Quando si incomincia a leggere M come mare di Joanna Concejo si è colpiti dal testo fitto e intenso, metaforico e “pesante” che ci accoglie e ci si prepara mentalmente ad affrontare un sfida complicata forse sfiancante di interpretazione, approfondimento, immedesimazione nella storia.
Invece no. Giri la pagina e ti rendi conto che il mare come il ragazzo protagonista - adolescenti entrambi - hanno deciso di cambiare idea e no, adesso non parleranno più. O parleranno a sprazzi, se costretti, se ne avranno voglia, se starai zitto e non li forzerai.
L’adolescenza nella sua sfolgorante bellezza, nelle contraddizioni, nei misteri, nella ricchezza e nello slancio che trasforma i bambini in adulti e le pietre azzurre in preziosi tesori è mostrato nella sua cruda e verità.
I ricordi, i pensieri, il fuoco della rabbia e la felicità si intrecciano contemporaneamente e senza soluzione di continuità nelle parole di M.: non sapremo niente di lui se non le poche schegge che abbandonerà sulla spiaggia del libro, per noi.
«No, non sono piccolo! M. si mise una mano sulla bocca, stupito dal suono della sua voce. Aveva urlato davvero forte, e il vento si era portato via le sue parole. Il suo sguardo si posò su quell’acqua che sembrava non avere fine, sulle onde. […] C’è qualcuno dall’altra parte? […] E come si può essere così tristi con un sole come questo? E così felici allo stesso tempo?».
Il mare gioca con M., lo accoglie, lo prende per mano, si altera richiamando mostri dalle profondità degli abissi, poi si lascia rinchiudere in una bottiglia e poi dona meraviglie, fiorisce, esplode in cielo e si frantuma in pesciolini che volano, dappertutto e poi piange.
M. ci racconta poco di sé, il mare è il suo specchio, il mare è lui: ora calmo, ora leggermente increspato, ora sconvolto, ora sfolgorante e dorato. Le conchiglie, i coralli, i vetri levigati, i sassi, il dinosauro di plastica arancione, il nonno, la mamma.
La metafora e la realtà, fotografie, ritratti, lettere, asini sulla spiaggia... le illustrazioni di Joanna Concejo si impongono per l’intensità: schizzi dettagliatissimi, fotografie che sembrano vive. E poi il mare ritratto in mille volti. Una trama di carte e fogli che sembrano un vecchio album di fotografie tenuto insieme da scotch ormai cotti dal sole. I colori degradano dai blu intensi agli ocra come se le pagine fossero sbiadite per la luce del sole, le prove colore segnate a bordo foglio rendono evidente la fragilità e l’imperfezione dell’essere e tuttavia il loro valore in nuce, in gemma.
I bronci duri di chi si sa osservato o di chi semplicemente vuole essere arrabbiato e i gesti felicemente assorti e la straziante tristezza che non sa se è totalmente infelice o commossa. M. è così, come il mare.
Ricordi, domande pensieri, il testo è un viaggio intenso nel mare, davanti al mare, sopra al mare, nel profondo del mare, intorno al mare.
M. è il mare, il mare è M.
Ed è tutto un fiorire di ciò che dal mare è stato accolto e sfiorato. Ce lo racconta la doppia pagina nascosta.
Un viaggio, dai 9 anni.