Il Friuli Venezia Giulia è terra di confine e spazio dove i popoli e le culture si sono necessariamente incontrate. Questa vocazione da crocevia si rispecchia nel nome (romano) che descriveva questa zona come “forum” ovvero ‘mercato’ di Giulio Cesare, proprio per via della sua posizione di contatto tra il mare e i Balcani, tra l’Austria e Venezia. Anche la sua conformazione racconta di questa polimorfia: mare, montagna, colline e pianure … così come i suoi piatti e le sue specialità gastronomiche! Battuta dal vento, vanta una città che proprio per il vento è stata consacrata all’immaginario letterario: la Bora di Trieste. Dal Cansiglio a Lignano Sabbiadoro… una regione dai mille volti.
Guglielmo Donzella raccoglie storie e fiabe friulane, parlandoci di vento e gubane, boschi e laghi incantati (e incantevoli!). La varietà illustrativa rende il volumetto piacevole per toni e timbri che si intrecciano tra le sue pagine. Anche Calvino sceglie una fiaba istriana e una friulana che, neanche a dirlo, raccontano di viaggi, incontri e streghe.
La sua natura di luogo al limitare fa sì che la zona del Cansiglio si ponga esattamente tra Veneto e montagne friulane, ed è l’occasione di condividere proprio con il Veneto una tradizione di storie uniche e speciali. Il volumetto Piccole storie dal Cansiglio è un piccolo gioiello, un esempio riuscitissimo di come promuovere e proporre la letteratura locale. La raccolta, in un piccolo formato curatissimo, offre una piccola selezione di storie della tradizione tutte in duplice versione (dialettale-italiana), illustrate riccamente e pertinentemente da illustratori di vaglia, tra cui anche Štepán Zavrel. La fedeltà e lo studio filologico è rigoroso e capace anche di tenere conto della bellezza del folclore, come testimonia la vibrante prefazione dell’autore che riporta i lettori alle tradizioni narrative dei granai invernali.
«L’inverno stende su tutto ampie coperte bianche e grigie … La gente si appoggia ai propri monti come alla madre. Scompaiono i contorni reali delle cose e ritornano i vivi e i morti insieme nelle storie notturne, nei racconti che si dipanano al chiuso. La vita diventa un seme che si raccoglie in riflessione, aspettando la rinascita. […] Poveri ragazzi, a cui è stato rubato l’inverno».
Un libretto meravigliosamente terroso, che restituisce l’inverno a chi l’abbia perduto.