Argomento particolarmente inedito e curioso è quello al centro di Consumi: la guida per non farsi incantare di Guillemette Faure con le illustrazioni di Adrienne Barman (illustratrice che abbiamo nel cuore grazie ai suoi esperimenti enciclopedici!).
Questa novità de Il barbagianni è impostata come un fumetto e cerca di raccontare e spiegare ai ragazzi i meccanismi del mercato, eliminando un po’ di ingenuità rispetto ad alcune dinamiche che coinvolgono i nostri ragazzi, magari in modo inconsapevole.
La storia della pubblicità e del marketing si intreccia a strategie di vendita: dal marketing della scarsità alle riflessioni rispetto al fenomeno del prezzo scontato, dai saldi al greenwashing…
Studi, scoperte, invenzioni, riflessioni che hanno fatto la storia del mercato e della concezione del prodotto vengono spiegate chiaramente attraverso esperienze riconoscibilissime e contemporanee, vissute in prima persona dai protagonisti del fumetto.
Camminare in un supermercato, seguire gli influencer su Instagram, fare spese da Ikea o comprare i cereali...
Credo che questo testo sia molto interessante per offrire ai ragazzi un punto di vista diverso - o forse anche solo la coscienza - rispetto al loro essere consumatori, una possibilità di essere consapevoli di far parte volenti o nolenti di una filiera di mercato in cui anche i più giovani svolgono un ruolo fondamentale e attivo.
Dalle confezioni ingannevoli al merchandising legato ai personaggi dei giochi o dei film, fino alle strategie silenti dietro ai regali dei brand o ai gadget del McDonald.
Il racconto, che parte dall’esperienza dei ragazzi per arrivare a spiegazioni esplicite delle dinamiche sottese, è chiaro e puntuale: i fumetti, basati sul dialogo, sono in questo caso il linguaggio perfetto.
La scelta del linguaggio del fumetto è molto appropriata perché rende molto vivide e chiare le situazioni in cui i ragazzi sono coinvolti nell’acquisto o comunque ripropongo situazioni reali che i ragazzi hanno immediatamente sotto gli occhi, senza che questo diventi un trattato teorico: le loro domande destano risposte dirette e chiare, i punti di vista si affiancano.
Ciò che permette l’avanzamento della narrazione è la cornice della narrazione, costituita dall’organizzazione di un mercatino di quartiere da parte di quattro ragazzi e un signore di una certa età, il Signor Buonprezzo. Sono loro che si muovono poi e che commentano tutte le situazioni di acquisto, vissute o raccontate e questo permette un’identificazione dei ragazzi con i personaggi e una strutturazione della trama che non risulta spezzettata ma che diventa personale. Alla fine di ogni mini capitolo una “dritta” riassume quanto visto:
«Dritta n°2: occhio ai programmi che ti parlano di prodotti: può essere pubblicità nascosta!»
Unica nota che mi permetto di fare a questo volumetto - che ho trovato davvero piacevole, chiaro e interessante - riguarda la rappresentazione dei pubblicitari che vengono presentati come diabolici figuri, intenti solo a fregare il consumatore: è proprio così? È solo così?
Un mondo che cerca di spiegarsi solo per contrapposizione e antitesi, dividendo i ruoli in buoni e cattivi, a mio parere, non contribuisce ad un incentivo reale di coscienza culturale.
Gli uomini che hanno pensato, ideato, riflettuto intorno alle dinamiche di vendita sono semplicemente “cattivi”? Certo il mercato cerca di indurre l’acquirente a comprare di più, ma non credo che questo definisca le persone che si occupano di vendite come diaboliche, neanche se appartengono alle grandi multinazionali.
Il marketing è anche comunicazione, racconto e non solo specchietto per le allodole, mirato a fregare il consumatore.
Quello che mi sarebbe piaciuto sarebbe stata una spiegazione delle dinamiche senza che inevitabilmente questo venisse ridotto ad una contrapposizione.