Le storie sono contagiose, la lettura offerta è come una miccia che dà il via a incendi che si propagano per strade impensabili. Riflettevo su questo, mentre preparavo un corso di formazione sulla fiaba e sulla tradizione orale. La letterarietà nasce, infatti, sulle voci che in luoghi e momenti intimi ma diversi regalavano a chi si accostava loro storie, fiabe, parole, poesia. E quei bambini e quegli adulti spettatori, a loro volta, custodivano quella fiamma donandola ad altri, in una trama mai interrotta di storie.
Ci racconta questo contagio Il talento di Mr. Alce un albo di Inga Moore, celebre artista inglese capace di riprodurre il fascino delle campagne inglesi con un tratto inconfondibile. Questo albo racconta la storia del signor Alce che vive con la sua famiglia in una casa nel bosco, ma che soprattutto ha il dono incredibile di saper raccontare le storie.
Ogni sera, infatti, nel salotto di casa reso deliziosamente accogliente da una carta da parati con pettirossi e nidi con uova azzurre, accomodata su poltrone e divani, la famiglia di Mr. Alce, davanti a un camino scoppiettante meravigliosamente decorato con scoiattoli e pigne, ascolta la voce di Alce.
Le pose rilassate, gli occhi accesi di curiosità e felicità quieta e appagata testimoniano la bellezza di quel momento.
Un giorno, tuttavia, il nostro narratore “finisce” le storie da raccontare e la moglie con confidenza e gentilezza suggerisce: «“Perché non ci leggi una storia?”».
Il signor Alce non ha però libri di fiabe e percorrere in lungo e in largo il villaggio nel bosco, tra le le case dei vicini, per trovarne uno.
Inga Moore crea una profondità avvolgente grazie al suo segno finissimo: le illustrazioni fermano il lettore sulla soglia dei cancelli e lasciano Alce addentrarsi tra muretti a secco, vialetti lastricati e querce rigogliose; le tane segnalano la loro presenza, discretamente, con finestre illuminate e fili di fumo dai camini che fanno capolino tra radici e pendii erbosi. Tutto comunica un calore, un raccoglimento, un profumo di terra in cui vorremmo rifugiarci.
Il signor Alce si decide quindi a raggiungere la città per andare nella biblioteca comunale e, grazie all’oca bibliotecaria, si procura una scorta di fiabe:
«“Che ne dici di Cappuccetto Rosso?” Suggerì la bibliotecaria “Oppure de Il gatto con gli stivali o di Cenerentola? Puoi prenderli in prestito se vuoi, Alce”».
Alce torna a casa carico di libri e la sera improvvisa una lettura a cui partecipano alcuni vicini. Cappuccetto Rosso risulta così affascinante che la famiglia degli orsi non può che raccontarlo alla famiglia dei tassi, la famiglia dei tassi ne parla alla famiglia dei cinghiali e i cinghiali alla famiglia delle volpi, le volpi alle famiglie dei castori e poi alle lepri… Insomma, sera dopo sera il salotto della famiglia di Alce è sempre più animato.
«Quando si aggiunsero i castori, il salotto di Alce era diventato così affollato che sembrava di essere sardine in scatola»
Esiste una soluzione a questo “problema”? Il signor Alce improvvisa, con l’ingegno e la collaborazione dell’oca bibliotecaria, un bibliobus bellissimo per portare le storie a chiunque desideri, nel bosco. Rimane solo un problema: «“Ma noi non sappiamo leggere!”».
Il contagio delle storie si trasforma:
«Alce insegna a leggere a Orsa. Poi Orsa lo insegnò a Tasso. Tasso lo insegnò a Volpe. Volpe lo insegno… NO, Volpe no. Fu la signora Alce a insegnare a leggere a Lepre. Poi Lepre lo insegnò a Talpa. Talpa e Lepre lo insegnarono ai tre Cinghiali. E i tre Cinghiali lo insegnarono ai Castori. Di lì a poco, andarono tutti a prendere in prestito libri di fiabe al bibliobus».
Questa storia che potrebbe essere semplicemente un libro sulla lettura - come poi di fatto certamente è, anche - diventa una storia interessante di emozioni e di trovate ingegnose. Le illustrazioni fanno la grande differenza: la creazione di un universo dettagliato, la capacità di scegliere scorci particolari, la disinvoltura con cui la Moore riproduce i gesti che risultano coerenti e contribuiscono a creare il carattere dei diversi personaggi intriga i lettori che possono in ogni doppia pagina trovare angoli in cui rifugiarsi o piccole storie da raccontare (!).
Il libro diventa un universo da guardare e questo permette al libro di essere una bellissima storia da leggere in qualsiasi occasione, a qualsiasi bambino dai quattro anni in su.