In questi giorni tanti bambini piccoli varcano per la prima volta, la seconda o la terza le porte della scuola dell’infanzia e lo fanno con tutto l’universo che sono e che si manifesta spesso in oggetti, gesti e sguardi piccoli come loro.
Per conoscere un bambino piccolo bisogna riappropriarsi, probabilmente, della dimensione minuscola che loro abitano con disinvoltura, è per questo che uno specchio curioso e spesso molto fedele dell’identità di questi piccoli è tratteggiabile grazie a ciò che è contenuto nei loro tasche.
Alessia Napolitano ha dedicato un’intera raccolta poetica a piccoli ritratti desunti grazie al contenuto delle tasche e questa intuizione torna in un albo illustrato polacco, Dans ma poche, mai arrivato in Italia, realizzato con una tecnica mista davvero affascinante.
Più che illustrato infatti dovremmo definirlo un albo “cucito”, poiché l’autrice Iwona Chmielewska ha cucito e ricamato tasche e contenuti, fotografandoli in una sequenza che racconta un splendida storia dialogata che riecheggia le sequenze del gioco del cucù.
Tradotto dal francese il libro suona circa così:
«Quy a-t-il dans la poche de Jean aujourd’hui?
Cosa c’è nella tasca di Jean oggi?
Dans sa poche, ça sautille.
Nella sua tasca c’è qualcuno che saltella.
Ça sautille aussi dans la poche de Lilly?
Saltella anche nella tasca di Lilly?
No, nella sua tasca c’è qualcuno che cinguetta»
La sequenza è fissa: quello che l’occhio va a indagare è una serie di tasche, tutte diverse per la texture del tessuto, le forme, i pizzi e i bottoni… da cui spunta sempre un identico profilo tratteggiato in indaco a punto erba.
Il contorno testimonia la presenza di qualcosa dentro la tasca senza rivelarne l’identità, ma nel girare la pagina… sorpresa!
Il contenuto è sempre diverso e se probabilmente tutti la prima volta avremmo associato il profilo ricamato a due orecchie di coniglio, dalla seconda volta non potremmo che rimanere a bocca aperta.
La carrellata di immagini, lette in relazione alla copertina dove una serie di splendidi bimbetti tutti in fila mostrano i loro grembiuli con le tasche, ci racconta che il viaggio che stiamo compiendo è un viaggio di conoscenza di quei bambini che hanno qualcosa di molto diverso da raccontare di sé.
Jean custodisce un coniglio, Remi un mughetto, Manon delle scarpe a punta, Suzie un baccello di piselli e una carota, Leo un folletto che ride, Amelie 4 ciliegie…
La sorpresa di ritrovarsi apparentemente sempre allo stesso punto di partenza ma di rivelare e scoprire sempre qualcosa di diverso è elettrizzante e sorprendente. Lo stupore di vedere accadere, sotto i propri occhi, qualcosa di completamente inaspettato tiene i bambini incollati alle pagine mai stufi di farsi “giocare” da quello che accadrà.
Un viaggio dentro le tasche, che in fondo è il racconto affascinante di chi si è.
“Le tasche dei bambini rigurgitano talvolta di cose non tutte belle, non sempre nitide, anzi di frequente brutte, sudice e pericolose: scatolette, chiodi, bottoni, pezzi di gomma, nastri, cordelle, frutta, …”
Rosa Agazzi, Come intendo il museo didattico” La Scuola editrice, 1922, p.29