Piccole preistorie di Guido Quarzo è un testo che l’editore Parapiglia ha ripescato dal ricchissimo catalogo delle Nuove edizioni romane del 2007, approntando una nuova edizione con le illustrazioni di Andrea Rivola.
Questo piccolo libro è scandito in sette episodi che raccontano il mondo e le conquiste preistoriche, narrate dalla voce di un uomo che dice di essere stato presente:
«lo so perché io ero là»
Il racconto, in prima persona, presuppone che il narratore abbia assistito a tutte queste scoperte e quindi il suo racconto è propriamente un resoconto che ripercorre il passato, restituendo al lettore lo stupore di chi si accorge di qualcosa che prima non c’era.
Accanto a conquiste-scoperte più concrete come quella della scrittura, del baratto, delle statuette antropomorfe, altre riguardano concetti o idee di cui è difficile immaginare l’origine.
La narrazione ha, dunque, qualcosa di filosofico, ma si unisce ad un tono spensierato e ironico spassoso che definisce la cifra di questo libro:
«“Niente”. La parola mi fece girare un po’ la testa, perché un niente, voi capite, si può riempire di qualunque cosa: di quello che si vede e di quello che non si vede, di ciò che è stato o che forse sarà. Per questo mi spaventai un poco: Sifr aveva scoperto il niente, e da allora niente fu come prima»
Oltre al “niente” c’è anche il racconto dell’innamoramento del protagonista e l’invenzione delle prime lettere d’amore, la scoperta della musica…ma anche la nascita quello che viene definito il primo bar, le prime abitazioni e alcuni modi di fare molto preistorici:
«Qualcuno lo mandava semplicemente a quel paese, altri, meno pazienti gli mollavano un pugno sul naso, che a quei tempi significava che la conversazione era venuta a noia»
«Eravamo abituati ad avere problemi con le abitazioni. A quel tempo c’era ancora molta confusione circa le case: qualcuno preferiva le grotte naturali, altri si scavavano delle tane su misura e c’era persino chi si ostinava a restare sugli alberi. I più intraprendenti si costruivano le palafitte che allora erano l’ultima moda in fatto di edilizia, ma non erano tanto ben visti dalla maggioranza che li considerava degli eccentrici»
Un elemento non trascurabile di queste storie è che non sono completamente inventate: l’autore ha cercato di immedesimarsi nel raccontare l’emergere di qualcosa di nuovo o della consapevolezza di qualcosa di nuovo che effettivamente è riconducibile a quel momento della storia. I sette resoconti corrispondono, dunque, ad altrettanti spassosi episodi che tratteggiano uno scorcio di preistoria inedito e divertente, non poi così lontano dalla realtà!
Le illustrazioni di Andrea Rivola, si accostano con discrezione al testo, cogliendo ed esplicitando alcuni passaggi del racconto con sintesi, ma con il medesimo sottile sorriso sornione.
Un libro gustoso e divertente, ideale proposta dai 7-8 anni.