Il nome di Tolkien è inevitabilmente e giustamente associato al grande successo della saga de Il Signore degli Anelli che ha segnato, a detta di tutti i critici letterari, un passo unico nella letteratura inglese e che ancora oggi affascina lettori di ogni generazione, per la sua struttura, i rimandi, la geografia, la lingua…
Tuttavia accanto a questa grande storia con un’architettura talmente complessa da essere un mondo a sé, è presente una produzione che rimane nell’ombra e che erroneamente è considerata minore, rappresentata da quelle storie che Tolkien scrisse per i suoi figli (trovate qui un articolo sul Tolkien “minore”). Molte di queste storie sono state raccolte in un volume che avuto un certo successo, Lettere di Babbo Natale, ma queste non sono le uniche, ce lo ricorda Bompiani che riedita un testo fuori catalogo dal 2000: Mr. Bliss, un’avventura “automobilistica” che probabilmente prese vita dalla goffaggine nella guida dell’autore.
Questo spazio di opere minori è una miniera di tesori molto interessante per cogliere la componente di fervente fantasia (non di fantasy) e di nutrimento fiabesco che è parte della formazione e dell’immaginario coltissimo di questo autore.
La brevità di questa narrazione permette a Tolkien di dipanare con capacità un’architettura avventurosa semplice, solida e fantastica, piena di colpi di scena e arguta, pur nella linearità ed essenzialità dei fatti narrati. La sintesi non è mai povera o scarna, grazie alla capacità di arricchire ogni personaggio ed avvenimento con una serie di dettagli che rendono questa storia godibilissima e destinata a imprimersi nell’immaginario dei lettori, piccoli e grandi.
Intorno agli anni ’30, Tolkien scrisse queste fitte e ordinate pagine - com’era il suo modo di procedere - dedicate a Mr. Bliss e le illustrò. Quando nel 1957 le offrì al suo editore gli venne, però, posta l’obiezione dei costi: le sue illustrazioni piene di colori sarebbero state troppo onerose per la casa editrice e quindi l’edizione non andò in porto. La prima edizione vide la stampa 11 anni dopo la morte dell’autore (nel 1987) e quasi 30 anni dopo in Italia.
Il protagonista del nostro libro è dunque Mr. Bliss un signore con una vera e propria passione per i cappelli alti, molto alti: «ne teneva file sulle file di attaccapanni nell’ingresso».
Ma non solo. La sua casa molto alta, le stanze erano alte, il portone altissimo e nel giardino abitava un Giraniglio, una strana creatura cieca con la pelle di stoffa impermeabile «che viveva in un buco fondo fondo scavato nel terreno» e con un collo molto lungo «che spesso infilava la testa nelle finestre della stanza da letto».
Una creatura insomma a metà tra la giraffa il coniglio che abita con nonchalance nel giardino e che ha una particolare capacità di predire il tempo atmosferico (forse).
«Mr. Bliss si mise in testa il cilindro verde, visto che il Giraniglio aveva detto che sarebbe stata una bella giornata. Poi “Adesso vado a comprare un’automobile!” Inforcò la bicicletta e calò per il colle verso il villaggio. Entrò nel negozio e disse: “Voglio un’automobile!”»
È da questo acquisto eccentrico ed impulsivo che prende avvio l’avventura.
Mister Bliss lascia in cauzione la sua bella bicicletta «tutta d’argento» e in cambio prende un’automobile «giallo vivo dentro e fuori».
«Mr. Bliss salì sull’auto e partì. Dopo un istante si chiese: “Dove sta andando, Mr. Bliss?” “Non lo so, Mr. Bliss”, rispose a se stesso. “Perché non andiamo a trovare i Dorkins, così facciamo loro una sorpresa?” “Buona idea, disse Mr. Bliss a se stesso. “Ottima idea!”»
A tutto gas, allora!
Tuttavia non basta comprare un’automobile per essere in grado di guidarla… poco dopo infatti Mr. Bliss investì in pieno una carriola piena di cavoli e alla seconda traversa a sinistra «andò sbattere contro il carretto delle banane di Mrs. Knight».
Insomma quella che doveva essere una scampagnata solitaria per raggiungere gli amici, in poco tempo si trasforma in qualcos’altro: la macchina giallo canarino viene caricata di cavoli, banane, venditrici, venditori, gli si attacca un asino…
La strada, poi, attraversa il bosco - e tutti sappiamo che nei boschi gli incontri sono all’ordine del giorno! - e ancora una volta la corsa si interrompe perché tre orsi si piantano proprio in mezzo al sentiero.
Per evitare di essere divorati dagli orsi la strana compagnia carica anche loro a bordo, dirigendosi a tutta velocità dai Dorkins…
I colpi di scena si susseguono coerentemente e imprevedibilmente tra fughe, litigi, incomprensioni, meleti saccheggiati, agguati, asini e i pony che trainano automobili, locande, vernici luminose che brillano al buio, amori che sbocciano, fantasmi, grandi tavolate, giochi fatti insieme… una vicenda rocambolesca che troverà un preciso corrispettivo nella lista dei danni da risarcire che vengono consegnati a Mr. Bliss.
Accade tutto in poco più di mezza giornata, ma le avventure sono assicurate e tutto si concluderà il giorno successivo, quando Mr. Bliss si rifugerà finalmente a casa sua e la troverà completamente distrutta dal Giraniglio che affamato («Mr. B. se n’era andato scordandosi di dargli da mangiare») era riuscito ad aprirsi un varco tra i pavimenti e soffitti, sbucando con la testa dal comignolo.
Le pagine autografe del manoscritto Tolkien che fanno da specchio, nella pagina a destra, al testo in traduzione, sono una vera e propria gioia degli occhi, sia per l’ordine e il fascino della scrittura puntuale e precisa sia per i disegni movimentati e divertenti.
Il flusso narrativo della storia si arricchisce poi di descrizioni e di didascalie che l’autore appone alle immagini, giustificandosi con i suoi lettori bambini, come - vi ricordate? - faceva l’autore de Il piccolo principe!
«Nel disegno, naturalmente, non ci sono i tavoli e le banane: gli orsi li avevano nascosti nel bosco»
oppure ancora
«Herbert non si vede nel disegno. Una briciola gli è andata di traverso e sta tossendo nel retro cucina»
«Ho disegnato il gruppetto nel giardino della locanda sul bordo della strada. C’è anche l’auto (e ci sono i pony e l’asino) ma non ho voglia di disegnarla»
Chiunque conosca i bambini sa che sanno essere precisissimi nel ricercare all’interno delle immagini ciò che le parole narrano!
La scrittura di Tolkien è precisa, scorrevole, coinvolgente, il lessico è preciso e ricco, anche di neologismi che rendono visivi alcuni passaggi:
«I Dorkins erano imminestrati»
Una bella avventura inaspettata, ideale da leggere insieme fin dai 5 anni.