Buongiorno bosco! di Karen Jameson e Marc Boutavant è un libro che si specchia e dialoga con il precedente volume Buonanotte bosco, uscito qualche anno fa per gli stessi autori.
Già l’episodio autunnale mi aveva colpito per la sua bellezza: una poesia leggera, una ninnananna tradotta perfettamente da Chiara Carminati che si intesseva con immagini naturali, silenziose e calme in un viaggio simbolico e risonante.
Eppure ancora è ancora più bello questo secondo volume, dedicato al risveglio della primavera: come i lettori avevano accompagnato al sonno gli animali del bosco in autunno, così in primavera passano a risvegliare ogni creatura.
«Svegliati, Baffi Frementi
Piogge e tempeste sono finite
l’aria del bosco diventa più mite
apri i tuoi occhi al sole che splende
un nuovo giorno qui fuori ti attende»
Echi e differenze con Buonanotte bosco sono molte e significative. Se nel primo volume l’accompagnamento al sonno si scandiva in incontri con animali, spesso anche molto grandi e pesanti come l’alce, l’orso…il risveglio primaverile invece è caratterizzato da incontri leggiadri e farfallini che si personificano in insetti e piccoli animali: api, farfalle, rospi, topi… sono loro i veri protagonisti, le prime creature che sanciscono l’arrivo della primavera.
Baffi Frementi, Volo Dorato… gli epiteti utilizzati per nominare i protagonisti li chiamano, ma i protagonisti devono essere cercati tra i colori e i movimenti della pagina: il topino fa appena capolino da dietro un masso tra l’erba, e l’ape si mimetizza sui fiori dell’aglio orsino.
Tornano però anche alcuni dei protagonisti dell’autunno: «Lunghe Orecchie» non fugge verso la tana e non è più solo (!), «Passi Leggeri» si è trasformato in Occhi Rotondi e si cimenta con i primi passi, e poi ancora «Morbida Coda» e «Piccole zampe»...
La direzione del racconto e il movimento dei protagonisti umani sono speculare: nel primo volume una bambina e il suo cane attraversavano il bosco e tornavano a casa, richiamati dalla voce preoccupata del papà, in quest’albo, invece, la casa è alle spalle e davanti si apre un mondo di capriole, corse e discese.
Come un’incarnazione di spiriti, i bambini svegliano il mondo, dopo averlo accompagnato al sonno.
Possiamo immaginare ogni verso del testo, sussurrato dolcemente all’orecchio di ognuno, anche se il suo potere, in questo caso, è un’iniezione di energia piuttosto che un invito al rilassamento.
«Svegliati, Occhi Rotondi.
Non c’è più il gelo che morde là fuori
ora è un tripudio di mille colori
fai capolino senza paura
esci a brucare nella radura»
«Svegliati, Morbida Coda.
Ecco che arriva la bella stagione
è giunto il tempo di far colazione
riempi le guance, e corri in tre salti
a sgranocchiare sui rami più alti»
Il finale non può che essere all’aperto, fuori, in una festa di vita e di verde.
«L’intera foresta canta a distesa
la primavera è una festa a sorpresa»
Un canto di felicità, un buon libro che celebra i risvegli e il mondo.