Quando da piccola giocavo con mia sorella, la stessa dose di immaginifico sadismo e premurosa cura si applicava all’interno del nostro studio veterinario per peluches. Le malattie presunte che colpivano i nostri poveri animaletti erano onestamente caratterizzate da una inaspettata drammaticità di fondo, le cure prevedevano - chissà poi perché?! - SEMPRE numerose e ripetute punture e dosi massicce di sciroppo imbevibile :D ma ci divertivamo un sacco. Oggi praticamente 20 anni dopo, la stessa valigetta del dottore è tra i giochi di mio figlio che, con meno passione (è un gioco che non frequenta molto spesso) ma stessa perizia, si presta a fasciare, punturare, cerottare, martellare (per i riflessi), misurare (la pressione), auscultare (il cuore e la sua voce:))… mostrini, cagnoni e leoni sprovveduti.
Beh se annoverate tra i vostri pargoli aspiranti medici, veterinari, infermieri e co. non potete far mancare sul vostro scaffale i due libri di oggi. Il primo è Il dottor Curatutto di Leo Timmers. L’autore e artista belga mi aveva colpito e incuriosito per il suo lavoro, per la rotondità e la plasticità a 360° delle sue opere, tuttavia in Corvo la spiacevolezza di alcuni stati d’animo e la non completa riuscita della narrazione non mi avevano persuaso, per cui sono andata alla ricerca di migliori performance. Il libro si rivolge, come era per Corvo, a un pubblico di bambini prescolari e la trama è semplice e abbastanza scontata anche se non banale (chi dà gratuitamente, gratuitamente riceve) e le immagini iniziano a mostrare la vera forza del tratto di Timmers che si presta magistralmente a descrivere i mezzi di trasporto. Il dottor Curatutto guida infatti un trasporto speciale, grazie al quale riesce a sottoporre gli abitanti marini ad ogni sorta di visita (da quella oculistica a quella psicologica), e quando poi proprio la complessità del sottomarino lo farà impigliare tra le alghe, ecco che tutti i pazienti sapranno come ripagare il dottore. La vera bellezza dell’albo sono i volumi, le ombre e la luce che creano superfici che ricordano gli effetti 3D, ma con una genuinità e un’attenzione sorprendenti: la consistenza lignea, la lucentezza del metallo, l’attrito della gomma regalano personalità al sottomarino, la rotondità e la scivolosità delle forme dei personaggi regalano loro una caratterizzazione tutt’altro che banale, ma pesante e divertente. Le immagini sono perfettamente fisse, come istantanee congelate: effetto straniante da sequenza di diapositive che dona alla storia un ritmo sincopato, addolcito proprio dalle forme.
Un albo bello, originale per un illustratore da scoprire.
Il secondo libro appartiene invece all’inossidabile, collaudata e sempre vincente coppia Donaldson-Scheffler. Ciò che colpisce dei loro lavori e che colpisce per l’ennesima volta con Zog è l’assoluta leggerezza con cui trattano temi originali. Le rime e i testi semplicissimi non sono mai scontati, hanno svolte nella narrazioni che risultano coerenti ma mai prevedibili. Il lieto fine, sempre costante, non è però preconfezionato e si prende il lusso di porre degli interrogativi ai bambini, offrendo modelli di comportamento non necessariamente politically correct. In questo caso abbiamo Zog, un draghetto arancione, che arrivato a scuola scopre di potersela cavare nelle varie materie, anche se la sua goffaggine a volte lo fa capitombolare o bruciare o cadere. Ma proprio quando meno ce lo si aspetta ecco Martina, aspirante dottoressa, che con cerotti, bende e co. soccorre l’intraprendente draghetto. L’amicizia nasce quasi scontatamente, ma quale scoperta quando la certissima dottoressa si scopre anche principessa! E quando un cavaliere si farà avanti per richiederne la mano: cosa succederà? Zog certamente imparerà una cosa importante: le doti che ognuno ha, possono essere messe a frutto nei modi più impensabili! Le rime accompagnano con ritmo e allegria le immagine e scorrono fluide, grazie anche ad un curato lavoro di traduzione di Laura Pelaschiar.
Il tratto descrittivo e narrativo di Scheffler è noto: le figure morbide si muovono e si esprimono in sequenze molto fumettistiche, mai affollate, ma piuttosto denotative e comprensibili. I gesti e le espressioni sono calcati per essere immediatamente evidenti anche ai piccoli: lo sfondo scompare se non è per partecipare alla stessa amplificazione (vedi i coniglietti perplessi). I colori sono accesi, chiassosamente e sorridentemente rumorosi e il cielo neutro, aiuta, a non soffocare la scena.
Il risultato è il solito ottimo libro.
Abbiamo provato ad avere i due libri in contemporanea e in frequenza di lettura richiesta vince Zog, forte della personalità del testo, ma Curatutto tiene duro, insomma, grazie a immagini e automezzo (con Saverio ciò acquista un certo peso!) davvero ben caratterizzati.
Una buona lotta tra medici, insomma.
Zog
Julia Donaldson - Axel Scheffler - Laura Pelaschiar (traduttore)
32 pagine
Anno: 2010
Prezzo: 12,90 €
ISBN: 9788860795649
Anobii
Il dottor Curatutto
Leo Timmers
32 pagine
Anno: 2012
Prezzo: 6,50 €
ISBN: 9788862581578
Soo annotazioni molto interessanti, capita molto spesso purtroppo nelle traduzioni in rima…
Noi adoriamo i libri della Donaldson ma in inglese. Le licenze che ci si prende in fase di traduzione francamente non mi piacciono.
Vorrei segnalare che la princinpessa in inglese si chiama Pearl, in italiano Sabrina non Martina. Forse trovare rime accurate per il nome Perla non sarebbe stato semplice ma onestamente ho riscontrato spesso troppe licenze con la Donaldson.