L’Abruzzo è una regione centrale, affacciata sul mare anche se la sua costa è talmente bassa che nessuna nave riesce ad avvicinarsi, per il resto è quasi tutta montuosa: gli Appennini l’abitano e la popolano, creando quel meraviglioso spazio selvaggio che è il Parco Nazionale d’Abruzzo.
In Abruzzo troviamo le vette più alte della dorsale appenninica: il Gran Sasso, La Majella, il Monte Amaro.
La fauna selvaggia e l’orso, in particolare, appartengono a questo luogo e alla sue tradizioni.
Prendiamo in prestito un libro a cura del Muse di Trento per parlare di uno dei protagonisti indiscussi dell’Abruzzo: l’orso.
Più volte alla ribalta delle cronache, il ripopolamento degli orsi nella regione ha fatto sì che la presenza di un terzo degli orsi presenti in Italia si concentri proprio qui, anche se l’orso bruno abruzzese è una variante genetica particolare di orso bruno: è l’orso bruno marsicano.
La fiaba abruzzese che Calvino raccoglie all’interno della sua raccolta ha un titolo davvero incantevole e che certo riconoscerete per la citazione moderna di Alessandro D’Avenia che lo ha portato alla ribalta: Bianca come il latte rossa come il sangue.
La fiaba riprende il tema della sposa uccisa e sostituita dalla strega, il tema del 3 e dell’oggetto magico che cela e nasconde la principessa fino allo svelamento felice finale.