La prima volta che sfogliai un libro di Jimmy Liao ebbi queste impressioni:
A questa distanza culturale deve però aggiungersi l’unicità dell’autore: originario di Taiwan (la Cina “indipendente e occidentale”) e quindi conoscitore dell’immaginario occidentale e superstite di una gravissima malattia che lo ha portato sull’orlo della morte, dotandolo della capacità di parlare l’universale linguaggio del dolore e della speranza.
Dopo il passaggio “obbligato” attraverso La voce dei colori, ho iniziato a perlustrare alcuni degli albi più famosi dell’autore cinese e tra questi quello che ha colpito maggiormente me e Saverio è stato Il bambino e la luna (peccato per la traduzione, perché il titolo originale cinese, mantenuto dalla traduzione inglese, suona come Quando la luna perse la memoria e inquadra con maggior completezza la storia).
La struttura narrativa di questo libro è complessa. È organizzata infatti secondo un modulo a cornice scandito in capitoli introdotti da prologhi. Come spesso ricorre nelle opere di Jimmy Liao, inoltre, le parole sfuggono alle parti iniziali e finali, lasciando a ciascun lettore l’autonomia di immaginare il tono e il significato da attribuire alle immagini.
Il bambino e la luna si apre con un grattacielo che si staglia su un cielo nero pece da cui emerge un bagliore sfuocato giallo limone. La pagina successiva è bianca e su una porta azzurra è “affissa” la dedica: «Ai ragazzi che crescono con coraggio». Segue una tavola più narrativa che appartiene in modo più chiaramente riconoscibile alla cornice: un incosciente e distratto uomo occhialuto rimira la luna oltre il balcone e poi… cade, mentre sembra scivolare a terra anche la luna. Nelle tavole successive il frontespizio e il colophon, impaginato a forma di luna, sembrano indicarci l’inizio della storia, mentre invece segnano solo il passo successivo, introducendo il primo prologo. Le tavole sono nere peste, come il palco di un teatro, e solo la voce dell’attore è “visibile”: «Le cose visibili non si vedono più. La brezza estiva soffiava leggermente, ma è scomparsa all’improvviso. I ricordi indelebili sono svaniti. Rimane solo il riflesso indistinto degli alberi, che oscillano lievemente».
La storia incomincia in medias res, alternando pagine mute a tavole corredate da brevi testi, illustrazioni a tutta pagina e con riquadri bianchi: è un moto irregolare, ma armonico. Il libro narra di una luna caduta e ammalata e di un bimbo capace di prendersene cura, e di come il mondo ha reagito alla scomparsa del satellite: prima preoccupandosi, ma in modo superficiale, poi accontentandosi di feticci moltiplicati e tutti uguali. È un percorso lungo quello che porta al recupero della memoria: non si può avere fretta e il bimbo lo sa, ma nello stesso tempo non ci si può accontentare. È così che la luna incomincia a ricordare: riprende a volare, riprende a illuminare, riprende le sue dimensioni tanto che: «… non riesce più a rientrare a casa dal suo piccolo amico». Non ci sono mezze misure, non si indora la pillola: «il bambino è disperato». Poi una tempesta offre l’occasione ai due amici di godersi l’ultima sgocciolata sotto l’ombrello insieme, fino a che il vento impetuoso spinge definitivamente il bambino e la luna nello spazio.
«Le cose invisibili finalmente ricompaiono. La brezza estiva soffia delicatamente, facendo danzare l’erba fitta e le foglie degli alberi. I ricordi sono riemersi. Gli uccelli e le nuvole si disperdono, a poco a poco. Solo una delicata si mostra splendente davanti alla finestra…». È il segno della transizione: dalle tavole nere del prologo, in una doppia pagina bianca la sedia che vola richiama l’avventura appena vissuta e il vaso frantumato la cornice narrativa, lasciata, pagine e pagine addietro. Ancora un passo e ritorniamo allo sconsiderato uomo del balcone, ora bendato in ospedale. Due tavole dopo la storia finisce. In silenzio.
La vicenda narra quindi in modo complesso di una esperienza di coma ed incoscienza, del viaggio in un mondo sconosciuto alla ricerca di se stessi, ma racconta anche della cura e dell’attesa, della capacità di accudire e far crescere, è una critica alla società dell’immagine e della falsità.
Questo è quanto una lettura superficiale (!) può offrire al lettore, ma la lettura può essere ulteriormente semplificata. Mio figlio, ad esempio, pur avendo ascoltato la storia per intero, ha percepito come significativa la sola vicenda del bambino, ignorando – credo – la struttura a cornice. Una lettura più approfondita e attenta permette di identificare molte citazioni, che l’autore spesso inserisce nei suoi lavori, come il costume da lupo che potrebbe richiamare il famoso Max de Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak. Quando poi ho riletto il libro con Lucia, una mia amica cinese, i riferimenti si sono moltiplicati e molte immagini si sono spiegate: i conigli, ad esempio, primi testimoni della caduta della luna e presenze ricorrenti ed inquietanti di pagina in pagina, richiamano la tradizione cinese del coniglio lunare, il gufo che veglia nella notte è presenza familiare che custodisce e protegge nell’oscurità orientale…
Nel complesso, il tratto illustrativo di Jimmy Liao, molto semplice e facilmente apprezzabile, ha nella sua composizione illustrativa una ricchezza e una profondità che rischia di sfuggire, tuttavia la vastissima varietà di piani di fruizione offre approdo a diverse tipologie di lettori, bambini compresi.
Un libro da godersi, rileggere, riscoprire. Io ne sono rimasta intrigata, innamorata, incuriosita… un autore che vale la pena di incontrare!
P.S. Se Jimmy Liao vi ha incuriosito andate a scoprire tutti gli approfondimenti fatti dal gruppo Leggere ancora… insieme: sono stati loro a farmi incontrare l’autore! :D
Il bambino e la luna
Jimmy Liao - Silvia Torchio (traduttore)
128 pagine
Anno: 2012
Prezzo: 18,00 €
ISBN: 9788865790427