Tra i protagonisti della prossima mostra degli illustratori della Bologna Children’s Book Fair oggi facciamo conoscenza con Naida Mazzenga una illustratrice romana di base a Barcellona. Le sue illustrazioni sono vitaminiche ed esplosive, ma sono venate contemporaneamente di un’intrigante grazia imperfetta. Esattamente un anno fa pubblicava un libro On és casa meva, mentre le tavole che vedremmo alla mostra virtuale fanno parte di una mostra-progetto curiosamente intitolata Whatever I do when I don’t want to draw.
→ Potete seguirla attraverso il suo sito o attraverso Instagram.
In attesa di vedere le sue tavole esposte alla mostra degli illustratori, ecco cosa ha risposto alle nostre brevi domande. Grazie!
1) Che cosa significa per te illustrare?
Illustrare dal punto di vista “pratico” per me vuol dire rendere visibile, tangibile e comprensibile un contenuto, interpretarlo attraverso il proprio filtro rendendolo usufruibile e godibile; personalmente considero l'illustrare il mio modo di guardare la realtà.
2) In che modo lavori?
Lavoro con vari strumenti: carta e penna per preparare i bozzetti, computer per realizzare i files definitivi e differenti tecniche di stampa per materializzare l'illustrazione, prevalentemente tramite Risograph e Serigrafia. Questa ultima parte condiziona molto il mio processo creativo ed il risultato finale, la stampa artigianale, permette una reinterpretazione dell’immagine, del colore; ma soprattutto, gli errori e gli imprevisti a volte sono più interessanti di ciò che si era prestabilito, suggeriscono nuovi spunti o punti di vista.
3) Che cosa ami del tuo lavoro?
Del mio lavoro amo la possibilità di sperimentare costantemente, amo le diverse applicazioni possibili, i diversi formati (il foglio, la parete, il tessuto) e le diverse tecniche; insomma, amo la possibilità di non annoiarmi mai!