La Toscana è una delle regioni italiane più amate all’estero per la bellezza delle sue campagne generose, per il mare, i casolari, le vigne, i pascoli, gli alberi da frutto… e vogliamo parlare dei toscani?! La loro allegria, le loro cucine sempre aperte, la loro accoglienza, le loro tavole… Chi non ha provato la cucina toscana? La fiorentina, la torta d’erbi, la farinata, il baccalà alla livornese, i cantucci senesi, le frittelle di riso, i necci, gli gnudi…
Anche io sono particolarmente legata a questa regione, in cui è nata mia mamma e tutta la sua famiglia, e sono dunque contenta di averne ritrovato alcune schegge letterarie che raccontano questa terra.
La Toscana, nelle sue tradizioni di Pisa, Firenze, Siena entra in modo significativo nella raccolta di Calvino: fiabe da ridere, per piccoli, furbe, magiche e di mare… in ogni sezione c’è una fiaba tratta dalla tradizione toscana.
Tra tutte vi presento una versione di Cecino riletta attraverso le tradizioni orali che hanno travalicato le Alpi e sono giunte fino alla Spagna. Cecino, che nasce dalla matrice fiabesca del bambino minuscolo (Pollicino), è al centro di esilaranti avventure, sia nella versione calviniana (Cecino e il bue – Firenze) che in quella dell’editore spagnolo Kalandraka. Il piccolo farà valere la sua minuscola dimensione che è indirettamente proporzionale alla sua arguzia e intelligenza. La fiaba è divertente e giocosa e resa ancora più spontanea grazie alle illustrazioni, scelte da Marc Taeger, che mimano il disegno infantile grazie alla tecnica del collage. Con il suo nasone e la sua maglietta alla marinara il piccolo e gioioso Cecino viaggerà per il mondo e, nonostante le disavventure (finirà dentro la bocca di cavallo, per Calvino, e di un bue per Ollala Gonzàles), la sua furbizia avrà la meglio. Questa fiaba racconta del carattere gioviale e resiliente di una terra che risuona di risate e celebra la piccolezza creativa e tenace.
«Trallalì trallallero,
attenzione al mondo intero.
Trallalero trallallà,
Cecino eccolo qua!»
Buchettino è un’altra versione di una fiaba che si lega alla narrazione di Pollicino e che deve il suo nome a Giuseppe Pitrè che lo chiama così nelle Novelle popolari toscane. Per voi ho scelto questa riscrittura di Antonio Tabucchi con le illustrazioni di Simona Mulazzani. Il cibo, gli alberi di fichi, che troverete carichi nel sole di fine estate tra le colline toscane, colorano questa fiaba dove un altro bambino piccino si trova a misurarsi con i grandi, in questo caso con un orco! Sarà ancora una volta la sveltezza e l’acume del piccino ad avere la meglio.
Il Contafole, è un breve racconto che celebra il ruolo dei cantastorie, di quelle figure che raccoglievano e restituivano le storie «di tutte le favole dimenticate, non più raccontate e ascoltate». L’editore che ha pubblicato questo libricino, si occupa con passione di recuperare, valorizzare e non far dimenticare la storia della città natale della mia mamma, Carrara: un catalogo fatto di porte di case, intestazioni marmoree, statue, ricette… e anche fiabe!