Cosa significa accogliere un cane nella propria famiglia?
La storia di Tempesta, un fumetto ad alto tasso emotivo a firma dell’artista di Singapore Guojing, ci dà uno scorcio commovente della risposta a questa domanda.
La storia appare come particolare, ovvero la nascita della relazione di quello specifico cane e quella specifica ragazza - i protagonisti -, ma la verità è che chiunque viva con un cane sa che tutte quelle emozioni, quei gesti di relazione e fiducia fanno parte della storia con ogni cane.
Sotto una panchina, investita dal calore giallo del sole al tramonto, un cagnolino che assomiglia ad un Bichon frisé, se ne sta accucciolato, triste, timoroso, sperso. Una donna si avvicina, il cucciolo scappa pieno di paura. Incomincia un dialogo fatto di sguardi che sembra una melodia. Guojing utilizza il medium del fumetto per ritmare le immagini in sequenze segnalate: il punto di vista alterna quello impaurito e dal basso del cane a quello incuriosito della donna. Cala la notte, la donna se ne va, il cucciolo torna a dormire sotto la panchina.
L’utilizzo della luce è folgorante, i cieli sembrano un’emanazione di luce che dal fondo della pagina fa emergere con nettezza gesti e contorni, manto riccio e capelli scompigliati.
Il giorno seguente il dialogo tra la ragazza e il cane riprende: la fuga, la paura e poi una pallina, offerta, e tanto spazio e tempo donato all’altro. Prenditi il tempo di cui hai bisogno, prenditi lo spazio che ti fa sentire a tuo agio, sembra dire lo sguardo della donna.
Non ci sono parole in questa graphic novel, perché in effetti nessuno dei due protagonisti parla, il dialogo è fatto di gesti e di silenzio.
Cala la notte, l’illustrazione si prende una pagina intera: il cagnolino è accanto alla panchina, davanti alla sua palla. Wow.
Il giorno dopo, il dialogo riprende ancora. Non ci sono forzature: è la donna che sembra donare e attendere che il cane l’accetti, ma la relazione è reciproca, anche il cane racconta di sé e attende.
Il terzo giorno il cane segue la ragazza a casa, ad una distanza tale che lei non se ne accorge e mentre si scatena un temporale, anzi una tempesta, eccolo infradiciarsi in attesa, seduto davanti alla porta di casa.
La luce nella combinazione con la pioggia sferzante, crea tavole di fortissimo impatto visivo che lasciano senza fiato anche per la forte dose emotiva che vincolano.
Il cane sotto gli scrosci d’acqua, sferzato e pazientemente in attesa, e poi riparatosi di fortuna in un cartone, come se non avesse nulla da affermare se non la relazione con quella donna dietro la porta, è commovente.
Allo scatenarsi della tempesta in un gioco di fraintendimenti, la donna esce trafelata di casa alla ricerca del cane fino alla panchina nel parco. L’incontro avverrà poco dopo, davanti a casa, quando forse entrambi stavano perdendo la speranza di ritrovarsi.
L’affetto, la cura, la gioia, la fiducia… scattano immediate, o meglio scattano grazie alla costruzione paziente di rapporto che è stata fatta giorno, dopo giorno.
Il muso addormentato e abbandonato sul letto, parla di dedizione incondizionata. Bravissima nel ritrarre le pose dei cani l’autrice!
Un libro che parla dei tempi necessari alla costruzione di rapporti significativi, della fiducia necessaria per voler bene e... di cani, tutti i cani, che sanno donare fiducia e amore, quotidianamente.
Cosa significa vivere con un cane?
Ce lo racconta in modo scanzonato e poetico Letizia Iannaccone in Il mio cane è come me, un albo che dà voce ad un bambino che racconta dell’amicizia con il suo cane.
«Il mio cane non parla, ma io lo capisco lo stesso. A volte lui pensa di essere come me e io penso di essere come lui»
Poche parole per doppia pagina e grandi illustrazioni di Sonia Maria Luce Possentini che raccontano e declinano ogni frase in gesti e istantanee di grande affetto tra il protagonista e il suo dorato Golden Retriever.
Ci sono i dialoghi muti, i sonni abbracciati, gli sguardi di intesa, i giochi sul divano… Un cane è tutto questo: complicità, ascolto, affetto incondizionato… Relazionarsi con un cane lascia un’impronta indelebile nell’identità dei bambini. L’autrice lo sa, tanto che la storia di questo bambino e del suo cane non finisce:
«Oggi che sono cresciuto il mio cane non c’è più. Ora mia figlia ha un cane tutto suo»
Il testo ritorna come un cerchio:
«A volte lei pensa di essere come lui e lui pensa di essere come lei»
Il beagle che salta euforico ci fa immaginare il concentrato di energia di questa bambina!
Un libro che immagino ispirato a volti, musi e storie vere (Sonia Maria Luce Possentini di sicuro è una grande amante dei cani!) che mi sembra augurare e raccontare in modo molto semplice le emozioni che la vita con un cane sa donare ad un bambino.
P.S. un unico appunto: l’immagine con il bambino seduto sul cane non l’avrei ritratta. Spesso è una forma di coccola - dal punto di vista del bambino -, ma non è un atteggiamento da assecondare proprio per il benessere dei cani.
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