Bethany e la bestia è un romanzo intrigante e coinvolgente di Jack Meggit-Phillips che si muove tra noti topoi della letteratura e li mescola con capacità fino a creare una storia unica e coinvolgente.
I due protagonisti sono Bethany, classica bambina tremenda che abita in uno squallido orfanotrofio, ed Ebenezer Tweezer «un uomo terribile che conduceva una vita meravigliosa».
In effetti Ebenezer giovane uomo dal volto splendido e dal portamento elegante, nasconde un grande segreto: come un moderno Dorian Grey mantiene intatta la sua giovinezza grazie ad una pozione magica fornitagli da una informe bestia che abita l’ultimo piano del suo sfarzoso palazzo. Ebenezer si occupa di rintracciare e recuperare qualsiasi cosa desideri mangiare la Bestia e la Bestia sputa dalle sue fauci immonde qualsiasi cosa Ebenezer desideri.
L’immoralità e la sfrenatezza della Bestia sono crudeli e il romanzo si apre proprio con Ebenezer alle prese con una richiesta davvero spaventosa:
«“La prossima cosa che voglio mangiare è… un bambino”. Un sorriso pieno di gioia e di bava si allargò lentamente sulla sua faccia, mentre la Bestia osservava la reazione di Ebenezer alla sua richiesta»
L’esperienza che vi accompagnerà tra le pagine è intensa e spiazzante: viene voglia di ridere, piangere e scappare dalla paura, nel giro di poche righe. È lo slancio sfacciato della scrittura - che in parte ricorda Dahl - a colpire: addolciti da un pervadente politically correct, non ci aspetteremmo mai che certi episodi possano davvero giungere fino in fondo. Vuole dare da mangiare alla bestia questo pappagallo spigliato ed adorabile di cui ci ha parlato per pagine e pagine e che sembra così bravo? Impossibile. E invece Patrick, il pappagallo viola, finisce dritto nella bocca del mostro. Punto.
È questa completo spregio delle “tradizionali” leggi dell’accomodazione, dell’attenuazione degli spigoli, che ritroviamo spesso nei moderni libri per l’infanzia, che ci fa temere che la richiesta della bestia di una vittima bambina non sarà disattesa.
Ebenezer darà davvero da mangiare un bambino alla Bestia? Assisteremo alla morte di un bambino tra le fauci di un mostro? Siamo pronti a questo?
Ebenezer, in effetti, inizia la sua ricerca di un bambino da offrire alla Bestia: se non lo facesse non riceverebbe in cambio la sua preziosa pozione per la giovinezza e quindi il suo 512° compleanno sarebbe anche l’ultimo. Impensabile.
Le capacità di scrittura dell’autore sono indubitabili: l’ironia, la tensione, il pathos, un uso sapiente e spiritoso delle figure letterarie si intrecciano in una storia appassionante e incalzante. I dialoghi tra i personaggi spesso costruiti sul fraintendimento, sono divertenti e taglienti.
Ebenezer appare come completamente avulso dalla realtà, autoriferito come si addice ad ogni personaggio che aspiri a non invecchiare mai, ma forse - in fondo - non cattivo: come quando cerca di comprare un bambino all’orfanotrofio, oppure quando rifiuta crudelmente tutti i bambini “buoni” perché desidera portare alla bestia un bambino insopportabile, per non sentirsi troppo in colpa…
È a questo punto che incontra Bethany, provocatoria e insolente, e se la porta a casa. Tutti i lettori si chiedono: Bethany morirà davvero? Purtroppo o per fortuna, però, la bambina è troppo magra per la Bestia e bisogna farla ingrassare.
«Il primo pensiero fu di intrufolarsi in ospedale, rubare degli aghi e iniettare nelle vene della bambina una certa quantità di pacchi di biscotti al cioccolato, ma poi Ebenezer si ricordò che s’impressionava facilmente davanti a qualunque strumento medico»
È questo tempo rubato alla morte che concede a Bethany e a Ebenezer l’occasione di conoscersi. Ma non pensate a giorni idilliaci di scoperta di spirito paterno e filiale. I giorni trascorrono tra dispetti e imprevisti, tra scene orribilmente crudeli (come quando la Bestia fa rivivere a Bethany l’incendio in cui perse i genitori!), omicidi, morti prevedibili ed episodi da morir dal ridere. Non voglio dirvi nulla sul finale: cosa accadrà?
«“Non sono mai stata brava a obbedire” disse “E non ti lascerò morire da solo”»
Un romanzo avventuroso e arguto, da gustarsi dalla prima all’ultima pagina, a cui le splendide illustrazioni di Isabelle Follath fanno da corredo con eleganza e spirito.
Dagli (8 anni)
Ho visto che in lingua originale è già uscito il seguito. Hai per caso info sulla data di uscita in Italia? Mia figlia smania per leggere il seguito!