Un giorno d’estate di Koshiro Hata è un libro che riesce a cogliere e raccontare la forza dell’estate come tempo della libertà e della crescita, senza retorica. Sono le immagini, luminose, quasi accecanti che ci catapultano in una mattina calda e umida e pervasa dal sole abbagliante del Giappone.
I toni del bianco sferzano le tavole illustrate e danno un’impressione di saturazione, sebbene la palette di colori spazi dai grigi, ai neri, ai verdi e agli azzurri.
Circondati da questa luce prepotente: «Esco».
Un bambino, da solo, senza adulti, senza compagnia, nel silenzio del primo pomeriggio. Da solo. «Non c’è neppure mio fratello».
È il tempo della prova, della scelta: in cosa impiegherai il tuo tempo?
Questo bimbetto , dal cappello di paglia ben calato sulla testa, sfida se stesso, l’arsura… tutto il mondo sembra accompagnarlo, ogni istante sembra fatto per lui: i canfori gli indicano la strada, i gabbiani lo precedono di slancio, «oltre le rotaie, un mare verde» d’erba.
La corsa del bambino è costante, determinata.
«Corro fino alla valle dei cervi volanti»
Le illustrazioni sono incalzanti e i cambi di prospettiva colpiscono, come quando un rumore improvviso desta dalla concentrazione: il piede nella pozzanghera e il gracidare delle rane, ciaf ciaf.
Il bambino è euforico il suo retino gioca con l’aria calda, si crede una nuvola bianca che gioca nel cielo.
Le mucche di Kobe dagli occhi espressivi appena si scompongono al rapido correre del bambino.
Ma la corsa continua, continua, a perdifiato, anche su per le scale del tempio.
«Che fatica che fatica che fatica che fatica che fatica che fatica che fatica che fatica che fatica che fatica che fatica che fatica che fatica che fatica che fatica… arrivato!»
Neanche il fresco ombroso del bosco riesce a attenuare l’energia che la luce del sole insinua, tra le pietre, i fiori… e neppure l’eccitazione del bambino, si frena! Ora i piccoli animali si fanno spettatori di una caccia che è una prova ed è una sfida, è un desiderio.
«Trovato! Un cervo volante gigante!»
L’obiettivo è dunque trovare, vedere, raccogliere un trofeo meraviglioso, un cervo volante.
Il bambino prova, sbaglia, riprova e sbaglia e poi riprova.
Le tavole si spezzano in sequenze frenetiche: solo il bambino, solo il cervo volante.
E poi, dopo innumerevoli cadute, prove, capitomboli... eccolo.
«L’ho preso! L’ho preso! L’ho preso! L’ho preso!»
Ma la storia non si conclude, perché il viaggio di crescita ha bisogno di un ritorno a casa che sancisca la crescita avvenuta, il tesoro conquistato. Ed ecco che la luce si frantuma in miriadi di gocce insistenti: un acquazzone violento e dispettoso come solo l’estate sa regalare, ma non importa.
«…è magnifico!».
Che magnificenza, davvero! Questo bambino ci ricorda il tempo personale, la libertà che si respira e che si può scommettere su grandi, epiche avventure e che l’estate accompagna, incoraggia, offre. Sembra solo un cervo volante, ma è tutto.
Prendimi, respirami, godimi sembra dire il cielo azzurro dei risguardi ai lettori.
Un libro che è una finestra.
Per tutti dai 3 anni.