Liuna Virardi, giovane illustratrice ora di base francese, mi ha molto colpito per il suo stile sintetico e minimalista: sono le forme geometriche a parlare e a mostrare la loro forza espressiva.
Quest'anno è stata selezionata per la mostra degli illustratori a Bologna.
In attesa di vedere alla Bologna Children’s Book Fair le sue tavole esposte alla mostra degli illustratori, ecco cosa ha risposto alle nostre domande. Grazie!
1) Cosa significa per te illustrare?
Per me illustrare significa dare una forma alle parole.
Per farlo provo sempre a ricercare una sintesi grafica e concettuale. È come se l’eliminazione del superfluo mi desse l’opportunità di concentrarmi sulla vera essenza delle parole.
2) In che modo lavori?
In linea di massima sono molto meticolosa e piuttosto “classica” nel modo di lavorare.
Ogni nuovo progetto inizia con una fase di ricerca, in cui amo tantissimo immergermi e a volte anche perdermi (per poi ritrovarmi). In questa fase sfoglio, guardo, tocco, cammino, scrivo e scarabocchio.
In seguito faccio dei bozzetti. Mi piacerebbe molto riuscire a non soffermarmi tanto su queste immagini per lasciare così più spazio alla freschezza del bozzetto stesso. Purtroppo però tendo a fare il contrario perché ho quasi il bisogno fisico e mentale di vedere immediatamente l’immagine “finita”.
Dai bozzetti passo poi alla creazione delle tavole definitive, la cui tecnica di realizzazione dipende molto dal tipo di progetto.
3) Che cosa ami del tuo lavoro?
Amo rivolgermi ai bambini, che sia attraverso i libri o i laboratori.
Fare libri mi da la possibilità di trasportare una informazione, di re-inventare, di raccontare una storia o un segreto, di scoprire o ri-scoprire, di connettere e di giocare.
I laboratori per me invece, oltre ad essere un mezzo importante per rendere vivi i libri ed i messaggi in essi contenuti, sono l’occasione di imparare dai bambini, perché si sa, sono loro i maestri.