Questo è il buio titola perentoriamente il libro di Gianna Braghin e Vessela Nikolova, eppure non contiene neanche una pagina nera né una campitura piatta.
Mi aveva colpito questo libro per l’immagine della madre: di una dolcezza profonda e intima, anche se proprio non riuscivo a immaginare come tutto ciò potesse c’entrare con il buio.
Il libro ci accompagna in un percorso che inizia prima del frontespizio e dura fino all’ultima pagina con la presentazione delle autrici: un percorso sensoriale che attraversa tutti e cinque i sensi, compenetrandoli e sovrapponendoli per un’esperienza unica. «Questo è il buio»: un bimbo come me che mi posa le mani sugli occhi, «dentro al buio le cose ci sono tutte e aspettano solo di essere accese», la sensazione della vista si acuisce in questo modo amplificandosi per mezzo del tatto.
«Questo è il silenzio»: bianco, neve e guance arrossate. Ancora una sinestesia, perché «il silenzio è quando cade la neve e i passi non fanno rumore ma solo impronte».
«Questo è il dolce»: un colore rosa, una rosa di tempera e granelli, ed è la torta che mangio, ma è anche «una cosa buona come quando la mamma mi sorride». Gustare è quindi assimilare in sé qualcosa fisicamente, ma anche affettivamente.
Il passaggio successivo ribalta il modulo e ci guida grazie al colore: attraverso lo sfondo vinaccia e le perline… e insieme la mamma perché «quando la mia mamma annusa i fiori, chiude gli occhi e fa MMMM… questo è il profumo». E infine «queste sono le mie mani», con le mani si fanno infinite cose, «ma la cosa che mi piace di più delle mani sono le carezze».
L’esperienza sensoriale diffusa, per cui si ascolta quando si annusa, si guarda quando si ascolta, si tocca quando (non) si vede e poi l’allargamento alla sfera emozionale per cui l’amore della mamma si sente dentro la pancia e il tocco delle carezze ti fa chiudere gli occhi offrono un’esperienza unica.
Sono rimasta incantata da questo libro. Le parole sono essenziali, poetiche ed efficaci, la struttura ternaria ripetuta e ribaltata è equilibrata e leggera, le immagini create inaspettate e leggere. L’idea di scegliere i contrasti e la contaminazione sensoriale è una scelta complessa, ancor più perché Gianna Braghin mette al centro “solo” il bambino (un esperimento simile, guidato però dal tema forte della nascita è quello di Quando sono nato), tuttavia la capacità di proporre esperienze universali rende il percorso molto naturale e tutt’altro che intellettuale.
Vessela Nikolova è stata poi per me una scoperta: la dolcezza dei volti, gli occhi e le bocche di una tenerezza disarmante e ieratica mi hanno ricordato le icone della tradizione russa (d’altro canto l’illustratrice è bulgara) e poi la materialità del colore, i collage, i raschiamenti, le impronte… Non mi sono stupita che lavorasse nella moda, Vessela infatti crea le immagini offrendo un’esperienza estetica, ma anche tattile reale. L’amore per la trama e il tessuto delle cose, la non piattezza delle tavole, i granelli di sabbia (?) colorata, le veline… guidano il lettore di pagina in pagina, rendono l’esperienza di lettura unitaria e unica: sono le stelle e poi i coriandoli e poi i fiocchi di neve, e poi i lustrini e poi le briciole e poi i decori della maglia e i pois della gonna e i petali dei fiori e i coriandoli e il nastro. Come evitare di sfiorare la pagina? Come non accarezzare le immagini? E soprattutto come non chiudere gli occhi immaginando il profumo o accarezzando lentamente il volto del piccolo lettore?
Io Saverio lo abbiamo letto a ripetizione e ne abbiamo anche molto parlato: «mamma perchè divento un dolce se mangio una torta?», «è vero mamma, le cose dormono con me».
Siamo di fronte ad un libro che fa fare «ohhhh» e che fa venire voglia di chiudere gli occhi e ascoltarlo. Bellissimo.
Questo è il buio
Gianna Braghin - Vessela Nikolova
32 pagine
Anno: 2012
Prezzo: 12,00 €
ISBN: 9788896328606
Bacchilega editore
Anobii