Se amate la montagna e frequentate le Alpi rimanendo incantati tra le sue vette e i suoi boschi Sulle Alpi di Irene Borgna è un libro che vi regalerà nuovi spunti per amarle, perché vi racconterà molti diversi volti di queste montagne che spesso rimangono ignoti.
Non immaginate una guida naturalistica o un catalogo della flora o della fauna (sarebbe ugualmente interessante, ma non è questo il caso), questo libro approfondisce argomenti molto diversi e vari che non sono immediatamente utilizzabili e vivibili sul campo, ma rappresentano invece un tesoro di approfondimento e di studio.
Perché le Alpi sono così come le conosciamo? Dalla geografia alla storia, attraverso la geologia e la nivologia, la prima sezione approfondisce diversi temi, come lo scontro delle placche che hanno fanno nascere le Alpi, i fossili, i ghiacciai e il loro destino, la storia che le pietre raccontano e le grandi glaciazioni di cui troviamo tracce e indizi, il valore incommensurabile delle acque che le Alpi alimentano e lo splendore del cielo che l’assenza di inquinamento luminoso regala. Il testo avanza, suddividendo i temi in doppie pagine, che sviluppano interamente un nucleo tematico. Al loro interno alcuni approfondimenti vengono localizzati in box appositi e colorati e un piccolo ricorrente suggerimento si occupa di collegare la riflessione ad uno spunto di visita “reale”: «Scrollati dal divano… e vai nel borgo di Vogogna a saltellare tra u continente e l’altro».
Chiude ogni sezione una bella intervista ad un protagonista della cura e della tutela delle Alpi: nel primo caso è pedologo nivologo Michele Freppaz.
Nella seconda parte si affronta la biodiversità e la coesistenza di microambienti diversi, delicati e strettamente collegati nella vastità di quella che genericamente etichettiamo come “zona alpina”.
Come cambia la vegetazione? Quali adattamenti hanno escogitato per sopravvivere le diverse forme di vita? Sapete che negli ultimi cento anni le foreste sono triplicate? Flora, fauna, ma anche progetti di protezione che hanno salvato, lungo la storia, alcune specie destinate all’estinzione (nel 1821 gli stambecchi valdostani rimasti erano 100…) e progetti di reintroduzione di animali perduti con tutte le implicazione che questo significa in termini di coesistenza con l’uomo. E poi le specie aliene che stanno minacciando quelle autoctone e gli animali leggendari che riempiono le leggende e le storie di montagna. Chiude l’intervista alla guardiaparco Raffaella Miravalle.
Con il terzo grande capitolo riprendiamo l’aspetto storico della montagna: il suo significato nella preistoria e nella storia antica, la ricchezza delle comunità montane, la varietà di lingue e di costumi. Assistiamo all’iniziale completo disinteresse per l’ambiente montano e alla grande fortuna che si scatenò a partire dal XIX secolo. Villeggiatura, esploratori, scalatori… e poi guerre, confini, morti…
L’ultima sezione, intitolata “Alpi Avventurose” è dedicata alla storia delle scalate e delle arrampicate e all’evoluzione a cui si è assistito nel tempo. Dai primi tipi strani romanticamente innamorati dalla fatica ai club alpini, dai rifugi ai ghiacciai. I cambiamenti di tecnica e di strumentazione ed equipaggiamento sono notevolissimi: dall’alpenstock agli arrampicatori liberi.
Corpose, chiare, descrittive e ben composte le immagini di Susy Zanella che dialogano con le fotografie e accompagnano con personalità il testo.
L’impressione finale è di essere stati circondati da una ricchezza multiforme: un equilibrato ed armonico ecosistema in cui ci addentriamo quasi inconsapevolmente, quando andiamo in montagna, ma che rappresenta solo una superficie che cela complesse strategie di sopravvivenza e una storia affascinante.