Quest’anno si celebrano i 100 anni dall’uscita del primo romanzo della lunga saga dedicata al Dottor Dolittle, famosissimo dottore capace di parlare con gli animali.
Il protagonista reso celebre dalle trasposizioni cinematografiche, mantiene intatto il suo fascino da eroe integerrimo, toccato da un dono che molti vorrebbero avere: comprendere la lingua degli animali.
Pochi sanno però che questa storia esotica e avventurosa nasce nelle pieghe di una situazione terribile come le trincee della Prima Guerra Mondiale, da cui Hugh Lofting inviava disegni e spezzoni di questa saga allegra ai suoi bambini. Mondadori rispolvera, in questa edizione, i primi due libri della collana (La storia del signor Dolittle e I viaggi del signor Dolittle) con le illustrazioni originali dell’autore, riproponendole al grande pubblico in concomitanza con l’uscita dell’ennesimo film sul protagonista.
Lontano dall’immagine stereotipata del veterinario che sa parlare con gli animali e per nulla eleggibile a patrono del movimento animalista, il Dottor Dolittle è prima di tutto un eroe puro e integro, un uomo disponibile e coraggioso, uno spirito curioso per natura, uno studioso costante (il suo dono, seppur, gratuitamente nato, cresce e si sviluppa perché egli studia, ascolta, annota, impara…), un uomo generoso e buono.
Il carattere del personaggio - vero nocciolo della storia - si evolve e si definisce nel tempo: il cambiamento dal primo al secondo libro segna un’evidente evoluzione del personaggio che, inizialmente buffo, strampalato e ingenuamente in balia degli avvenimenti, si trasforma in un eroe tutto d’un pezzo, protagonista della sua storia e della storia.
La mitezza quasi ingenua del dottore si riflette negli avvenimenti: «Benedetto ragazzo, con John Dolittle sei sempre al sicuro, ricordatelo. Non badare a quel che dice quell’asino di un marinaio. Naturalmente è verissimo che il Dottore fa tutto sbagliato, ma nel suo caso non ha importanza. Se viaggi con John Dolittle arrivi sempre alla meta.»
E in effetti, pur essendo un uomo estremamente gentile, timido e cauto («era davvero una cucina meravigliosa, a immagine e somiglianza del Dottore: ospitale, pratica, gradevole e affidabile») si troverà a fronteggiare (e a trionfare) in situazioni che ben poco si confanno al candore del protagonista (guerre, scontri tra pirati, rapimenti).
Il primo romanzo ci racconta ingenuamente di Puddleby, paesino sperduto nella campagna inglese, del Dottor Dolittle squattrinato dottore di paese (non veterinario!) amante degli animali e di sua sorella preziosa “perpetua” della casa. Da subito è evidente che gli animali che abitano con il Dottor Dolittle e sua sorella hanno un ruolo centrale da veri protagonisti: Cii-Cii la scimmia, Pollynesia il pappagallo, Tac Tac l’anatra, Gruf Gruf il maiale, Gip il cane, il gufo Buu Buu. È la patologica incapacità di risparmiare e gestire il denaro che spingerà il Dottor Dolittle nel suo primo viaggio, un viaggio che segnerà la sua vita per sempre. L’avventura in Africa ha una struttura quasi fiabesca, con personaggi e luoghi riconoscibili (il castello, il re cattivo, l’imprigionamento, la fuga…), ma anche molti topoi tratti dai romanzi d'avventura come le scorrerie dei pirati, gli arrembaggi, le esplorazioni nelle foreste vergini...
Tuttavia la centralità del mondo animale, permette una serie di trovate completamente originali e strampalate capaci di strappare sorrisi e risate: il ponte delle scimmie, L’Avantindré, le balene che spingono un’isola, il Grande Lumacone Marino di Vetro...
Con il secondo capitolo di questa saga, la narrazione si fa più complessa e interessante. Il punto di vista del narratore cambia e la voce si fa piccola: a raccontarci del Dottor Dolittle è un giovane ragazzino, il figlio del calzolaio. La storia lo segue mentre affascinato dal mondo e dai modi del dottore sceglie di seguirlo in una sua spedizione scientifica, alla scoperta del linguaggio dei molluschi e poi alla ricerca di un collega naturalista. La storia è relativamente semplice nel dipanarsi dell’intreccio, ma ricchissima di colpi di scena: isole che si spostano nel mare, omicidi nascosti, cani chiamati a testimoniare i tribunale, burrasche in mare, naufragi, gigantesche lumache, buche abissali, incoronazioni, corride, guerre, rivolte…
Perché leggere oggi le avventure del Dottor Dolittle? Oltre alla notevole carica di avventura, la personalità del protagonista, la calorosa compagnia degli animali che lo circondano, la bontà dei suoi gesti, la tenacia con cui non si tira indietro nella lotta per le sue idee, la curiosità che lo rende amico di tutti, senza distinzione… ne fanno un personaggio letterario che vale la pena incontrare.
La traduzione è scorrevole e la lingua ricca sebbene non complicata, la sintassi non è banale, ma facilmente gestibile anche grazie ai dialoghi frequenti. I capitoli in cui si intervalla la trama sono molto brevi, il filo narrativo è unico e pochissime sono le prolessi e le analessi, questo ne fa un romanzo che - sebbene molto lungo - è leggibile ai bambini che volessero cimentarsi in una lettura lunga d’ascolto. Per la lettura autonoma dovremmo aspettare invece gli 8 anni.