Continuano ad arrivare i volumi dedicati alle singole avventure di Babar, personaggio iconico della letteratura per l’infanzia francese, nato dalla penna di Jean de Brunhoff (qui trovate il mio approfondimento, qui l'avventura estiva di Zefiro e qui l'episodio natalizio).
Le due nuove avventure sono Il re Babar, che ancora fa parte delle storie edite da de Brunhoff in vita, e Babar in famiglia, pubblicato postumo sotto la supervisione del figlio Laurent.
È evidentissimo come la narrazione di Babar sia imbevuta di slanci utopici e di grandi ideali che certamente che non passano inosservati. In questi due piccoli volumi si parla della costruzione di Celestopoli, della costituzione di una società degli elefanti e dell’arrivo dei figli di Babar: insieme gli elefanti costruiscono la città, ognuno sceglie una professione a cui dedicarsi, tutti si impegnano a dedicare il proprio tempo libero alla crescita e al riposo, i regnanti sono alle prese con un nascita trigemellare inaspettata...
Tra le righe sono evidenti i riferimenti che si rifanno a filosofie e ideali precisi di governo, concezione dell’uomo... ma che in queste storie si rivelano semplicemente come slanci genuini per la costruzione di un mondo che i bambini probabilmente immaginano proprio così!
C’è anche una narrazione del tempo molto semplificata: Babar annuncia l’arrivo dei suoi figli, non fa tempo a fare una passeggiata… che i tre elefantini sono nati! Anche questo dettaglio, che potrebbe sembrare una zoppia narrativa, rappresenta invece, secondo me, una cifra originale dello scrive di de Brunhoff che si sintonizza sui “tempi assoluti” dei bambini, nella resa del prima, del dopo, dello scorrere del tempo, così come sulle emozioni dirompenti che caratterizzano il sentire bambino.
Su tutto questo, tuttavia, spicca un’indubbia capacità narrativa modernissima, una genialità di scrittura.
I due volumetti avvinghiano i lettori in poche righe con avventure mozzafiato (carrozzine che si ribaltano in burroni, case che vanno a fuoco, serpenti velenosi…), spesso scandite in sequenze prese in prestito dal fumetto (la piccola Flora che ingoia il sonaglino è memorabile!). Non mancano i dettagli quotidiani raccontati con gustosa meticolosità (la scelta dei mestieri, ad esempio), ma anche le incursioni fantasiose come la giraffa che salva Alessandro dall’altro dell’albero.
Appare perfino un geniale affresco onirico, dal sapore medievale, con la cacciata dei vizi e dei cattivi pensieri da parte della ragione e dei buoni sentimenti: uno squarcio narrativo di altri tempi!
Due libri fuori dalle solite rotte, di valore e per niente scontati per lettori autonomi dai 6-7 anni, ma anche prima in lettura condivisa.
