Matthew Cordell è uno scrittore americano, medaglia Caldecott nel 2018 per il libro Un lupo nella neve, che si è sempre dedicato alla scrittura di albi con profondità e capacità: il suo pennino tratteggia con apparente facilità storie che mostrano un linguaggio visuale complesso, filmico... Le sue storie, d'altro canto, non sono da meno perché, poco tempo fa, è stato premiato in un concorso italiano dedicato alla narrativa: il Premio strega ragazzi per la fascia 6+. Lo ha vinto grazie ad una serie di libri, Ugo e Poppy, pensati e progettati per i primi lettori. Sembrano esserci in questi libri molte novità rispetto ai suoi libri precedenti e sono stata felice di poterlo intervistare per farmele raccontare.
Lo ringrazio moltissimo per la pazienza e la chiarezza con cui si è raccontato e anche per la schiettezza con cui ha parlato di sé (leggete che bella dichiarazione di amore per sua moglie!).
È stato un grande dono. Grazie!
Vi lascio alle sue parole.
Matthew, hai quasi sempre preferito una narrazione senza parole o molto sintetica, affidando la narrazione soprattutto alle immagini, da poco invece ti sei cimentato con testi narrativi. È cambiato qualcosa?
Mi è sicuramente piaciuto sperimentare l’equilibrio tra parole e immagini per raccontare le storie dei miei libri. Ne ho scritte e illustrate parecchie, narrate quasi completamente per immagini o con molte immagini e pochissime parole, ma, spesso, dopo aver fatto la stessa cosa più volte, mi piace provare qualcosa di nuovo. C’è un’espressione qui in America (forse è internazionale?) che dice: “La varietà è il sale della vita”. In altre parole, ci sono tanti modi diversi di fare le cose e voglio provarli tutti! O almeno provarne più di uno. Quindi, recentemente, ho scritto testi più lunghi da abbinare alle mie illustrazioni. La tendenza generale, oggigiorno, vuole che i libri per i lettori più giovani contengano un testo breve, ma io ho pensato di tornare indietro nel tempo, a un’epoca in cui i libri illustrati potevano avere un testo lungo e dettagliato. Mi piace pensare che i miei lettori trascorrano più tempo con i miei libri, leggendo e esaminando ogni pagina, prima di passare a quella successiva.
Scrivere per bambini piccoli è molto difficile, per il rischio di voler insegnare qualcosa, invece Ugo e Poppy sono protagonisti molto spassosi e divertenti. Dove nascono le tue storie?
Mi sono molto divertito a creare le personalità di questi due personaggi e a costruire il mondo in cui vivono. Generalmente non mi prendo troppo sul serio e amo ridere. So che, da adulti, l’impulso è spesso quello di voler impartire insegnamenti per guidare i bambini sulle vie del mondo e, forse, mi ritrovo a fare qualcosa di simile nei miei libri, ma non voglio mai che sia troppo ovvio. Spesso mi piace usare modi più celati, artistici e rispettosi dei miei lettori per nascondere messaggi seri o oscuri. So che i bambini capiscono facilmente quando viene fatta loro la predica: non è una bella sensazione e non voglio che i miei libri facciano questo. Per quanto riguarda le origini e le ispirazioni delle mie storie, attingo quasi sempre dalla mia vita e dalle cose che ho fatto o visto. Molte delle mie storie si ispirano alla mia famiglia, alle cose sorprendenti e interessanti che hanno detto i miei figli e al rapporto che lega me, mia moglie e i nostri due figli. C’è così tanto da dire sull’amore, sull’umorismo, sulle complessità dell'essere un genitore e dell’avere una famiglia! Più di ogni altra cosa, adoro essere papà. Ugo e Poppy sono vagamente ispirati al rapporto tra me e mia moglie Julie. I personaggi non sono esattamente come noi, ma ho mescolato e abbinato le loro personalità con le nostre. Guardando Ugo e Poppy, i tratti caratteriali positivi di entrambi i personaggi si basano su ciò che amo di mia moglie, mentre le parti negative sono ispirate a me. Non so spiegare perché è così!
Hai scritto albi illustrati per adulti (sulla coppia e la famiglia), e per bambini. Ciò che colpisce è che sei capace di guardare il mondo con gli occhi degli uni e degli altri, permettendo ai tuoi lettori di immedesimarsi. Come riesci a guardare il mondo come un bambino?
La verità è che prima di diventare papà ero molto intimidito dai bambini. Non sapevo come interagire con loro e mi sentivo molto a disagio stando con loro. Onestamente, mi sentivo come se fossero migliori di me: più positivi, più gentili, più divertenti e più sicuri. È passato un lungo periodo di anni tra il momento in cui io stesso ero un bambino e quello in cui i bambini sono tornati di nuovo nella mia vita. Non ricordavo com'era, e non sapevo come stare con loro in modo naturale. Una volta che ho avuto dei figli miei, mi si sono aperti di nuovo gli occhi sull’infanzia e sulle meraviglie, la felicità, ma anche sulla paura e sulla confusione di essere un bambino. In questo periodo ho iniziato a parlare a sempre più gruppi di bambini, raccontando i miei libri. Tutte queste nuove relazioni e interazioni con i bambini mi hanno ricordato quanto siano davvero incredibili i bambini e l'infanzia. Sono ispirato dalla curiosità quotidiana, dall’onestà, dalla creatività e dalla meraviglia dei bambini. Sento che, da adulti, c’è così tanto che possiamo imparare dai bambini, da quanto siano accoglienti e interessati al mondo che li circonda. I bambini sono pieni di speranza e potenziale. Adoro passare le mie giornate con i bambini e loro mi insegnano così tanto!
Ho notato anche che i tuoi protagonisti sono diventati più piccoli: da lupi, orsi, leoni, gorilla, elefanti… ora troviamo topolini, scoiattoli… È una scelta consapevole?
È vero che molti dei miei libri hanno come protagonisti degli animali. Tendo a pensare che l’uso di animali (invece che delle persone) possa permettere a bambini di culture diverse di vedersi rappresentati. Tuttavia, penso che sia importante che tutti i bambini si vedano per come sono, nei miei libri. Quindi, per questo motivo, mi piace comunque disegnare anche persone, di etnie e generi diversi. Ma il fatto è che adoro disegnare gli animali! Non è stata una decisione consapevole quella di disegnare animali sempre più piccoli, ma ora che me lo fai notare, mi chiedo se ci sia un motivo per cui continuo ad avvicinarmi al suolo! Uno dei miei animali preferiti da disegnare in questi giorni è il topo. È un animale a cui si possono facilmente attribuire caratteristiche umane. Inoltre, i topi sono piccoli, agili, veloci e sono sopravvissuti. Non è facile essere un topo! Scrivo molti diari ispirati ai fumetti e spesso disegno me stesso e la mia famiglia come topi. Non riesco a ricordare come sia iniziato, ma trovo liberatorio disegnarci come topi, perché così nessuno dice: “Papà, quello non mi somiglia!”.
Questo è il sito ufficiale di Matthew Cordell.
Qui trovate tutti i libri recensiti di Matthew Cordell.
Un ringraziamento particolare a Elena e a Terredimezzo per il supporto per la realizzazione di questa intervista <3
Grazie!
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Versione originale inglese.
I have definitely enjoyed experimenting with the balance of words and pictures to tell stories in my books. I’ve done quite a few that are almost all pictures or lots of pictures and very few words. But after doing something similar several times, I often like to try something new. There’s an expression here in America (maybe it’s international?) that says, “Variety is the spice of life.” In other words, there are so many different ways to do things, and I want to try them all! Or at least more than just one. So, recently I’ve been writing a longer text to go with my illustrations. The trend these days is for books for very young readers to have a short text. But I’ve been inspired to go back to a time when picture books could have a long and detailed text. I like to think that my readers are spending more time with my books, reading and inspecting each page before going to the next.
Thank you for the kind words for Ugo and Poppy! I have a lot of fun creating the personalities of these two characters, and building the world that that they live in. I generally do not take myself too seriously and I love to laugh. I know, as adults, our impulse is to want to impart wisdom and to teach children the ways of the world. I find myself doing some of this in my books, but I never want it to be very obvious. I often like to hide any serious or dark message in ways that are more subtle, artistic, and respectful of my readers.
I feel that children can easily tell when they are being preached to, and it’s not always a good feeling, and I never want my books to do that. In terms of origins and inspirations of my stories, I almost always draw from my own life and the things I’ve done or seen.
Many of my stories have been inspired by my family—the surprising and interesting things my children have said and the relationships between me and my wife and our two children. There is so much to say about the love, humor, and complexities of being a parent and having a family. More than anything, I love being a dad. Ugo and Poppy are loosely inspired by my relationship with my wife, Julie, and me. The characters are not exactly like us, but rather I’ve mixed and matched their personalities with our own. Looking at Ugo and Poppy, the positive character traits of both characters are based on what I love about my wife. And the negative parts of Ugo and Poppy are things that I do. I’m not exactly sure how it worked out that way!
That is very kind, thank you. The truth is, before I became a Dad, I was very intimidated by children. I did not know how to interact with them and I felt very self-conscious being around them. Honestly, I felt like they were better than me—more positive, kinder, funnier, and more confident. There was a long stretch of years between the time when I, myself, was a child, and when children were in my life again. And I didn’t remember what it was like, and I didn’t know how to be with them naturally. Once I had children of my own, it opened my eyes to childhood again and to the wonders and happiness, but also the fear and confusion of being a child. Around this time, I also started speaking to more and more groups of children, sharing my books. All of these new relationships and interactions with children reminded me just how incredible children and childhood really is. I am so inspired by the everyday curiosity, honesty, creativity, and wonder of children. I feel like, as adults, there is so much we can learn from children, and how accepting and interested they are in the world around them. And children are bursting with hope and potential. I love that I spend my days with children and they teach me so much.
An interesting observation! It’s true that many of my books have featured animal characters. I tend to think that using animals (instead of people) can open up the experience to children of different cultures and races, as anyone can see themselves as any animal. However, I do think it’s important for all children to see themselves as they are, in my books. So for that reason, I like to try and draw people characters too, of different races and genders. But the thing is, I just really love drawing animals! It hasn’t been a conscious decision to keep getting smaller and smaller with my animal choices, but now that you mention it, I have to wonder why I keep getting closer to the ground! One of my favorite animals to draw these days is a mouse. It’s an animal one can easily attach human characteristics to. Also, mice are small, nimble, fast, and they are survivors. It’s not easy being a mouse! I do a lot of comics-inspired journaling and I often draw myself and my family as mice. I can’t remember how that started, but I find it a bit more freeing to draw us as mice, because then no one says, “Dad that doesn’t look like me!” No one will ever say that about themselves as a mouse.