C’è un aspetto affascinante del rapporto con il proprio cane: la consapevolezza che, a differenza di tanti altri animali che hanno imparato a convivere e a comunicare con gli esseri umani, il cane abbia voluto andare oltre la comunicazione per trasformare il rapporto in collaborazione e condivisione.
Sulla storia che ha legato uomini e cani sono state state spese moltissime parole e gli studi continuano ad approfondirsi, quello che è certo è che, ad un certo punto, i comportamenti sociali degli esseri umani e dei cani si sono incrociati, creando una delle collaborazioni più proficue e lunghe della storia.
L’albo illustrato, L’amico inatteso di Ivan Canu con le illustrazioni dello scomparso Gianni De Conno, immagina quel momento, trasformandolo in una storia che ha i tratti della leggenda.
Quel momento in cui un lupo decise di contravvenire ai soliti comportamenti autoconservativi, che certamente lo tenevano lontano dagli uomini, per avvicinarsi e creare qualcosa di mai visto prima.
«Un mattino arrivò il freddo. Lupo non era contento, stavolta. Non aveva più voglia di rimanere solo in quei lunghi giorni. Ho bisogno di un amico pensò. Quindi uscì dalla tana e andò a cercarlo»
A seguito di questo incipit, con un incedere solenne, il lupo offre la sua amicizia a diversi protagonisti delle steppe aride per il freddo in cui si aggira.
Il cervo sarà il primo a rifiutare:
«“Sei astuto e crudele, nessuno può esserti amico”»
La pernice scapperà ancora prima che la proposta le venga fatta, la lepre declinerà l’invito di corsa, ma anche lince, falco e puma non mostreranno alcun interesse.
«“Non possiamo essere amici, lupo: siamo rivali”»
Il confronto che precede la svolta è addirittura con la luna:
«“Tutti i lupi del mondo cantano per me. Perché dovrei scegliere proprio te”»
Questo incedere della storia a tappe, scandito in grandi immagini sfuocate che emergono dalla luce soffusa e metallica di un mondo freddo, raggiunge i lettori come eco di un tempo remoto, nebbioso, con una dignità, però, che comunica la solennità di un incontro a cui stiamo per assistere.
Un incontro definito da ogni diniego e rifiuto precedente: un incontro che non è sbilanciato, che è una preferenza, che non è una competizione…si arriva quasi a pensare che sia un incontro tra pari.
Quando un uomo («la creatura che Cervo, Pernice, Lepre, Lince, Falco, Puma e anche Lupo temevano di più») raggiungerà la grotta dove Lupo riposa, nasce in uno sguardo condiviso qualcosa che cambierà la storia.
«A Lupo sembrò di guardare un altro se stesso. Cacciatore gli gettò un pezzo di carne»
La condivisione del fuoco, del cibo, del calore, del riparo e due paia d’occhi che si incontrano, sopravanzano il desiderio di uccidersi.
«I loro occhi gialli si fissarono. E cacciatore lo seguì. Era tempo di andare a caccia insieme»
È un momento molto emozionante quello a cui abbiamo assistito, fatto di scelte che furono prese da entrambe le parti e che determinarono la nascita di una collaborazione oltre l’ostilità, oltre la competizione. Essere capace di collaborare è sempre stata una strategia che la vita ha utilizzato per andare avanti, ma questa con il cane rimane iconica e stupefacente. Le parole di Canu sono secche, ridotte all’osso, ma efficaci e precise nel raccontarlo.
La distanza temporale e il sapore leggendario di questa storia sono resi perfettamente da lo stile di De Conno che della luce, delle ombre, dell’aria fumosa e nebulosa fa un tratto di stile riconoscibilissimo. L’apparente indefinitezza si anima di dettagli precisi e realissimi che emergono limpidi dallo spazio lontano e indefinito da cui giungono. I colori illuminano queste pagine di albe e tramonti, di tempeste di neve e di ombre tra le betulle.
Un amico, inatteso.