perdersi e il confondersi dell’incarnato di mamma e bambino e dei colori sfumati delle fasce (è così difficile trovare illustrazioni nei libri con mamme portatrici…) rendono le diverse entità quasi un essere unico.
Il cartonato, resistente e dagli angoli smussati, stampato in Italia, è disponibile nello shop di Lalulalà, l’e-commerce di Laura, che si occupa di ricerca e vendita di accessori per il babywearing e arredi e giochi di ispirazione montessoriana.
Un pensiero molto particolare che le mamme ad alto contatto sapranno apprezzare, un regalo per un bambino ed una mamma che nascono.