Il libro di oggi è un abbecedario piuttosto allegro. Di solito se si pensa agli abbecedari si torna con la mente a cartoncini riquadrati con piccoli soggetti iconici, fissati nella loro immobilità. Il mio aveva uno sfondo beige, le lettere erano ben segnate in nero e i soggetti rappresentati erano tutti sostantivi. L’abbecedario di Ruth Kaufman, Raquel Franco e Diego Bianki, Dire fare ballare, pur riprendendo in copertina quel beige, così nostalgico, ha un carattere totalmente diverso, come documentano infatti i brulicanti personaggi che “infestano” l’agile quadernino pagina dopo pagina.
L’anno scorso a Bologna Abecedario, questo il titolo originale, fu premiato nella categoria New Orizon (dedicata ai Paesi emergenti) perché «Le pagine sono piene di energia, movimento e personaggi le cui azioni oscillano dall’ordinario all’assurdo. Abecedario è concepito con estrema cura, dalle illustrazioni stravaganti all’alta qualità della realizzazione fino alla rilegatura». Io non dirò molto di diverso a riguardo di ciò che mi ha colpito.
Gli abbecedari hanno una duplice funzione: quella di insegnare visivamente la forma del segno ortografico e quella di favorire e permettere l’associazione del suono con le parole.
Gli autori argentini scelgono in modo piuttosto originale di utilizzare dei verbi. La scelta potrebbe sembrare di poco conto e invece la possibilità di vivere, mimare e riprodurre le lettere è un grande vantaggio: se fossi davanti ai miei studenti parlerei di approccio glottodidattico umanistico-affettivo. Imparare facendo è il metodo migliore per memorizzare: questo libro dà questa possibilità, configurandosi (più o meno coscientemente, chissà) come un utile supporto alla didattica dei bambini alla scuola primaria, magari con qualche difficoltà di apprendimento.
Ordinatamente, voce dopo voce, possiamo guardare le lettere vergate in stampatello (maiuscolo e minuscolo) e in corsivo (maiuscolo e minuscolo) corredate da una voce principale e una serie di voci minori tutte da scoprire. A sta per ‘amare’, «amare gli animali, amare la maestra, amare la libertà, amare gli amici», B per ‘ballare’, «ballare su una gamba sola, ballare una coreografia, ballare abbracciati, ballare con tutti, ballare sui pattini, ballare come mostri, ballare guancia a guancia, ballare con chi vuoi»… Le pagine saltellano – dovremmo dire le figurine che le animano saltellano – allegre e spensierate su sfondi nitidi e bianchi, ognuna ha una sua storia personale che si può immaginare e raccontare, nessuna associazione è scontata. L’energia positiva non cambia neanche quando si affrontano voci di un certo peso come «E emigrare per forza» o si riflette ironicamente sulle manie della modernità come in «Q ammirare un Quadro». Il testo funziona e riesce a mantenere un ritmo costante dalla A alla Z e questo certamente grazie alla traduzione di Elena Rolla e alla disponibilità dell’illustratore. L’editore italiano mi ha raccontato che «è stato un lavoro di intreccio, anche divertente, la traduttrice aveva preparato uno schema con le indicazioni e le proposte per ogni lettera, incroci compresi, così che il disponibilissimo Diego Bianki scegliesse il verbo da illustrare, che gli paresse più consono». Alcune lettere sono state recuperate (Escribìr = Scrivere, Comer = Mangiare), altre sono state perse, altre appaiono in esclusiva nell’edizione italiana.
I colori eclettici e il tratto sottile ricordano un chiacchiericcio brioso che fa sorridere.
Saverio ha da poco iniziato a scrivere in corsivo, su un quaderno giallo dove ordinatamente ricopia le lettere e scrive le prime parole con l’attenzione che si ha quando si dipinge un’opera d’arte. Questo libro ci ha fatto ridere: controlliamo se gli autori hanno scritto bene le lettere e immaginiamo altre possibile combinazioni lessicale. Tra le nostre voci preferite c’è «pettinarsi alla moda» e «ridere come lo stregatto».
E voi: scrivete già? Se no avete un ottimo motivo per incominciare!