Pochi giorni fa Anna ci ha raccontato come scrivere e tradurre libri per piccolissimi non sia per nulla scontato. Più si scende con l’età, più gli elementi che compongono la narrazione devono essere dosati, pensati, concertati… basta un leggero spostamento sull’utilizzo della persona verbale e l’equilibrio si sbilancia, basta un’immagine che dietro non abbia una riflessione sulle competenze di “lettura” dei neonati e il libro diventa illeggibile.
I nuovi piccoli cartonati che arrivano per Camelozampa firmati Helen Oxenbury superano tuttavia ogni esame.
Questi 4 libretti – che hanno fatto la storia negli Stati Uniti 40 anni fa – arrivano in Italia, mantenendo una giovinezza invidiabile. Quattro cartonati di piccole dimensioni per piccole mani, 14 pagine e nessuna parola, solo il titolo è “parlante” e proprio dal titolo possiamo dedurre in quale determinante posizione si pone l’adulto che li ha pensati.
Mi diverto, Mi vesto scelgono di mettere al centro l’io del bambino che diventa immediatamente protagonista: io mi vesto!
Amici sceglie il filtro emotivo per raggruppare scene di relazione con gli animali: non “animali” dunque, non “versi”… la preoccupazione di far nominare al bambino soggetti, come appunto gli animali, lascia spazio all’esperienza di soddisfazione e di complicità che spesso i più piccoli instaurano con i compagni pelosi della famiglia.
Al lavoro, infine, descrive in effetti tutto il lavoro che i bambini e i neonati svolgono perpetuamente, ma il fatto di riconoscere che giocare con il cibo, usare il vasino, bere dal biberon sono vere e proprie occupazioni con un valore incommensurabile, comunica una serietà interessante con cui guardare al bambino. Si sarebbe potuto scrivere, in modo un po’ svilente, “giornata” “giochi”… invece l’autrice americana ha scritto Working!
Nelle 7 doppie pagine la struttura è ripetitiva per tutti i volumi: a sinistra l’oggetto (o l’animale) e a destra lo stesso nella relazione con il bambino. In Mi diverto oltre ai giochi più scontati come i cubi o la palla, troviamo anche la scatola di cartone e la pentola (“giocattoli” tra i più amati dai bambini da generazioni!); in Al lavoro ci destreggiamo tra prime pappe, bagnetti, poppate al biberon (mia figlia Teresa di 2 anni mi ha chiesto se bevesse vino… in effetti il colore violetto…); in Mi vesto seguiamo l’intera sequenza di vestizione dal pannolino al cappellino da sole e, infine, in Amici incontriamo cani, gatti, conigli, ma anche papere, passerotti, galline…
Questi libri si rivolgono a bambini che abbiamo più o meno superato l’anno. Il protagonista infatti mostra abilità e competenze che i lettori ritroveranno solo varcata quell’importante tappa di crescita: la manualità fine che permette di stare seduti da soli e cibarsi o bere da soli, la deambulazione controllata e anche una certa destrezza che permette di tirarsi su le calze.
La scelta del silenzio è perfetta, perché i disegni della Oxenbury sono eloquenti e lasciano al lettore la possibilità di raccontare o imitare a seconda del desiderio. Anche il protagonista sceglie, a volte, di guardare direttamente il lettore, chiedendone il riconoscimento anche grazie alla “lettura”, mentre altre appare completamente immerso nei suoi pensieri e nel suo fare.
Non fatevi ingannare dalla falsa semplicità di queste immagini e attendete che il vostro piccolo lettore possa specchiarsi nelle attività richieste, la lettura in questo modo gli assicurerà una soddisfazione infinitamente più profonda!
Rimanendo nelle pubblicazioni per piccolissimi, che davvero scarseggiano. Vi segnalo questo progetto di Daniela Lucangeli, psicologa, orientato alla promozione dell’ascolto musicale in fase prenatale e nella primissima infanzia. I due cofanetti I miei primi mille giorni si rivolgono proprio ai neogenitori (c’è la versione prenatale e quella 0-3), spiegando in un libretto molto tecnico i vantaggi dell’ascolto della musica e del canto in queste prime fasi di vita. Insieme al libretto troverete un cd con alcune musiche, suoni (c’è il battito del cuore) e filastrocche cantate per giocare con la voce insieme ai vostri figli neonati.
Ci sono infine alcune card che però – a mio avviso – sono molto complesse (a parte qualche eccezione) perché i più piccoli le possano leggere con godimento: vi torneranno utili però, quando più grandino il bambino si ricorderà delle canzoni e potrà vederle e giocare con le carte che le raccontano.
Una duplice proposta che sosterrà i neogenitori e darà un abbrivio che – si spera – li avvicinerà anche a libri di un certo valore.